don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 2 Agosto 2020

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A trattenere Gesรน, la folla, i discepoli e noi รจ, oggi, il deserto. La lezione del deserto. Tutta di nuovo da apprendere quella lezione.

Lโ€™uccisione del Battista non poteva non suggerire una presa di distacco dallโ€™attivitร  che Gesรน stava svolgendo per riuscire a leggere il senso di quellโ€™evento nella sua esistenza. Quella morte testimoniava il prezzo alto da pagare per la fedeltร  al vangelo del regno di Dio. Forse suggeriva una sorta di presa di distanza dalla stessa missione. E, invece, quella folla che si mette sulle sue tracce lo obbliga a riconsiderare tutto di sรฉ, dalla solitudine cercata al farsi pane.

Un motivo ha da esserci se per ben sei volte il vangelo narra di un Dio alle prese con la fame di un popolo. Perchรฉ non ne perdessimo la memoria e perchรฉ facessimo nostro il suo sentire, quello della compassione nei confronti di tutti, nessuno escluso, dai pubblicani Zaccheo e Matteo a Maria di Betania a Simone il fariseo alla donna di Samaria. Una compassione, quella di Gesรน, che mi autorizza a non avere vergogna della mia fame, qualunque volto essa abbia.

Alle prese con la fame dellโ€™uomo. Un Gesรน che dopo essersi preso cura dellโ€™infermitร  della folla si fa carico anche della sua fame. Segno di un Dio che si prende cura e che si lascia scomodare.

Il contesto โ€“ quello dellโ€™uccisione del Battista โ€“ gli aveva suggerito un momento di stacco presto interrotto da una folla che lo segue, lo cerca. Un Dio alle prese con i problemi reali di quella gente di cui si pone in ascolto.

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รˆ sera e il luogo รจ deserto: nel tempo e nel luogo in cui piรน facilmente la speranza vacilla, Gesรน diventa il segno del Dio-con-noi che non abbandona il suo popolo al suo destino. Quel popolo non รจ mai ai suoi occhi fuori luogo (deserto) e fuori tempo (รจ tardi). Mai inopportuno. Per questo Paolo potrร  esclamare: chi potrร  mai separarci dallโ€™amore di Dio in Cristo Gesรน? La folla lo aveva intuito e non aveva esitato a porsi sulle sue orme sfidando luoghi e tempi. Quanta folla ancora oggi sfida luoghi e tempi e troppo spesso non incrocia piรน lo sguardo compassionevole del Signore Gesรน ma quello di chi misura la dignitร  o meno dellโ€™altrui fame.

A chi, dopo una realistica indagine dello stato delle cose, vorrebbe suggerirgli che la folla venga dispersa e che ognuno provveda per sรฉ, Gesรน consegna un comando/invito che resta criterio di verifica del nostro essere suoi discepoli: voi stessi date loro da mangiare, profezia di un altro comando/invito consegnato la vigilia della sua passione: fate questo in memoria di me. Comando/invito oggi fortemente rinnovato di fronte alla fame di uomini e donne stremati dalla fatica o perchรฉ non hanno realmente qualcosa da mettere sotto i denti o perchรฉ la loro vita ha conosciuto lutti, abbandoni, separazioniโ€ฆ

Fate questo in memoria di meโ€ฆ ossia: Voi stessi date loro da mangiareโ€ฆ

Lโ€™ognun per sรฉ โ€“ tanto frequente sulle labbra anche di noi credenti โ€“ non รจ criterio evangelico. Non รจ dato tirarsi fuori: รจ questo il senso del provare compassione, sentire come il tuo il problema dellโ€™altro. Un uscire da sรฉ per farsi incontro allโ€™altro. Unโ€™esistenza intera, quella di Gesรน, nel segno della compassione. Chiunque รจ chiamato a non temere la sproporzione tra le proprie risorse e lโ€™essere segno dello stesso prendersi curaย  da parte di Dio.

Non basta aver venduto tutto per comprare la perla preziosa se non si arriva ad essere partecipi dello stesso sentire di Dio. Chi ha riconosciuto la presenza del regno operante nella storia รจ chiamato a lasciarsi condurre da lui e da quello che lui compie a favore degli uomini. Questa รจ la vita cristiana.

Quel farsi carico della fame di un popolo era figura e anticipo delle nostre Eucaristie. Quello di Gesรน era uno stare a mensa con peccatori, esclusi, cercatori di ogni genere. Deliberata quella condivisione di mensa che ha sempre indicato una scelta di campo se รจ vero che lo si considerava mangione e beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Un annuncio di salvezza, quello di Gesรน, passato sempre attraverso conviti condivisi, soglie varcate nel desiderio di una comunione di mensa, a casa di Zaccheo come in quella di Matteo. Da quella mensa rimangono esclusi solo coloro che sono occupati in altre faccende (cfr. Lc 14,15ss) e che perciรฒ allโ€™invito rivolto mostrano un diniego. Ma da parte del Signore mai nessuno escluso.

Ecco la lezione del deserto da scrivere nella memoria del nostro cuore.


AUTORE: don Antonio Savone
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