don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 18 Febbraio 2022

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Di fronte alla croce. Siamo inviati a sostare dinanzi a quella che รจ al contempo โ€œimmagine della sofferenzaโ€ ma anche โ€œimmagine dellโ€™amore di Dioโ€, โ€œimmagine di impotenzaโ€ย  ma anche โ€œimmagine di misericordiaโ€, โ€œimmagine del silenzioโ€ ma insieme โ€œimmagine di una particolare parola del Signoreโ€. La croce โ€œdiventa cosรฌ un invito a vivere ogni esperienza, compresa quella della sofferenza e della suprema impotenza, nellโ€™atteggiamento di chi crede che lโ€™amore misericordioso di Dio vince ogni povertร , ogni condizionamento, ogni tentazione di disperazioneโ€.
La croce ci parla di un Dio nascosto. Un Dio che pur operando nella storia, si nasconde dietro i suoi avvenimenti.

Anche se nascosto non รจ assente. La nostra storia, personale e comunitaria, va letta come luogo nelle cui pieghe cโ€™รจ una potenza dinamica, ricca di energie capaci di rinnovare, di trasformare e che pur tuttavia resta nascosta e richiede un occhio tutto particolare per riconoscerla, accoglierla e valorizzarla. La passione di Gesรน รจ senzโ€™altro una situazione storica in cui la presenza-assenza del divino, misteriosa e ricca di potenza รจ espressa nel suo apice. Un nascondimento voluto. Al discepolo che volevaย  difenderlo con la forza da coloro che venivano per catturarlo Gesรน aveva intimato: โ€œRimetti la spada nel foderoโ€ฆPensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito piรน di dodici legioni di angeliโ€ (Mt 26,52-53).

La passione di Gesรน va dunque letta come il momento in cui la potenza di Dio, e addirittura la sua gloria, si รจ espressa nellโ€™umiliazione e nella passivitร  del Figlio dellโ€™uomo torturato a morte. Nella croce si riflette, come in uno specchio, il Vangelo.
Sosteneva il filosofo Paul Ricoeur, che โ€œLa nostra fede ha un valore strutturante ed รจ pure sorgente di riflessione sulla condizione umana, sui rapporti dellโ€™uomo con se stesso e con gli altriโ€ฆ Entrare nel movimento della fede รจ decidere di fare di Gesรน Cristo, il principio organizzatore della propria vita, della sua comprensione e del rapporto con altriโ€.

La croce di Gesรน, infatti รจ un โ€œnoโ€ a una figura del divino inteso quale onnipotenza dispotica, vendicativa, quale limitazione invidiosa dellโ€™umano e del suo cammino, quale incapacitร  di dono e di autoโ€‘donazione, quale santitร  inconciliabile con la misericordia. E un โ€œnoโ€ detto a un divino in cerca di una vittima designata.
Dalla croce di Gesรน viene anche un discorso sullโ€™umano: รจ un โ€œnoโ€ detto a un progetto come quello che si รจ espresso in coloro che per invidia o sete di potere hanno messo a morte Gesรน.

Dalla croce Gesรน propone in positivo un altro tipo di umanitร : รจ lโ€™umanitร  di chi vive la beatitudine dei miti e degli operatori di pace. Eโ€™ la proposta di un rovesciamento di mentalitร  e di comportamento. La mentalitร  propria di chi riconosce che il nostro Dio appare non di rado nella vicenda umana come un โ€œDio nascostoโ€, un Dio che opera nelle pieghe della storia, anche sotto il velo dellโ€™umiliazione e della sconfitta: in tutto ciรฒ egli manifesta il suo amore per lโ€™uomo, il suo perdono e la vittoria della sua misericordia. Proprio per questo si riconosce che Dio fissa lโ€™appuntamento con lui in quelle situazioni, persone o realtร  alle quali noi non assegneremmo mai un compito di rivelazione del divino. Anche lร  Dio si nasconde. E pur tuttavia รจ presente.

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AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM