don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 29 Gennaio 2022

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Passiamo allโ€™altra rivaโ€ฆ

Tutto avrebbe sconsigliato una simile proposta. Ne venivano da una giornata intensa. Aveva subito le calunnie da parte degli scribi, lโ€™essere ritenuto fuori di sรฉ da parte dei suoi. La folla era tanta e Gesรน aveva addirittura dovuto farsi mettere a disposizione una barca da cui parlare. Poi, ancora, aveva parlato loro in parabole. Era ormai sera e il buon senso avrebbe suggerito di non avventurarsi.

Se a questo si aggiunge poi il rischio di un violento temporale che senzโ€™altro stava per annunciarsi e, da ultimo, la non opportunitร  di frequentare un territorio, quello della Decapoli, da dove qualcuno gli chiederร  addirittura di andarsene (si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio, Mc 5,17) il quadro รจ completo. Di sera attraversare il lago verso un territorio pagano? Significava proprio andarsela a cercare. Che necessitร  cโ€™era in quellโ€™avventurarsi un poโ€™ maldestro, superficiale e incosciente? E invece, puntuale giunge lโ€™invito di Gesรน: passiamo allโ€™altra riva. Invito ripetuto ogni giorno da allora alla comunitร  dei discepoli di ogni tempo: passiamo allโ€™altra riva. Invito ripetuto anche lโ€™ultimo giorno della nostra avventura terrena quando saremo chiamati a guardare le cose come le guarda Dio.

Immagino la resistenza dei piรน che senzโ€™altro avrebbero preferito altri lidi. Quello in cui si trovavano e che giร  conoscevano era senzโ€™altro piรน sicuro.ย  A quellโ€™ora, dopo una giornata intensaโ€ฆ. Ma cosa ti viene in mente? Non hai altro a cui pensare? Resistenza che emergerร  tutta di lรฌ a poco quando si trasformerร  in paura prima e rabbia poi tanto da rimproverare chi aveva preso lโ€™iniziativa di quella sciocca e drammaticaย  traversata: non tโ€™importa che moriamo? Della serie: te lโ€™avevamo dettoโ€ฆ Dinamiche che ben conosciamo.
Passiamo allโ€™altra rivaโ€ฆ

Non รจ il diversivo proposto da Gesรน al gruppo dei discepoli. Cโ€™รจ un ben preciso intento in quellโ€™invito espresso con autorevolezza in un frangente che forse consiglierebbe di rimanersene tranquilli sulla sponda che giร  conoscono. Appunto, quel passiamo allโ€™altra rivaโ€ฆ รจ lโ€™invito/comando a lasciare la riva di sempre, le sponde fin troppo frequentate. Cโ€™รจ unโ€™altra postazione da guadagnare e non giร  per fare proseliti ma per provare a guardare le cose di prima e la riva di prima, come passate. Ne sono nate di nuove. Cโ€™รจ una pasqua da vivere.
Passiamo allโ€™altra rivaโ€ฆ

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Quanta seduzione in queste parole di Gesรน! Quali orizzonti potrebbero dischiudere! Quali territori del cuore ancora da esplorare! Parole da accogliere sulla fiducia, quella di sapere che lui รจ con noi, sulla stessa barca: non avete ancora fede? E, tuttavia, quelle parole ripetute da Gesรน nelle nostre sere se da una parte lasciano presagire possibilitร  inedite dallโ€™altra marcano al contempo tanta resistenza a far sรฌ che le nostre barche si lascino sospingere verso confini mai valicati prima.

Il passare allโ€™altra riva, infatti, non รจ mai indolore. Si scatena una vera e propria tempesta dinanzi alla quale la reazione prima รจ la paura, vale a dire lโ€™incapacitร  di stare nella bufera senza perdere la pace. In piรน, come se non bastasse, a colui che ha preso lโ€™iniziativa di buttarci a mare sembra non interessi quello che per colpa sua in qualche modo stiamo vivendo: non tโ€™importa che moriamo?

La paura della morte: ecco cosa fa capolino tutte le volte che la vita ci mette dinanzi unโ€™altra riva. La paura di lasciare un mondo, un territorio, unโ€™esperienza di cui conosciamo il codice, unโ€™esperienza che abbiamo imparato a gestire. Avventurarsi come Gesรน propone verso un territorio a rischio di contaminazione come poteva essere un territorio pagano scatena tutta una serie di eventi che immediatamente ci fanno perdere il controllo. E a noi par di morire. Giร . La posta in gioco รจ proprio accettare di morire alla vecchia riva, al vecchio modo di guardare le cose. Perchรฉ siete cosรฌ paurosi? รˆ lโ€™invito a dare un nome e un volto alle mie paure. Che cosa mi trattiene?

Il vento e il mare infuriati ci parlano spiegandoci nuove visioni della realtร  ma il loro รจ un linguaggio che non conosciamo perchรฉ violento e dunque non sappiamo dominarlo. La furia del vento e del mare ci dicono che รจ con altri strumenti che sarร  possibile compiere quella traversata. I soliti modulati sul ritmo dellโ€™ansia e della paura non portano da nessuna parte. Quanto diversa la reazione di Gesรน di fronte a quello stesso linguaggio del vento e del mare: egli se ne stava a poppa, su un cuscino, e dormiva.

Sarร  lui a mettere a tacere vento e mare quando si troverร  costretto a misurare che nel nostro cuore fa faticaย  a germogliare la fede e la disponibilitร  a lasciarsi condurre. E intimerร  al vento e al mare non di arrestarsi ma di non piรน parlare.
Perchรฉ sono cosรฌ pauroso? Non ho ancora fede?
Due domande da tenere sempre aperte se voglio accogliere lโ€™opportunitร  di conoscere altre rive. La paura della traversata non ci impedisca di conoscere nuovi approdi.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM