don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 5 Marzo 2023

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Quanta profondità questo Vangelo. Anzitutto Gesù conduce i suoi discepoli su un alto monte. Ogni volta che Gesù deve fare qualcosa di importante si mette in disparte e sale su un’altura, segno di vicinanza al Padre. Infatti è il costante contatto con Dio Padre che permette di operare. Gesù non perde mai questa unione e portando i discepoli sull’altura ci ricorda che anche noi siamo destinati al cielo. Dio si serve del Figlio per elevarci perché non vuole che restiamo bassi come gli animali striscianti…

Una volta saliti il volto di Gesù brilla, si trasforma, anzi si trasfigura. La trasformazione, infatti, fa perdere la forma (umana), invece Gesù resta uomo ma il suo volto va oltre la figura, cioè permette di vedere il Padre: luce pura, calore che trasmette pace… Ecco perché Pietro vuole restare li. Chissà che bella esperienza.

Però Cristo non li ferma a quella esperienza, bensì li spinge a scendere e tornare alla vita normale. Questo ci dice che il Signore ci fa provare dei brevi momenti di pace e di gioia che sono prefigurazione della vita eterna che ci attende, ma vuole che ci impegniamo a vivere al meglio la vita terrena che ci è data facendo in modo che anche il nostro volto trasmetta la luce di speranza e di amore che Dio Padre ci ha messo dentro ma che il peccato tende a offuscare. 

Litigi, guerre, menzogne, sensualità esasperata, carrierismo, ecc. rovinano l’immagine che Dio ha impresso in noi e non ci permettono di far splendere la luce che portiamo dentro. La Quaresima, allora, diventa un tempo favorevole per recuperare quella luce e farla brillare intensamente.

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