don Cristiano Mauri – Commento al Vangelo del 31 Marzo 2021

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ย Cena povera

Il commento al Vangelo del giorno di don Cristiano Mauri.

I capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo hanno deliberato lโ€™eliminazione di Gesรน (26, 4). Giuda sembra cogliere lโ€™occasione al volo e si reca da loro per contrattare la consegna.

Matteo non manca di evidenziare la sua appartenenza alla cerchia piรน intima di Gesรน, facendoci avvertire lโ€™orrore del tradimento in tutta la sua forza.

Il prezzo del venduto, secondo lโ€™interpretazione piรน diffusa, doveva essere una somma davvero irrisoria. Ma resta un dettaglio marginale.

Quel che sta al centro dellโ€™azione di Giuda รจ la consegna (paradidomi รจ il verbo usato che significa appunto โ€œconsegnareโ€) di Gesรน, che lui stesso aveva giร  annunciato per tre volte (17,22; 20, 8; 26,2).

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Il discepolo, piรน che il ยซtraditoreยป, appare come strumento di ciรฒ che โ€œdeveโ€ accadere, pur mantenendo ovviamente tutta la responsabilitร  personale.

รˆ importante tenere presente che la Passione รจ storia di Gesรน e non dei suoi nemici. A Lui spetta la centralitร  della narrazione, Lui fa procedere gli avvenimenti, Lui che li interpreta e dร  loro valore. Il resto, compresi i personaggi, sono una cornice e cosรฌ vanno considerati, Giuda compreso.

Lโ€™indicazione temporale segna il cambio di scena e lโ€™avvio di una nuova azione. Cโ€™รจ la Pasqua da celebrare e, di nuovo, Gesรน appare come colui che muove le cose.

Comanda ai discepoli che gli obbediscono rivolgendosi alla persona che aveva loro indicato con precisione, la quale a sua volta accondiscende alla richiesta.

Lโ€™espressione che Matteo usa per indicarla รจ quella che si impiegava per dire di una persona nota senza nominarla, qualcosa simile a โ€œil tal dei taliโ€. Gesรน, in questo modo, non appare come un indovino che anticipa gli eventi, ma come uno che comanda e le cui parole si compiono.

Fatta notte, Gesรน ยซsi stendeยป (cosรฌ letteralmente il testo, ricordandoci lโ€™uso del tempo nello stare a tavola) per celebrare la cena pasquale e il ritmo dei gesti tradizionali viene rotto dallโ€™annuncio della sua consegna (di nuovo: ยซUno di voi mi consegnerร ยป).

I discepoli, disorientati e in preda alla tristezza, dubitano delle proprie azioni future, chiedendo a Gesรน rassicurazioni in merito.

La risposta chiarisce lโ€™identitร  del traditore. Il tempo verbale che Matteo utilizza non lascia molti dubbi, perchรฉ lโ€™espressione andrebbe tradotta con: ยซColui che intinge proprio in questo istanteโ€ฆยป.

Dopo il detto sul Figlio dellโ€™uomo che colloca di nuovo la circostanza del tradimento dentro il disegno divino, Giuda prende parola con un intervento carico di sfacciataggine, come se non sapesse a chi Gesรน si riferisse.

Lo chiama โ€œRabbiโ€ anzichรฉ โ€œSignoreโ€, al modo degli scribi, collocandosi di fatto nella schiera dei nemici di Gesรน, che con la sua risposta, sigla la distanza decisiva tra lui e Giuda.

Spunti per la riflessione sul testo.

Quello del Cenacolo รจ il banchetto dei poveri, degli storpi, ciechi e zoppi, quello della parabola famosa. Non ci sono damerini da corte o chierichetti da sacrestia.

Dice il Vangelo che sono dodici uomini, ma attorno al Pane e al Vino siede il mondo intero, uomini e donne di ogni provenienza e di ogni estrazione.

I piedi e le mani segnati dalla vita. Il viso cosรฌ sporco dalla polvere e dal sudore del viaggio che si confondono i tratti e non ci si riconosce piรน.

Cosรฌ tanta la stanchezza e cosรฌ annebbiata la mente da non sapere piรน chi si รจ. Cosa si รจ. Chi รจ buono e chi รจ cattivo? Chi รจ fedele e chi รจ il traditore?

ยซSono forse io, Signore?ยป.

La veste della fede con cui siedono a tavola รจ lacera di dubbi e di errori, consunta dalle domande e dai turbamenti. Lโ€™umanitร  stesa a fianco del Cristo รจ piagata e piegata dalle tante cadute provate.

La fede che deve accogliere la ยซnuova ed eterna alleanzaยป รจ fatta con la stoffa di vite qualunque.

Agli occhi dei puristi la prima eucaristia รจ un banchetto di โ€œstraccioniโ€. Gente inadatta e indegna, senza meriti nรฉ crediti. Non ci potrebbe essere cornice peggiore al gesto infinito del Dio che si dona.

Eppure รจ a quelli e a quelle – proprio quelli e proprio quelle – che il Cristo si consegna. E il dono del Cristo consegnato รจ il vestito piรน bello che abbiano mai indossato.

Fare di quella Cena un banchetto di cortigiani meritevoli del posto per lโ€™abito lindo della loro impeccabilitร , รจ come prendere la strada di Giuda, quella di chi compra e vende.

Ma Cristo si รจ donato a tutti e a tutte. Non si รจ certo venduto al migliore offerente.ย […] Continua qui…

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