Sempre a rischio รจ la fede, mai scontata, non perdura se non รจ alimentata nel modo giusto. A volte possono permanere le forme della religione ma non quelle della fede. Possiamo celebrare riti, feste e puรฒ accadere che il nostro cuore sia lontano dal Signore e da ciรฒ che egli desidera. ร quanto di piรน grave ci possa accadere quando il culto esprime ciรฒ che la vita smentisce. Proprio come i discepoli: celebrano lโultima cena con il Maestro ma il loro cuore cova altro: uno lo tradisce, lโaltro lo rinnega, tutti lo abbandonano. Eppure avevano celebrato la prima Eucaristia! Sempre a rischio la nostra fede, mai esente dalla eventualitร di essere qualcosa di strumentale legata soltanto a quando la realtร conferma le nostre aspettative.
Lo attesta abbondantemente la vicenda degli apostoli: proprio mentre ostentano sicurezza e credono di aver capito chi รจ Gesรน, proprio allora suona come una doccia fredda quella domanda da parte sua: โadesso credete?โ. Nel momento in cui sono convinti di conoscere colui dietro il quale hanno giocato la loro esistenza, proprio quello รจ il momento della confusione e dello smarrimento, della dispersione, addirittura.
Ci sono frangenti, infatti, in cui รจ molto piรน facile ripiegare verso il privato, verso il โpropriumโ piuttosto che continuare unโesperienza di sequela che sembra smentire le proprie aspettative. E questo accade molto piรน spesso di quanto crediamo ad ogni livello. I nostri proclami non conoscono la tenuta di ciรฒ che annunciano con tanta sicumera: โadesso crediamoโ, quando cioรจ la vita, gli altri, il Signore, il marito, la moglie confermano ciรฒ che noi pensavamo rispetto ad una determinata cosa. ร quello che la psicologia chiama il principio di piacere; tuttavia, basta un nulla per rivelarne la loro inconsistenza: รจ il principio di realtร . Quando la realtร รจ difforme, tutto crolla, tutto sfuma, tutto svanisce: la fede viene meno, lโamicizia tradita, lโamore rifiutato. Le migliori dichiarazioni dโamore conoscono spesso la solenne smentita quando appunto si tratta di scegliere tra me e lโaltro, tra la mia sicurezza e la sua, tra la mia sopravvivenza e la sua. La nostra vita, il nostro cammino di crescita รจ un continuo imparare dal principio di piacere al principio di realtร .
E, tuttavia, Gesรน restituisce agli apostoli di allora e ai discepoli di ogni tempo unโaltra chiave di lettura: โma io non sono solo, il Padre รจ con meโ. Lโora dellโabbandono da parte di tutti coincide con una presenza e una compagnia da parte del Padre che si traduce in capacitร di perseverare fino in fondo anche a costo della stessa vita. Riconoscere che il Padre รจ con me non vuol dire essere preservati dallโora della prova; vuol dire, invece, attraversare la prova contando sulla sua compagnia.
Viene per tutti lโora โ e, talvolta, non una volta soltanto, โ in cui siamo chiamati ad esprimere ciรฒ che davvero portiamo nel cuore. Il Signore Gesรน, proprio quando attraversa questโora, attesta che cโรจ un legame molto piรน forte ed รจ la sua relazione con il Padre.
La pace non viene da noi, come non viene da nessun altro. Viene dal nostro rapporto con il Signore ed รจ una pace che permane anche quando tutto attorno a noi porta i toni della prova. Solo chi ha trovato casa presso Dio รจ in grado di essere una casa per altri.
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Ho avuto modo di toccare con mano questa esperienza anni fa, quando allโimprovviso mancรฒ mio cognato. In quella circostanza, mia sorella Rosetta (mancata anche lei qualche anno fa dando prova di grande fede), rivolta al Crocifisso che era posto sulla bara, ebbe a dire: โSignore, io so di poter vivere questo momento perchรฉ tu lo hai vissuto prima di me e ora lo vivi con meโ. Ecco il senso di quellโโio non sono soloโ.
AUTORE: don Antonio Savone
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