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don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 16, 5-11

C’è una differenza nel leggere questo Vangelo in tempo di Quaresima, quando Gesù sta per morire, e nel leggerlo invece in tempo di Pasqua, quando Gesù è risorto.

Nel primo caso avvertiamo quasi un’angoscia, un apnea, un affanno nell’attesa che si compia la passione di Gesù e per cui i discepoli iniziano a capire che Gesù morirà e iniziano ad affliggersi a causa di questo dolore.

Nel secondo caso rileggiamo questo Vangelo alla luce della Pasqua, ossia della speranza di vita eterna che si realizza ed è gioia grande perché il Signore è stato di Parola!

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Cosa c’è nel secondo momento che manca nel primo? Lo Spirito Santo. Mentre nel primo momento lo Spirito accompagnava e dava forza a Gesù mentre i discepoli iniziano a fuggire, dopo la risurrezione di Cristo lo Spirito viene donato ai suoi discepoli che diventano apostoli, testimoni gioiosi di un evento incredibile e indicibile. Infatti, non saranno le parole dei seguaci di Gesù a convincere e convertire, ma la gioia interiore di quell’amore che li motiva e li spinge ad agire. Attraverso lo stile di vita e il modo di amarsi, quei discepoli diventano testimoni credibili.

Era, dunque, un bene che il Signore andasse via, perché solo così ha potuto mandare lo Spirito Consolatore. Pensiamo a quante volte siamo costretti a vivere situazioni brutte dalle quali vorremmo scappare, senza sapere che attraverso quei momenti stiamo imparando ad accogliere la gioia che ne seguirà dopo.

Forse oggi Gesù vuole che impari a guardare al futuro da risorto, da testimone a cui è riservata una gioia grande promessa dal Signore… e per chiunque crede il Lui senza riserve ogni promessa sarà realizzata.

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