don Claudio Doglio – Commento al Vangelo del 26 ottobre 2025

- Pubblicitร  -

Preghiera, Umiltร  e Giustificazione

Don Claudio offre una meditazione sulle letture bibliche per la trentesima domenica del Tempo Ordinario, in particolare la parabola del fariseo e del pubblicano. L’analisi si concentra sul tema della preghiera autentica, sottolineando che essa deve essere caratterizzata dall’umiltร  e dal riconoscimento del proprio limite e peccato, un atteggiamento esemplificato dal pubblicano.

Viene evidenziato il concetto di giustificazione come un dono di Dio ricevuto attraverso la fede umile, in contrasto con l’arroganza e l’attaccamento all’io del fariseo. Inoltre, il commento integra le riflessioni del libro del Siracide e del Salmo 33, che ribadiscono come Dio ascolti la preghiera dei poveri e degli oppressi, e include un riferimento alla Seconda Lettera di Paolo a Timoteo come testamento spirituale dell’apostolo.

Il messaggio centrale รจ che la preghiera efficace supera l’io e si affida al “tu divino” per ottenere la giustizia di Dio.

Continua dopo il video.

Trascrizione generata automaticamente da Youtube e rivista tramite IA.

- Pubblicitร  -

Nella 30ยช domenica del tempo ordinario, la liturgia ci propone dal Vangelo secondo Luca la seconda parabola dedicata alla preghiera, che segue immediatamente quella che abbiamo ascoltato domenica scorsa, della vedova e del giudice. Oggi il Vangelo ci propone due preghiere esemplari: quella del fariseo e quella del pubblicano. Esemplari in modo diverso, perchรฉ Gesรน, dopo avere proposto un modello di preghiera farisaica, dice che non ottiene il risultato, mentre รจ efficace l’altra, quella dell’umile, che pur essendo peccatore riconosce di essere peccatore. Mentre il fariseo รจ pieno di sรฉ, ringrazia il Signore con una bella preghiera formalmente ineccepibile, perรฒ piena di se stesso.

Nella preghiera si gioca veramente l’alternativa fondamentale nella nostra esistenza: io o Dio. Anche nella preghiera รจ possibile che il mio io sia al centro e Dio un pretesto, un’aggiunta. Mi interessa quello che sono io e quello che voglio io, mentre la preghiera che ci ha insegnato Gesรน รจ una preghiera che supera l’io e ci fa parlare ad un Tu divino.

E se la prima persona si adopera, come nel Padre Nostro, รจ la prima persona plurale: non “Padre mio, dammi il mio pane, libera me dal male”, ma “venga il tuo regno, sia fatta la tua volontร , dacci, liberaci”. รˆ importante questo superamento dell’io nel riconoscimento del Tu divino. La preghiera autentica รจ quella di chi si riconosce vuoto, peccatore, e si apre alla misericordia di Dio. “Abbi pietร  di me”, chiede la misericordia, la pietร  di Dio, un uomo che riconosce il proprio vuoto e il proprio limite.

Gesรน commenta: “Costui tornรฒ a casa giustificato, a differenza dell’altro, perchรฉ quell’altro si รจ esaltato e viene umiliato”. Il pubblicano, invece, che riconosce umilmente la propria debole condizione, viene esaltato, liberato, misericordiato dal Signore.

Il verbo “giustificare” รจ un verbo tipicamente paolino, non si trova abitualmente nel linguaggio di Gesรน, e in questo testo di San Luca รจ molto probabile l’influsso di San Paolo. Il discepolo dell’Apostolo introduce qui un concetto di teologia paolina. L’uomo giustificato รจ colui che si mette in rapporto a Dio con atteggiamento di umile fede, riconoscendo la propria creaturale incapacitร  e aprendosi per accogliere il dono della grazia di Dio. In questo modo l’uomo viene giustificato, reso giusto.

- Pubblicitร  -

Ricordate domenica scorsa? L’obiettivo che chiedeva con insistenza la vedova era la giustizia. Adesso ci viene detto che l’uomo รจ giustificato, cioรจ ottiene la giustizia, se la chiede con umiltร , cioรจ senza pretendere, senza imporre a Dio la propria volontร .

La preghiera insistente non serve per convincere Dio. Non รจ atteggiamento di fede se io sono convinto di sapere quello che mi serve e insisto perchรฉ Dio mi conceda quello che voglio io: non รจ atteggiamento di fede, รจ prepotenza, รจ arroganza, รจ superbia, e non viene ascoltata questa preghiera, anche se รจ fatta con formule liturgiche splendide, perchรฉ il Signore guarda il cuore. E dal cuore emerge l’attaccamento all’io o il desiderio di Dio.

