don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 26 Agosto 2023

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Oltre la facciata

Alla luce delle parole evangeliche, credo saremmo tentati volentieri di misurare gli altri con la forza che deriva da quelle parole, ma ce lo impedisce Gesรน stesso che oggi rivolge a noi, come ai discepoli allora, quelย voiย incalzante e impegnativo al quale nessuno puรฒ sottrarsi. Non ad altri, ma a ciascuno di noi e alla comunitร  cristiana sono rivolte queste parole:ย โ€œMa voiโ€ฆ non fatevi chiamare rabbรฌโ€ฆ Voi siete tutti fratelliโ€ฆ Non chiamate nessuno Padreโ€ฆ uno solo รจ il Padre vostroโ€ฆ Non fatevi chiamare Maestro, uno solo รจ il vostro Maestroโ€ฆ Il piรน grande tra voi sia vostro servoโ€.

Tenderemmo volentieri a riferire questa requisitoria anticlericale di Gesรน ad un potere comunque esercitato da altri: dai politici ai vertici ecclesiastici. Stentiamo a cogliere in essa la critica diretta ad un ben determinato modo di esercitare il potere, ogni potere, compreso quello che noi esercitiamo nei confronti di figli, discepoli, fratelli: il potere di un sano rispetto ad un ammalato, del benestante rispetto a chi รจ nellโ€™indigenza, di chi gode buoni rapporti familiari rispetto a chi vive il dramma della separazione, di chi vive nella conflittualitร  di coppia o in tensione con i figli o con i genitori.

Ecco perchรฉ dallโ€™imbarazzo iniziale che questa Parola suscita in noi, siamo chiamati a passare allโ€™accoglienza perchรฉ essa รจ per noi motivo di conversione. รˆ una Parola dura ma al contempo รจ una Parola che ci fa sognare: e ci fa sognare una comunitร  cristiana come espressione di novitร  di vita, una comunitร  cristiana dove vige continuamente quelย โ€œtra voi, perรฒ, non sia cosรฌโ€.

E per sognare รจ tuttavia necessario restare a contatto con la realtร  cosรฌ come รจ stigmatizzata da questa stessa Parola. รˆ una Parola che, prima ancora che invitarci a trovare capi di accusa fuori di noi, ci sollecita a guardarci dentro.

Prima di cercare fuori le cause di una disaffezione dalla vita di fede, abbiamo il dovere di chiederci se siamo stati fedeli a quanto il Vangelo ci chiede. La Parola di Dio passa attraverso la testimonianza vissuta. Non tocca a noi fare solenni professioni di identitร  cristiana. Il cristiano deve vincere la tentazione di darsi da sรฉ un nome: saranno gli altri a darglielo, illuminati, anche se non capiamo come, dallo Spirito.

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ccadde ben cosรฌ ai discepoli ad Antiochia. Ma allora, in questo modo, noi perdiamo la visibilitร  della comunitร ? In un certo senso sรฌ, perchรฉ lโ€™essere uomini evangelici significa assumere uno stile nascosto, umile, lo stile dellโ€™attesa, della fede pur nelle situazioni difficili. Ci sarร  qualcuno che si accorgerร ? E cosa importa?

Il Signore rinfaccia lโ€™aver dato vita a una religiositร  di facciata, preoccupata delle apparenze e delle tradizioni. Scribi e farisei usano la religione per affermare se stessi; essa dร  loro un certo prestigio, un ruolo sociale. Le loro sono sempre parole di conservazione, non giร  parole di speranza.

โ€œVoi usate parzialitร โ€. Il Signore si scaglia contro ogni orgoglio di casta. Quante discriminazioni, quante complicitร  cosรฌ radicate da risultare normali!

โ€œVoi siete tutti fratelliโ€. Il porsi in veritร  di fronte a Dio ci rimanda ad una condizione di uguaglianza. Gesรน ci rivela la sua posizione, ci annuncia da dove guarda la storia, dal basso. Ci rivela la sua passione, il suo desiderio. Ci mette in guardia dai farisei perchรฉย fariseoย significa separato. Ci parla a cuore aperto perchรฉ in noi nasca unโ€™altra logica, si coltivi un altro sogno, non solo quello di non separarci, ma soprattutto quello di non separare, non favorire condizioni che escludano.

โ€œVoi siete tutti fratelliโ€ย significa che la relazione padre-figlio รจ prima ancora una relazione fratello-fratello e il rapporto maestro-discepolo รจ prima ancora un rapporto tra condiscepoli, dove non รจ che lโ€™essere padre o maestro venga cancellato per una sorta di cameratismo, ma entrambi vengono ricondotti a unโ€™altra fonte, il Padre, di cui siamo tutti gli uditori prima ancora che amministratori. Un Padre che parla al padre anche attraverso il figlio e un Dio che parla al maestro anche attraverso il discepolo.

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