Senzโaltro molto vivace questo racconto di Marco, composto da diverse scene.
Siamo nel paese dei Geraseni, prima regione pagana visitata da Gesรน. Alieni dalla fede e dagli ideali di Israele comโerano, i Geraseni erano tutti intenti alle loro cose. Nel nostro caso li troviamo occupati con un grande allevamento di maiali (duemila capi). Quella occupazione era ciรฒ attorno a cui ruotava lโintera esistenza. Di certo poco interessati alla solidarietร sociale (rappresentata qui dal โpovero pazzoโ, incatenato, emarginato e difficilmente โgestibileโ) e per nulla interessati allo stesso Gesรน, โelemento di disturboโ, tanto da incoraggiarlo ad andarsene via.
Che Gesรน e i suoi discepoli lascino il territorio โprotettoโ di Israele per recarsi in una zona abitata da una popolazione che vive esplicitamente nel paganesimo, attesta che la persona e lโopera di Gesรน non riguarda solo gli Israeliti ma ha valenza universale.
In quel territorio tutto contaminato da cui bisognava tenersi lontano, Gesรน vi entra direttamente affrontando la situazione di petto. Lรฌ incontra anzitutto un uomo che per la prima volta ha a che fare con qualcuno che lo sta ad ascoltare. Nessuno aveva tempo per lui, presi comโerano dai loro affari. Quellโuomo era solo un fastidio, uno da cui tutelarsi. Il suo contesto sociale credeva di domarlo emarginandolo, ma la forza di quellโuomo non era comune e perciรฒ gridava tutto il suo odio per lโesistenza, proprio mentre vagava tra i sepolcri e sui monti (altalenando, cioรจ, tra la morte e la vita, proprio come accade sovente anche a noi). Come se non bastasse, quellโuomo era diventato autolesionista: si percuoteva con pietre. Vittima di un ambiente e vittima di se stesso. Vittima di una profonda lacerazione tra il suo desiderio soggettivo inappagato e una realtร esterna che gli era ostile.
Respinge ed รจ respinto dalla sua societร ; in realtร ha finito per assorbire tutti i dรจmoni che la fanno da padroni in quella societร materialista e idolatra. Vittima โ oggi diremmo โ di una struttura di peccato. Sconvolto comโรจ da ciรฒ che non riesce ad accettare lo contesta senza freni e senza controlli. Una contestazione per nulla costruttiva ma molto istintiva e individualistica.
Allโuomo posseduto dalla โLegioneโ di demoni, Gesรน chiede anzitutto il nome perchรฉ prenda coscienza che lโidentitร restituitagli dal male รจ semplicemente alienante e distruttiva. Quella sua follia era, in realtร , una provocazione irrazionale contro i suoi. Gesรน lo ascolta ma gli fa comprendere che la sua protesta deve intraprendere tuttโaltro percorso. ร necessario, infatti, che egli per primo acconsenta a lasciarsi liberare da ogni istinto di male per poi far ritorno presso i suoi con un nuovo modo di guardare e affrontare le cose.
Da โpurificareโ, perรฒ, non รจ solo lโuomo posseduto da uno spirito immondo, ma anche il paese dei Geraseni stesso.
Quellโuomo abita fra i sepolcri (vive come morto in un mondo di morti) e โun gran branco di porciโ (unโeconomia assunta ad idolo e basata sullโingiustizia). Nel liberare quellโuomo dal male e nellโacconsentire che quel male si riversi nella mandria di porci, Gesรน condanna una societร ingiusta e disumana.
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Poichรฉ la guarigione di quellโuomo costa la distruzione di non pochi beni, risulta antieconomica come antieconomica รจ ogni forma di solidarietร . I Geraseni, perรฒ, a Gesรน preferiscono i loro porci: egli รจ ritenuto โnon convenienteโ ai loro progetti e al loro stile di vita. Se prima avevano paura della follia di quellโuomo, ora hanno paura della sua guarigione. Se prima temevano di restare contagiati, ora dovrebbero ricredersi sui valori in cui investono la loro esistenza.
AUTORE: don Antonio Savone
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