don Domenico Bruno – Commento al Vangelo del 12 Settembre 2022

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Ispira sempre grande tenerezza questa pagina del Vangelo. Un centurione (che nell’immaginario collettivo siamo abituati a credere bruto e violento) ha un servo per il quale prova affetto. Una cosa impensabile. Inoltre quel centurione aveva a cuore il popolo di Israele al punto da costruire una sinagoga. 

La cosa che però rende grande il centurione agli occhi del Signore è la fede, misurata nella chiedere a Gesù anche solo una parola che sarebbe diventata parola di vita tale da salvare il suo servo. Quel centurione non chiede a Gesù un miracolo, qualcosa di spettacolare, qualcosa per sé… ma la salvezza per una persona che a quel tempo era considerata pari a niente.

È come se quel centurione dicesse a Gesù: il mio servo è un subalterno ed esegue ciò che gli dico, allo stesso modo io sono un tuo subalterno quindi dimmi quello che devo fare per avere salvo il mio servo, non ti chiedo di venire fino a lui e scomodarti per tutto il cammino, immagino che ci siano altre persone che hanno bisogno di te e non voglio sottrarti a loro. 

Il cuore del centurione è così grande da orientarsi non a se stesso ma agli altri. È il cuore di Gesù che non pensa per sé, ma arde d’amore per i figli dei Dio.

E come non pensare alla Vergine che ha dato al mondo un Figlio, cioè lo ha consegnato al mondo perché attraverso la sua vita il mondo avesse la Vita.

  • Oggi prova a vivere il servizio in modo disinteressato, senza attenderti nulla in cambio.

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