La prima lettura ci offre qualche versetto dello scritto sapienziale del Siracide, un antico maestro di scuola, uno scriba di Gerusalemme che pubblicรฒ il manuale delle sue massime sapienziali verso il 180 a. Cristo. Raccolse per temi le sue riflessioni, e cosรฌ in questo capitolo 35 troviamo alcune formule proverbiali sulla preghiera e sulla umiltร  della preghiera.

Dio รจ giudice, ma giudice giusto, che non fa preferenza di persone, non รจ parziale a danno del povero. Spesso invece รจ possibile che i giudici siano parziali e diano la preferenza al ricco. In una causa fra un potente e un debole, molto facilmente la vince il potente. Nel caso di Dio, questo non succede; anzi, il Signore ascolta la preghiera dell’oppresso, non trascura la supplica dei deboli. E le figure tipiche di deboli sono orfani e vedove. Quando una vedova si sfoga nel lamento con il Signore, il Signore l’ascolta proprio perchรฉ รจ senza protezione sociale, senza forza civile. Chi perรฒ sta dalla parte dei deboli, dei piccoli, dei poveri, dell’orfano e della vedova, trova benevolenza. La sua preghiera arriva alle nubi e le attraversa.

La preghiera del povero attraversa le nubi, รจ come una realtร  che si muove nello spazio e arriva fino a Dio. La preghiera del debole, del povero, รจ la preghiera di coloro che stanno dalla parte dei poveri, quelli che Gesรน chiama i poveri in spirito, quelli cioรจ che hanno lo spirito povero, che hanno la consapevolezza di essere poveri, deboli, limitati. รˆ l’atteggiamento del pubblicano: “O Dio, abbi pietร  di me peccatore”. Una preghiera che desidera la giustizia, che chiede misericordia con umiltร , con il cuore contrito e umiliato, ottiene il risultato. E il risultato รจ la giustificazione: chiediamo la giustizia, otteniamo la giustificazione, cioรจ diventiamo giusti.

Il Salmo 33 ci aiuta a continuare la riflessione su questo: “Il povero grida e il Signore lo ascolta, li libera da tutte le loro angosce, perchรฉ il Signore รจ vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti”. Riconoscete queste parole molto simili a quelle del Salmo 50, il Miserere: “Se offro olocausti, non li accetti, mentre ti รจ gradito un cuore contrito e umiliato; tu, o Dio, non disprezzi un animo affranto”.

รˆ lo stesso tema. I poveri che gridano sono in realtร  coloro che hanno il cuore spezzato, cioรจ non tronfio, orgoglioso e arrogante, ma con atteggiamento benevolo, consapevole dei propri limiti, si affidano al Signore.

L’apostolo continua a offrirci degli insegnamenti preziosi scrivendo al discepolo Timoteo la sua seconda lettera, quella che รจ un po’ il testamento spirituale di San Paolo, scritto nell’imminenza del suo martirio. Nel brano che ci ha proposto questa domenica troviamo un resoconto drammatico ma fiducioso degli ultimi momenti dell’Apostolo.

Nella sua prima difesa in tribunale, nessuno gli รจ stato vicino, lo hanno abbandonato tutti. Si รจ trovato solo, ma dice con forza: “Non sono solo, il Signore รจ stato con me, mi ha liberato e sono convinto che mi libererร  da ogni male”. Pochi giorni dopo aver scritto queste cose gli taglieranno la testa, tenetene conto. Il Signore lo libera da ogni male, ma non dalla decapitazione. Morirร  poco dopo e in modo violento, ma il Signore lo ha veramente liberato da ogni male: gli รจ stato vicino, gli ha dato forza, lo ha accompagnato.

E Paolo ne รจ consapevole: “Ormai sto per essere versato in offerta”. La libagione era un sacrificio in cui si versava un liquido nella terra, e Paolo ha l’impressione di essere lui questo liquido che sta per essere versato come offerta, tutta la sua vita data per il Signore. Al momento finale puรฒ dire: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.

La buona battaglia o la corsa รจ la fede, รจ l’impegno a desiderare la giustizia. E siamo giustificati se, come poveri e umili, ci mettiamo nelle mani del Signore, l’unico in grado di fare giustizia.

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...