Fiducia, fedeltร e rischio
Dio si fida e perciรฒ si affida, allโuomo, a questo uomo che sono io, secondo la mia capacitร . E la prova della fiducia risiede proprio nello starsene lontano: partรฌโฆ Dio si fida, non ha paura e perciรฒ si sente ben rappresentato da questโuomo che sono io. Lโuomo โ ha detto qualcuno โ il rischio di Dio. Fidandosi Dio rischia. Fiducia nei confronti di questโuomo che sono io perchรฉ possa essere non solo amministratore di doni ricevuti in vista di una restituzione ma partecipe della stessa gioia di colui che dona: entra nella gioia del tuo Signore.
Vangelo che ci rilegge, dunque. Rilegge il nostro modo di stare al mondo a contatto con la nostra vita e con quella di quanti ci sono affidati. Rilegge il nostro atteggiamento di fronte a quanto con generositร e premura il Signore รจ andato dispensando di domenica in domenica. Non unico il modo di rapportarsi al dono come non unico รจ il modo di rapportarsi al reale.
Si puรฒ stare al mondo piรน preoccupati di evitare il male che di operare il bene, tranquilli e โ perchรฉ no? โ magari anche compiaciuti solo perchรฉ non abbiamo fatto questo, abbiamo evitato quello (โcastitร custodite nellโariditร , celibati che rendono uomini complessati, matrimoni mortificatiโฆ affetti appiattiti dalla noiaโฆ rapporti condizionati dallโinteresseโ). Vita sรฌ, ma nella recita.
Al mondo sรฌ, ma secondo la logica dellโevitamento e della giustificazione.
Al mondo sรฌ, ma a ribasso, possibilmente frequentando percorsi preferenziali.
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Al mondo sรฌ, ma solo secondo uno stile di conservazione che si alimenta della paura, quella che chiude inesorabilmente nel vecchio dove la vita coincide con quello che รจ stato, non con quello che giร sta accadendo e che chiede di essere riconosciuto e accolto perchรฉ possa fruttificare.
Al mondo sรฌ, ma rincorrendo isole private di consolazione e di rifugio: quante le forme di religiositร lette come un risveglio della fede e che invece non sono altro che un comodo ripiego per non assumersi le proprie responsabilitร rispetto alla storia.
Al mondo sรฌ, ma scavando buche entro le quali sotterrare quanto di prezioso abbiamo ricevuto, finendo cosรฌ per esserne personalmente inghiottiti e perciรฒ fingendo di vivere in superficie.
Al mondo sรฌ, ma nellโaccidia, in quellโatteggiamento, cioรจ, che si oppone alla vita perchรฉ non genera, non semina, non opera, non mette a frutto nulla di sรฉ.
Eppure la parabola di Mt parla di un credito di fiducia accordato in anticipo. Fiducia di Dio riversata su tutti perchรฉ alle mani di ognuno รจ affidato qualcosa di buono. I beni di quel padrone assente per lungo tempo sono affidati ad altri. Ben a diritto Gv potrร ripetere noi abbiamo riconosciuto e creduto allโamore che Dio ha per noi (1Gv 4,16).
Gesรน sta per andarsene e nulla trattiene di suo: tutto quanto ho ricevuto dal Padre lโho fatto conoscere a voi. Noi veniamo al mondo per un credito di fiducia accordato in anticipo, ma rimaniamo a servizio della vita per il credito di fiducia che siamo in grado di suscitare e generare. Proprio della fiducia ricevuta รจ correre dei rischi. ร la fiducia che fa aprire al nuovo avventurandosi su strade mai percorse finora.
Quel che piรน รจ strano รจ che quel padrone affida il proprio patrimonio a soggetti di cui non conosce neppure la managerialitร . Un padrone interessato piรน che al frutto, alle potenzialitร insite nei suoi servi ai quali si potrebbero applicare le parole dette da Gesรน durante la Cena: non vi chiamo piรน servi, ma amici (Gv 15,15).
E invece talvolta ci sembra che il modo piรน riuscito per rispondere allโamore sia cristallizzare. Conservare non รจ il verbo dellโamore. Lโamore non รจ realtร che si coniuga con lโintento di attendersi ricevute che attestino che non ci sono piรน pendenze tra noi.
Il dono restituito โ ecco qui il tuo โ indica la fine dellโamore, la cessazione di un rapporto. Restituire il dono equivale a riconoscere di essere stati al mondo, nella vita, in una relazione senza aver mai compreso quello che il padre di Lc 15 dice al figlio maggiore: โfiglio, tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuoโ.
Dio non gode della restituzione ma dellโinventiva e della creativitร usate nel far circolare quanto mi รจ stato partecipato. Gioisce di una fede piรน preoccupata degli impulsi dello Spirito che non dei rischi umani da correre. Una fede non preoccupata del riconoscimento ma solo onorata per la fiducia di chi ha posto nelle sue mani un tesoro. Lโantidoto a una vita al ribasso non รจ lโintraprendenza o lโoperositร ma la fedeltร . Fedeli alla vita che solo per il fatto che mi รจ stata donata merita di essere vissuta fino in fondo. Fedeltร creativa che riconosce le opportunitร e le porta a compimento, rischiando, forse sbagliando pure, e comunque vivendo. Luogo della fedeltร รจ il presente, il qui e ora, cosรฌ come accade.
Ci sia dato, di fedeltร in fedeltร , di sentirci ripetere: entra nella gioia del tuo Signore.
AUTORE: don Antonio Savone
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