Don Donato della Pietra – Commento al Vangelo di domenica 21 Aprile 2024

Domenica 21 Aprile 2024
Commento al brano del Vangelo di: Gv 10, 11-18

Data:

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Il Signore Gesรน si presenta a noi come il buon pastore, colui che difende dal pericolo le sue pecore e le conduce ai pascoli della vita, invitandole a seguirlo con fiduciosa sicurezza nel cammino sul quale le precede e le accompagna. Unโ€™immagine troppo lontana per parlare agli uomini del nostro tempo? In realtร  le due caratteristiche che connotano Gesรน come il vero buon pastore, ci aiutano a operare un discernimento tra le molte proposte che la societร  odierna avanza, trovandoci spesso sprovveduti.

Gesรน afferma innanzitutto che il buon pastore offre la vita per le pecore, non solo a parole, ma con i fatti. Quante dottrine, quanti maestri di sapienza o di scienza si affacciano alla ribalta e promettono di portarci lontano, verso una piena realizzazione. Ma chi puรฒ liberare lโ€™uomo dalla piรน pesante schiavitรน, da ogni altra deriva, da ogni peccato? Gesรน offre la sua vita per risvegliare noi e portarci a una vita dagli orizzonti infiniti, piena di speranza e di bellezza. E ancora, egli conosce le sue pecore, entra con loro in una relazione che รจ come quella che lo unisce al Padre, una relazione dโ€™amore totale da personalizzare lโ€™altro, da renderlo capace di esprimersi in pienezza nel dono di sรฉ. 

Se accogliamo la vita che il buon pastore offre per noi, se vogliamo lasciarci condurre da lui a un rapporto di conoscenza e comunione dโ€™amore, sin da ora potremo scoprire la meraviglia di essere realmente figli del Padre. Non induriamo il nostro cuore, scartando quella pietra angolare che Dio ha posto a fondamento dellโ€™umanitร  nuova: Cristo รจ lโ€™unica vera salvezza dellโ€™uomo. Mettiamo i nostri passi nelle sue orme sicure!

ยซE ho altre pecore che non sono di questo ovile; anche queste io devo condurre: ascolteranno la mia voce e ci sarร  un solo ovile e un solo pastoreยป (Gv 10,16). La pecora, un animale soffice nel corpo e nella lana, รจ chiamata in latino ovis, da oblazione (offerta), perchรฉ all’inizio non si offrivano in sacrificio tori ma pecore. Le pecore sono i fedeli della chiesa di Cristo, che ogni giorno, sull’altare della passione del Signore e nel sacrificio del cuore contrito, offrono sรฉ stessi quale ostia pura, santa e a Dio gradita (cf. Rm 12,1).

ยซHo altre pecoreยป, cioรจ i gentili (i pagani) ยซche non sono di questo ovileยป, non sono del popolo di Israele; ยซanche queste io debbo condurreยป per mezzo degli apostoli, ยซe ci sarร  un solo ovile e un solo pastoreยป. E questa รจ la Chiesa, riunita e formata da entrambi i popoli. Gesรน Cristo ci pasce ogni giorno con gli insegnamenti evangelici e con i sacramenti della chiesa; ci ha radunati con il suo braccio, disteso sulla croce. Ti preghiamo, dunque, Signore Gesรน, tu che sei il buon pastore, di custodire noi, tue pecore, di difenderci dal mercenario e dal lupo, e di incoronarci nel tuo regno con la corona dell’eterna vita. Degnati di concedercelo tu che sei benedetto, glorioso e degno di lode per i secoli dei secoli. E ogni pecorella, ogni anima fedele dica: Amen. Alleluia! (Antonio di Padova, Sermone II Domenica dopo Pasqua)

In questa Domenica del Buon Pastore ricorre anche la 61ยฐ Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Come non ricordare le parole dellโ€™indimenticabile Papa Benedetto XVI: โ€œIl sacerdote, certamente uomo della Parola divina e del sacro, deve oggi piรน che mai essere uomo della gioia e della speranza. Avremo presto, preti ridotti al ruolo di assistenti sociali e il messaggio di fede ridotto a visione politica.

Tutto sembrerร  perduto, ma al momento opportuno, proprio nella fase piรน drammatica della crisi, la Chiesa rinascerร . Sarร  piรน piccola, piรน povera, quasi catacombale, ma anche piรน santa. Perchรฉ non sarร  piรน la Chiesa di chi cerca di piacere al mondo, ma la Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna. La rinascita sarร  opera di un piccolo resto, apparentemente insignificante eppure indomito, passato attraverso un processo di purificazione. Perchรฉ รจ cosรฌ che opera Dio.

Contro il male, resiste un piccolo gregge. La nostra vocazione sacerdotale รจ un tesoro che conserviamo in vasi di creta. San Paolo ha espresso felicemente lโ€™infinita distanza che esiste fra la nostra vocazione e la povertร  delle risposte che possiamo dare a Dio. Noi udiamo ancora e conserviamo nellโ€™intimo del nostro cuore la commovente e fiduciosa esclamazione dellโ€™Apostolo che dice: “Quando sono debole, รจ allora che sono forte”.

La consapevolezza di questa debolezza apre allโ€™intimitร  di Dio che dร  forza e gioia. Piรน il sacerdote persevererร  nellโ€™amicizia di Dio, piรน continuerร  lโ€™opera del Redentore sulla terra. Il sacerdote non รจ per sรฉ stesso, ma per tuttiโ€.

Ed รจ proprio cosรฌ: la vita del sacerdote รจ tra lโ€™altare, il tabernacolo e il confessionale. 

A cura di don Donato della Pietra.

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