don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 22 Novembre 2020

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โ€œSarร  chiamato Emmanueleโ€ (Mt 1,23), cosรฌ lโ€™angelo aveva annunciato a Giuseppe la nascita di Gesรน allโ€™inizio del Vangelo. Quel Figlio che eccedeva ogni aspettativa di Giuseppe e di Maria, sarebbe stato il Dio con noi. Alla fine del Vangelo, mentre Gesรน prenderร  congedo dai suoi, ribadirร  ancora una volta quel nome e quella modalitร  di essere: โ€œEcco io sono con voi fino alla fine del mondoโ€ (Mt 28,20).

In che modo egli รจ con noi? Certo lo รจ mediante la sua grazia, lo รจ mediante la sua parola, lo รจ mediante i sacramenti. Tuttavia ha scelto un modo tanto insolito quanto dimesso da non essere immediatamente riconoscibile: la vulnerabilitร  dellโ€™altro, il limite dellโ€™altro. Sotto i panni dellโ€™altrui fragilitร  Dio ha scelto di stabilire la sua dimora, lรฌ ha scelto di piantare la sua tenda e lรฌ ha chiesto di essere onorato, proprio come lo si riconosce e si adora โ€œsotto i veli che il grano composeโ€ (Inno eucaristico). Tutte le volte che ci saremmo misurati con la debolezza altrui, lรฌ egli fissava lโ€™appuntamento privilegiato da non disattendere, pena il fallimento del nostro stesso essere al mondo.

[continua dopo i video]

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Corpus hominis, corpus Domini: sotto il velo della mia umanitร  la presenza del Signore. Quale grandezza!

โ€œCaro salutis cardoโ€, ripeteva Tertulliano. La carne รจ il cardine della salvezza.

Rivestendo lโ€™abito dimesso della fragilitร  e del bisogno, stabiliva che Dio non รจ da cercare ma da riconoscere e accogliere. Se Dio si รจ fatto uomo โ€“ e lo รจ per sempre, tanto che quella umanitร  se lโ€™รจ portata con sรฉ accanto al Padre โ€“ รจ sempre con lโ€™uomo che i credenti devono accettare di misurarsi se vogliono misurarsi con Dio. A determinare la riuscita di unโ€™esistenza non รจ, cosรฌ, il rapporto con Dio ma quello con gli uomini: โ€œNon chi dice Signore, Signore, ma chi fa la volontร  del Padre mioโ€ (Mt 7,21).

A nessuno sarร  chiesto se ha creduto, ma se ha amato; non gli sarร  chiesto se รจ salito al tempio, ma se ha aperto la sua casa al bisognoso; non gli sarร  chiesto se ha offerto al Signore, ma se ha condiviso il pane con chi ne aveva necessitร .

Quel giorno scopriremo che si possiede in modo definitivo solo ciรฒ che avremo voluto condividere e quindi perdere immediatamente. Strana matematica quella di Dio: piรน ti privi piรน raccogli, piรน doni piรน ricevi. La chiusura, invece, lโ€™indifferenza, il rifiuto non potranno non avere come esito se non il nulla dal momento che hanno giร  distrutto lโ€™esistenza. Alla fine, infatti, nessun giudizio, solo una rivelazione di quello che ha animato il cuore dellโ€™uomo e perciรฒ una separazione, la stessa che รจ possibile effettuare tra pecore e capre.

Stando cosรฌ le cose egli stabiliva che lโ€™intera nostra esistenza, senza soluzione di continuitร , sarebbe diventata la vera liturgia da offrire a Dio. Cโ€™รจ, forse, un istante della nostra giornata in cui qualcuno non fa appello implicitamente al nostro sguardo, alla nostra attenzione, alla nostra cura? Da chi ci tende una mano a chi ci mostra il suo viso triste, da chi รจ chiuso nel suo isolamento a chi non riesce a gustare un poโ€™ di serenitร , da chi registra la ferita dellโ€™abbandono a chi quella dellโ€™incomprensione, noi siamo posti continuamente di fronte al mistero santo di Dio che si manifesta nascondendosi, ossia facendo appello alla tua libertร  e a quella presenza di sรฉ impressa dentro di te mentre venivamo plasmati a sua immagine e somiglianza.

Nessuno resterร  uno sconosciuto per noi. Quandโ€™anche non sapessimo nulla della sua vita, abbiamo lโ€™informazione che piรน conta: Cristo lo ha unito a sรฉ al punto da identificarcisi.

Un desiderio, a volte lancinante a volte quasi celato, anima il cuore di ogni uomo, ne sia consapevole o meno, quello di incrociare il volto di Dio. โ€œQuando vedrรฒ il suo volto?โ€ (Sal 41), ripete il salmista. Non potrebbe non essere cosรฌ. Creati a immagine e somiglianza di quel volto, noi andiamo continuamente alla ricerca dei frammenti che ci aiutino a delinearlo, a riconoscerlo. E poichรฉ non poche volte facciamo fatica ad accogliere il nostro volto e la nostra storia, finiamo per credere che il volto di Dio abbia nulla a che spartire con i volti che incrociamo lungo il nostro cammino. Lโ€™incontro con il Volto di Dio, invece, avviene giร  qui, giร  ora nellโ€™incontro con i volti degli uomini.

โ€œIl volto non รจ mai solo una mera superficie esteriore. Manifesta lโ€™unitร  e la frantumazione presente in ogni individuoโ€ (Marzano). Si riconosce cosรฌ la signoria e la regalitร  di Dio solo quando ci si lascia interpellare dai volti dei fratelli.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM

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