don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 4 Agosto 2020

Erano andati da Gesù per muovergli l’accusa di trasgressione dei precetti della Legge e, invece, si ritrovano smascherati nel loro bisogno di rassicurazione: quello che compiono, infatti, non ha alcun riferimento a Dio ma proviene soltanto da un sistema di pensiero escogitato per esercitare un loro potere. Chi sta nella vita in questo modo non ha nulla a che vedere con Dio: Dio non pianta simili piante! Le piante di Dio si riconoscono da ben altri frutti, primo fra tutti quello della disponibilità a lasciarsi toccare mente e cuore dal modo nuovo attraverso il quale Dio visita la storia. Chi si lascia guidare dalla propria brama di rassicurazione e di potere non può che precipitare in un fosso insieme a tutti coloro a cui ci si propone di fare da guide.

Gesù, col suo modo di pensare e di agire, resta uno scandalo non rimosso: anzi, sembra quasi non faccia nulla per attenuare questa dimensione di scandalo. Lo è, però, per chi non vuol essere messo in discussione e preferisce la propria pratica religiosa alla fede che si lascia mettere nuovamente in cammino senza arrivare a far coincidere le esperienze di Dio con Dio stesso. Altro è Dio, oltre è Dio. Ne sanno qualcosa gli amici di Dio, a patire da Abramo, Mosè e molti altri.

È vero: a volte si preferisce una vita di maschere a un serio percorso di verità. A che serve, però, scandalizzarsi se non si è disposti a cambiare modo di vedere le cose? È più facile farsi giudici del cammino di conversione degli altri che riconoscere di aver ancora bisogno di camminare personalmente.


AUTORE: don Antonio Savone
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