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don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 26 Novembre 2023

Commento al brano del Vangelo di: ✝ Mt 25, 31-46

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Ti è mai capitato di sentirti non realizzato oppure in gabbia? Questa sensazione di schiavitù può finire. Ma ricordati che solo il re può liberati. Anzi il Re dei re.

Gesù è re perché regna, ma questo non lo si può comprendere con categorie umane: finché paragoneremo il regno di Gesù a un regno terreno, perderemo la testa e avremo difficoltà a credere.

Per molti l’importante è arrivare a realizzare la propria vita costi quel che costi, perché “del doman non v’è certezza”.

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L’esperienza della fine ci spaventa un pò e questo accade perché non sappiamo nulla di quel momento, né cosa ci aspetta. In questo Vangelo, invece, Gesù rivela cosa c’è dopo questa vita terrena. Ed è proprio sapendo il finale che possiamo vivere diversamente e ripensare l’essenziale di questa esistenza che ci viene donata.

Quante volte ci si preoccupa di se stessi, di come realizzarsi, di come ottenere ciò che si vuole a tutti i costi… Ma ciò che conta davvero è essere attenti alle persone che il Signore mette accanto a ognuno. L’egoismo blocca e paralizza e, paradossalmente, dopo che si trova ciò che si desidera, ci si sente costantemente incompleti e quindi desiderosi di altro. È un continuo riempirsi. La logica del regno di Dio, invece, sta nel dono, quindi nel riempire l’altro. Sembra strano, ma è in questo riempire l’altro che trova soddisfazione e compimento la propria vita. Un pò come i vasi comunicanti.

Ecco perché chi è troppo concentrato su di sé non riesce mai ad essere pienamente felice. La carità non è solo un modo di fare del bene agli altri, ma è la grande liberazione di se stessi dall’unica preoccupazione di riempire i propri spazi vuoti. Uno stomaco che viene sempre riempito di cibo abbondante e poco sano, rischierà presto di dare problemi. Serve una corretta alimentazione.

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Aprirsi all’altro significa liberarsi, evitando il rischio egoistico di chi maledice tutto e tutti perché avverte una costante insoddisfazione. Questo accade perché non si riesce più a riconoscere ciò che conta.

L’inferno di cui abbiamo paura è proprio questo: essere lontani da ciò che conta. “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”. La lontananza, la maledizione, il fuoco, non sono altro che il tentativo di descrivere l’aver perso ciò per cui vale la pena vivere, ossia chi vive accanto, chi lavora con noi, chi incontriamo per caso, ecc.

Gesù, il re, vuole liberarti, per lui non siamo sudditi ma eredi, eredi del suo regno, un regno di una gioia che non avrà mai fine. Ma entrarci ognuno deve uscire da se stesso, perché donarsi richiede apertura, e ogni apertura è liberazione. Questo è il finale che si aspetta: o schiavi o liberi.

  • tu cosa vuoi essere?

Fonte: il blog di don Domenico | Unisciti al suo canale Telegram @annunciatedaitetti oppure clicca QUI |Visita anche il suo canale YOUTUBE