don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 2 Febbraio 2022

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Celebriamo la festa della Presentazione del Signore. Dio prende lโ€™iniziativa di venire incontro al suo popolo e porta a compimento lโ€™attesa piรน vera da sempre deposta nel cuore dellโ€™uomo. Siamo fatti per lโ€™incontro con Dio: questo รจ il senso del nostro essere al mondo e tutto ciรฒ che facciamo, tutto quello che diciamo รจ chiamato ad essere anticipo, segno, primizia di ciรฒ che gusteremo in pienezza quando lo vedremo faccia a faccia.

Tanti sono i modi attraverso i quali Dio ci viene incontro, ma non รจ scontato che ci si accorga. Quel giorno, al tempio, mentre veniva presentato al sacerdote per adempiere quanto prescritto dalla Legge del Signore, quel bambino non aveva nulla di straordinario che potesse additarlo come il Signore da sempre atteso. Pur essendo Dio, si sottoponeva anchโ€™egli a quella legge secondo la quale il primogenito dovesse essere riscattato. Nessun privilegio nel suo venire alla luce e nessun privilegio nel suo misurarsi con la vita.

Un Dio velato, nascosto: sarร  la caratteristica del suo modo di venire incontro. Non รจ forse cosรฌ anche nellโ€™Eucaristia, quando ancora una volta egli si umilia presentandosi in un segno tanto comune quanto ordinario da rischiare lโ€™irrilevanza?

Mai segni esibiti dellโ€™evidenza perchรฉ nessuno si senta costretto a doverlo accogliere, sempre segni umili che richiedono tutta la fatica e la tenacia della fede. Il segno, infatti, รจ sempre passibile di letture personali. Tanto รจ vero che quel giorno, il sacerdote preposto ad accogliere quel bimbo, non avrร  neppure il sospetto di tenere tra le braccia colui che era il motivo stesso del suo essere lรฌ. Tanto preso dallโ€™esecuzione di un rito e dallโ€™adempimento di una norma, da non avere il benchรฉ minimo sospetto che tra le sue mani stava passando Dio stesso. Si puรฒ essere a un palmo da Dio e non accorgersene: accadrร  a tanti, come riporterร  il seguito del Vangelo, accade a noi non poche volte. Puรฒ accadere di essere distratti proprio su ciรฒ che piรน meriterebbe la nostra attenzione. E non basta neppure aver fatto una scelta di vita particolare โ€“ come il sacerdote al tempio in quella circostanza โ€“ per essere in grado di non mancare il senso di unโ€™intera esistenza. Era convinto che Dio lo si potesse incontrare solo attraverso lโ€™adempimento formale di un cerimoniale e non credere, invece che lโ€™umiltร  รจ la veste propria di Dio.

Cโ€™รจ un velo da togliere da ogni cosa per scorgere che egli รจ piรน presente di quanto immaginiamo. A togliere questo velo, strano a dirsi, sono due piuttosto avanti negli anni, due navigati, diremmo noi, eppure mai rassegnati, ancora desiderosi di conoscere in che modo Dio li avrebbe visitati.

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Simeone e Anna, due la cui vita ha una caratteristica che gli ha permesso di non mancare allโ€™appuntamento decisivo, lโ€™attenzione. Simeone e Anna ricordano a tutti noi che la vita รจ fatta per qualcosa di piรน grande rispetto a quello che abitualmente ci affascina o ci inquieta. Nel fondo del nostro cuore cโ€™รจ unโ€™attesa che nulla e nessuno potrร  mai soddisfare pienamente se non lโ€™Unico che puรฒ colmarla, il Signore. Tutto รจ traccia di lui: a noi il compito di comporre continuamente le tessere di quel mosaico che รจ la nostra esistenza.

Quel giorno, dopo tanta attesa, Simeone scorse che quel Bambino era il motivo per cui era valso stare al mondo. Ora poteva anche morire: aveva raggiunto e scoperto il senso del suo vivere. Davvero, vivere e morire si equivalgono allorquando hai la gioia di poter riconoscere che Dio ha lambito la tua vicenda umana. Lโ€™incontro con lui riscatta pagine che altrimenti resterebbero insensate. Tutto ritrova il suo posto quando รจ illuminato dalla luce della presenza del Signore. Cโ€™รจ una salvezza preparata da sempre per ciascuno di noi: a noi il compito di riconoscerla e accoglierla come quel giorno i santi vegliardi Simeone e Anna.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM