Allโinizio della vocazione/rivelazione di Paolo lโincontro personale con Gesรน Cristo. Una figura che si รจ fatta improvvisamente presente, quel giorno sulla via di Damasco, quasi unโirruzione che lo aveva disarcionato fino a prendere ogni giorno di piรน possesso della sua stessa vita. Una seduzione che gli aveva cambiato lโesistenza, il tesoro per il quale valeva davvero la pena di dare tutto quello che aveva e di fronte al quale ogni altra cosa era ritenuta spazzatura.
Paolo รจ letteralmente preso da Cristo Gesรน (Fil 3,12). Attraverso di lui una consapevolezza nuova comincia ad abitarlo: quella di essere amato, benedetto ancor prima della creazione del mondo.
Lโiniziativa di Dio sulla via di Damasco dischiude per Paolo una diversa comprensione delle cose: la vita cristiana non consisterร nel fare qualcosa per Dio, nel donare qualcosa a Dio, ma nellโaprirsi ad accogliere un dono e a rispondervi con unโesistenza segnata dalla gratuitร . Quella logica ascendente religiosa-sacrificale รจ stata ribaltata da quel movimento divino che abbiamo imparato a leggere come kรจnosi, come abbassamento e come donazione, che non esige contraccambi e tantomeno รจ finalizzato a suscitare un sentimento di reciprocitร . Gv 3,16, in quel dialogo notturno tra Gesรน e Nicodemo, aveva affermato: โDio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perchรฉ chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eternaโ.
Cristo dono di Dio. Un dono asimmetrico, che non cerca reciprocitร : โCome il Padre ha amato me, cosรฌ io ho amato voiโ (Gv 15,9); non dice: โcosรฌ io ho amato luiโ, ma โho amato voiโ. E inoltre: โCome io ho amato voi, cosรฌ amatevi gli uni gli altriโ (Gv 13,34); non dice: โcosรฌ voi amate meโ, ma โamatevi gli uni gli altriโ.
Paolo รจ lโuomo cosciente della propria indegnitร , della sua fragilitร , della sua malattia, della sua inadeguatezza, da una parte, e dallโaltra consapevole che la sapienza e la forza di Dio si fanno strada attraverso la debolezza umana. A partire da questa coscienza, Paolo รจ consegnato alla Chiesa come il discepolo che dedica i suoi giorni, senza riserva alcuna, a ciรฒ per cui รจ stato prescelto: la proclamazione del Vangelo come annuncio e testimonianza della sollecitudine di Dio per lโuomo in Cristo Gesรน. Tale proclamazione รจ da lui vissuta come un dovere (1Cor 9,16), come un incarico affidato facendosi tutto a tutti pur di guadagnare qualcuno.
ร lโuomo che vicino alla morte puรฒ dire di se stesso di avere conservato intatta la sua fede, la sua appassionata adesione a Gesรน al punto da non riuscire a definirsi e a esistere se non in lui, di lui, con lui, per lui.
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Paolo che sulla via di Damasco accetta di essere disarcionato da quel Gesรน che stava perseguitando, conoscerร presto lโemarginazione e il silenzio prima di essere riconosciuto come annunciatore instancabile del vangelo del regno. Gli sarร costata cara la fedeltร al suo Signore se, nel rileggere la sua vicenda, la collocherร proprio allโinsegna dellโessere riuscito a conservare la fede. Quale forza evocativa racchiude il fatto di guardare alla propria esistenza non misurando i risultati raggiunti o i consensi ottenuti o i fallimenti registrati ma semplicemente affermando di essere rimasto credente!
Il suo andare geografico per i territori allora conosciuti credo possa essere lettoย come simbolo di una itineranza alla quale aveva acconsentito anzitutto nel suo mondo interiore, lร dove piรน forti sono le resistenze a misurarsi con la rivelazione di Dio. Non si muove un passo fuori di noi se non si รจ disposti a compierlo anzitutto dentro di noi.
Credo sia questa la sfida consegnata a noi comunitร cristiana: la capacitร di riconoscere nelle trame della nostra storia la rivelazione di un Dio capovolto alla quale acconsentire anche a costo di mettere in gioco un nostro sistema di pensiero.
Una esistenza, quella di Paolo, attraversata dalla passione di rendere ragione della speranza ย che aveva acceso la sua vita e perciรฒ spezzata come quella del loro Maestro. Vicenda, la sua, a cui bastava la consapevolezza di un Dio che rimane vicino anche se non risparmia la possibilitร che lโannuncio possa essere contraddetto: il Signore, perรฒ, mi รจ stato vicino โ attesta Paolo in 2Tm 4,17 โ e mi ha dato forza perchรฉ per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggioโฆ Uomo abbandonato e sotto processo (processo che finirร male) e che, tuttavia, vede compiersi il Regno di Dio, capace di contemplare lโopera di Dio anche quando le circostanze sono mediocri o addirittura avverse, senza mai abbandonarsi a rivalse.
AUTORE: don Antonio Savone
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