don Ezechiele Pasotti commenta il Vangelo del 5 luglio 2015

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don Ezechiele Pasotti commenta il Vangelo del 19 aprile 2015

Nella 14.ma domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci propone il Vangelo in cui Gesรน torna a Nazareth per portare anche qui la buona notizia del Regno, ma non puรฒ compiere alcun prodigio a causa dellโ€™incredulitร  dei suoi conterranei. Quindi dice:

ยซUn profeta non รจ disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa suaยป.

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario โ€œRedemptoris Materโ€ di Roma:

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[ads2] Il Vangelo di oggi ci tocca in modo particolare, specialmente chi tra noi รจ un poco un abituรจ della domenica: fedeli al precetto festivo, come gli abitanti di Nazareth erano fedeli frequentatori della Sinagoga, ascoltiamo la Parola, ne seguiamo i dotti commenti, facciamo la Comunione e poi ritorniamo ai nostri affari. Ma oggi, come quel giorno a Nazareth, ci aspetta una sorpresa: Gesรน non commenta la Parola, ma annuncia e dimostra con prodigi che Lui รจ venuto a compiere la Parola per tutti noi. Il mondo oggi non ha bisogno di uditori della Parola ma di cristiani che, scoprendo le immense ricchezze del loro battesimo, vivano radicalmente il Vangelo. A Nazareth ย i conoscenti di Gesรน, i suoi amiciโ€ฆ, invece di ascoltare, di accogliere la parola, aprono la bocca per mormorare e criticare: Ma come? Chi si crede di essere?.. Noi lo conosciamo bene. โ€œE si scandalizzavano di Luiโ€. Proprio come noi! In un mondo che cambia, che propone ogni giorno valori diversi, spesso opposti al Vangelo, ci sentiamo piรน intelligenti, piรน capaci di rispondere ai problemi di oggi, piรน moderni: โ€œcristiani adultiโ€, diciamo, pronti a seguire le mode che ci sono proposte! E ci scandalizziamo del Vangelo, della croce, e ricorriamo a tanti giochini intellettuali per giustificare che si tolga la croce non solo dalle scuole e dai luoghi pubblici, ma anche dalle nostre case, dalla nostra vita. Ci vergogniamo di farci un segno di croce in pubblico. Questa parola viene oggi a tirarci fuori dalla nostra โ€religione softโ€ per renderci credibili testimoni del Vangelo. ย ย 

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