โNon aver pauraโฆโ. Si realizza la promessa di Gesรน nei discorsi dellโultima cena:ย โNon vi lascerรฒ orfani, ritornerรฒ da voiโ (Gv 14,18). Si tratta di una parola che torna tantissime volte nella Scrittura a indicare che ne abbiamo bisogno e non solo noi, persino grandi personaggi come Giosuรจ, Maria, Giuseppe.
โContinua a parlare e non tacereโ. Forse Paolo aveva pensato di ritirarsi a motivo dei contrasti sorti a Corinto. Ma il Signore gli chiede di non mollare.
โIo sono con teโ. Dio rinnova lโalleanza in un momento di difficoltร . Ad Abramo era stato detto:ย โLa mia alleanza รจ con te e sarai padre di una moltitudine di popoliโ. Paolo si sente affidare il popolo come era stato promesso ad Abramo. Prima di lasciare i suoi Gesรน aveva promesso:ย โEcco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโย (Mt 28,20). Non siamo mai soli nelle difficoltร delle nostre giornate.
โNessuno cercherร di farti del maleโ. In questa circostanza nessuno metterร le mani addosso a Paolo ma sappiamo che non molto dopo egli morirร martire. Paolo si sente dire che i suoi sforzi missionari, incerti e timidi, sono parte del disegno di Dio.
Cosa ne consegue per noi? Lโinvito a scavare lรฌ dove siamo, a non abbandonare il posto in cui siamo collocati, lรฌ chiamati a operare ed evangelizzare. Corinto รจ una tappa fondamentale per la missione di Paolo. Quale la nostra Corinto? ร necessario affrontare degli uditori che apparentemente sono refrattari allโannuncio evangelico, degli ambienti che apparentemente resistono al messaggio cristiano.
Inoltre รจ importante notare che il protagonista di tutta la missione รจ il Risorto:ย โIo ho un popolo numerosoโย e nonย โtu avrai successoโ. Vale a dire: il popolo รจย mio. Sono io che ho in mano il suo futuro, la sua conversione: tu, perciรฒ, non temere le difficoltร , le lentezze, le oscuritร . Il Signore รจ al centro dellโevangelizzazione. In Gv 21,16 Gesรน dirร a Pietro:ย โPasci leย mieย pecoreโ. Le pecore rimangono sempre del Signore, noi siamo solo degli strumenti.
Noi, come Paolo, siamo chiamati ad affidarci al disegno di Dio sapendo che il Signore sostiene il nostro servizio. ร vero che la resistenza della gente, il poco ascolto, il rifiuto talvolta, ci affaticano, ci logorano. Non dimentichiamo che cosa Paolo scrive in 2Cor 1,8-10:ย โNon vogliamo che ignoriate, fratelli, come la tribolazione che ci รจ capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di lร delle nostre forze, sรฌ da dubitare anche della vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i mortiโ. Paolo ha chiaro il valore salvifico e provvidenziale di ogni fatica, di ogni stanchezza:ย โDa quella morte perรฒ egli ci ha liberato e ci libererร , per la speranza che abbiamo riposto in luiโ. Le esperienze dolorose e la memoria del passaggio del Signore in quel momento sono motivo di ulteriore speranza.
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La consolazione viene dal Signore, รจ lui che sostiene interiormente, anche se gli eventi esterni sembrano non mutare. Il nostro servizio ha bisogno dellโincoraggiamento interiore, vale a dire di quella visuale di fede che ci permette di leggere anche le cose che non vanno alla luce del mistero di Dio. E ha bisogno anche di piccole gratificazioni esteriori che il Signore a suo tempo concede mediante il conforto umano (gratificazione della gente, ritorno alla fede di una persona da anni lontana).
Non dimentichiamo che Paolo riceve questa consolazione nella preghiera e in una preghiera prolungata e sofferta, in una preghiera che porta davanti al Signore gli insuccessi del suo apostolato.
โLa vostra tristezza si cambierร in gioiaโ: si tratta di una parola che dice riferimento allโesperienza vissuta dagli apostoli nel momento della morte e risurrezione di Gesรน: la morte li ha schiacciati mentre la risurrezione ha permesso loro di camminare di nuovo nella fede e nella gioia.
La vita cristiana รจ fatta di luce e di tenebre, di afflizione e di gioia che si alternano. Gesรน non dice:ย โLโafflizione passerร e avrete gioiaโ, maย โla vostra afflizioneย si cambierร ย in gioiaโ, sarร cioรจ il luogo in cui il Signore giร prepara la gioia. La risurrezione non si colloca soloย dopoย la croce, perchรฉ รจ passandoย attraverso la croce che Gesรน risorge.
Nella vita cristiana tutto allora รจ per la gioia, ma non siamo dispensati dai momenti di sofferenza: essi producono un frutto, che รจ la gioia e la consolazione di Dio.
AUTORE: don Antonio Savone
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