don Claudio Bolognesi – Commento al Vangelo del 23 Luglio 2023

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No – la zizzania non l’ha seminata il padrone del campo. E – sì – verrà il momento in cui si arriverà a mietere. Sì, le cose andranno a posto. Perché il problema è che noi viaggiamo sul “tutto e subito”, “adesso, oppure niente”. Se c’è il male vuole dire che ce l’hai messo Tu. Se Dio esiste e ci vuole bene, il male non può esistere. Abbiamo diritto di vivere già in Paradiso, suvvia, poche storie. Oppure il nostro è un Dio che gioca con noi, con la nostra sofferenza. Ce la manda per ragioni sue che noi, ciechi e ubbidienti, dobbiamo accettare. Un giorno capiremo. Oppure no, non capiremo, perché alla fine i suoi pensieri non sono i nostri pensieri. Ma andrà bene lo stesso. Qui c’è qualcosa che non va. Vale la pena diventare atei?

Seconda parabola: cosa ce ne facciamo di un Dio che è garante del bene in un mondo in cui il male è tanto grande? Come possiamo fare noi discepoli per combattere ciò che non va, se ciò che non funziona è così mostruosamente grande e vincente? Ci può bastare il Dio del granello di senape? Uno che ragiona a “dimensione orto” mentre noi per meno di una foresta equatoriale non ci scomodiamo? Terza parabola: e vai col lievito e la farina. Come se nella società dell’immagine, dove se non sei visibile non sei nessuno, abbia senso immedesimarsi nel lievito che è tutta sostanza e non lascia segno della sua azione.

Ne vediamo solo il risultato. Scusa, Gesù, sembra proprio che fai apposta a stare dalla parte dei perdenti di questo mondo. E noi che vorremmo essere al primo posto nelle statistiche dei battezzati in confronto alle altre religioni, rassicurati dai numeri circa il fatto di non avere sbagliato a considerarci credenti… Noi dalla parte della pazienza con la zizzania, degli orti popolati di senapi, dei lieviti… noi non ci vogliamo stare.

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Invece la buona notizia, il Vangelo di questa domenica è la Tua voce che ogni giorno, da secoli, ci ripete che – sì – Tu non Ti sei sbagliato a seminare il campo del mondo. Ci hai messo proprio del seme di primissima qualità. Tu hai pazienza e la Tua pazienza è vincente. Perché non vedi solo il “qui e ora” ma il Tuo sguardo abbraccia tutta la storia arrivando all’eternità. Sai che la sofferenza, ciò che la piantina non ha ricevuto perché il nutrimento le è stato tolto della zizzania, verrà compensato. Di più: Tu sei il Dio dei miracoli e se la zizzania ci crede anche solo un pochino, può essere che prima della mietitura si trovi trasformata in grano buono. Al tempo stesso la parabola ci rassicura: il tempo della mietitura verrà, non dubitiamo. Oddio, la cosa ci rassicura perché è ovvio che noi ci immedesimiamo nel seme buono. Che non è poi così scontato. 

Le altre due parabole aggiungono note preziose. Il Tuo sguardo non è solo comprensivo di tutto il tempo. Non contempli solamente dalla semina alla mietitura e oltre. Tu ci vedi bene. Noti addirittura le cose piccoline. Per Te ha un valore infinito anche il cespuglione di senape nell’angolo dell’orto. A patto che sia accogliente verso gli uccelli del cielo. Tu sei quello che c’è, che è presente dove due o tre sono riuniti nel Tuo nome. Non hai bisogno delle folle oceaniche per essere rassicurato della bontà di ciò che doni.

Degli applausi della folla per sentire di essere amato. Tu sei quello a cui interessa che il pane riesca lievitato bene. Che arrivi sulla tavola di tutti, specialmente i poveri, caldo e fragrante, profumato. Se poi chi lo mangia neanche lo sa che per essere così buono c’è voluta una polverina da niente che ha lavorato in silenzio tutta la notte, a Te questo non sembra importare. 

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“Chi ha orecchi ascolti!”. È la Tua ultima parola in questa domenica al centro di un’estate torrida. Potremmo prenderlo come un ultimatum. Ma a noi le orecchie le hai aperte il giorno del battesimo. Ci hai reso Tu capaci di ascoltare, ed è questo ciò che vogliamo fare.

don Claudio Bolognesi
✝️ Commento al brano del Vangelo di:  ✝ Mt 13, 24-43