Che lโimmagine biblica del โBuon Pastoreโ oggi piaccia solo ai preti รจ un dato di fatto. Basta fare una piccola ricerca, una โguggolataโ e si trovano un sacco dโimmagini ma tutte antiche. Affreschi di catacombe, mosaici… Nel campo della musica qualcuno ci prova con il salmo 23, โil Signore รจ il mio pastoreโ.
Ascolta “don Claudio Bolognesi – Commento al Vangelo del 21 Aprile 2024 – Proprio Amati” su Spreaker.Ma anche qui siamo sul vecchiotto. Perchรฉ? Oggi dire a uno che รจ una โpecoraโ equivale ad offenderlo. Un famoso critico dโarte รจ diventato ancor piรน famoso urlandolo in tv. Ai Tuoi tempi, per gli Ebrei la cosa era diversa. Il Dio-pastore raccontato da Isaia (Is 40,11) รจ una figura dolcissima. Il pastore-servo di Dio, nuovo Davide annunciato dal profeta Ezechiele รจ la quintessenza della giustizia, del prendersi cura.
Qui sta il primo snodo fondamentale del vangelo di questa domenica. Lโannuncio della Tua vicinanza, del fatto che Ti prendi cura di noi. Quello che oggi noi esprimeremmo parlando di un Dio-Madre, Tu lo dici contrapponendo il pastore al mercenario.
Colui che ama a chi riduce i rapporti ad un mercato. Il suo interesse, mettersi in salvo, vale piรน di qualsiasi altra cosa. Rafforzi lโidea con ciรฒ che succede quando arriva il lupo: il pastore scappa – quello che fanno in 10,5 le pecore davanti ad un estraneo -, il lupo le rapisce e le disperde.
Il verbo โrapireโ il vangelo di Giovanni lo usa solo in unโaltra occasione, al capitolo 6 (Gv 6,15), quando dopo la moltiplicazione dei pani racconta che vogliono – non si sa chi – โrapirti/prendertiโ per farti Re. Allo stesso modo il verbo โdisperdereโ lo usa solo al capitolo 16 (Gv 16,32) quando di fronte ai discepoli che dicono di avere finalmente capito tutto e possono credere che sei uscito da Dio, profetizzi che saranno dispersi ognuno per suo conto e che Ti lasceranno solo.
Il potere, la presunzione che portano alla solitudine, alla perdita della fede … Questo รจ ciรฒ da cui ci salvi. Combatterli รจ il Tuo compito di Buon Pastore. Cโรจ un secondo tema che affiora prepotentemente ad una lettura paziente. Tu โdaiโ, โdeponiโ la Tua vita. In questo capitolo il verbo ritorna cinque volte. Era il vino buono ad essere deposto sulla tavola di Cana.
Il corpo dellโamico Lazzaro ad esserlo nel sepolcro cosรฌ come verrร fatto con il Tuo. Quella vita che durante la grande preghiera dei capitoli 13-17 racconti che darai e che Tu solo sei in grado di far sรฌ che anche noi impariamo a donare. Un utilizzo particolare del verbo โdeporreโ riguarda le Tue vesti, che durante lโultima cena deponi per indossare il grembiule con il quale laverai i piedi degli apostoli.
Quelle vesti poi le riprenderai. Cosรฌ questo vangelo racconta che fai con la Tua vita. Quelle stesse vesti Ti verranno โpreseโ e divise in quattro parti dei soldati sotto la croce. Ciรฒ che doni per amore, servendo, noi da sempre cerchiamo di prendercelo con la forza, con la spada. Eppure anche quelle vesti, simbolo del dono della Tua vita, prese e divise tra i soldati, Tu le riprenderai, perchรฉ questo รจ il comando ricevuto dal Padre.
Perchรฉ Lui Ti ha affidato anche le altre pecore, quelle che non fanno parte di questo recinto. A questo punto si apre un terzo tema fondamentale che per noi abituati a considerarci Tuo gregge, per quanto riottoso e recalcitrante, affascinato dalla possibilitร di smarrirci, รจ un poโ piรน misterioso. Chi sono queste altre pecore? Da dove provengono se non sono da questo recinto?
Potremmo dare facili risposte a senso, ma forse รจ un capitolo che dobbiamo studiare ancora molto. Eppure Tu dici che Ti ascolteranno, che diventeranno un solo gregge, un solo pastore (Ti sei dimenticato il โconโ?). Se il primo gregge erano gli Ebrei e queste altre siamo noi, ok. Se il primo siamo noi, come ci verrebbe da pensare, allora il discorso si fa decisamente curioso.
don Claudio Bolognesi
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