โGrandi cose ha fatto in me lโOnnipotenteโฆโ. Cosรฌ Maria proclama mentre si lascia andare al cantico che rilegge lโamorevole opera di Dio per lโumanitร . Tuttavia, mentre riconosceva quanto Dio aveva giร compiuto in lei (permettere a Dio di assumere la nostra carne), non sapeva che il Signore avrebbe continuato a compiere in lei e per lei ancora altro (far sรฌ che ย sua carne stesse per sempre accanto a Dio). Che cosโรจ la sua gloriosa Assunzione se non lโultima grande cosa compiuta in lei dallโOnnipotente in ordine alla sua vita terrena? Non poteva conoscere lโesperienza della corruzione chi aveva generato il Signore della vita.
Dio assume accanto a sรฉ colei la cui esistenza รจ tutta racchiusa nellโordine del fidarsi e del fare spazio: ha offerto, infatti, ospitalitร al Signore stesso nel mistero dellโIncarnazione e ai suoi fratelli nella disponibilitร della caritร .
Dio assume accanto a sรฉ tutto ciรฒ che sulla terra giร riluce di bellezza.
La festa dellโAssunzione di Maria ci ricorda che รจ degno di stare accanto a Dio tutto ciรฒ che celebra giร qui, giร ora la vittoria sul nostro egoismo mentre รจ soggetto a corruzione tutto ciรฒ che ha a che fare con il peccato, ossia con la decisione libera e consapevole di prescindere da Dio, di fare come se Egli non ci sia, rincorrendo unโautonomia tanto spesso declinata come capriccio e arbitrio.
Nessuno di noi potrร impedire che il nostro corpo conosca la naturale corruzione della morte ma ciascuno di noi puรฒ far sรฌ che non si corrompa la propria anima.
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Nel vangelo Gesรน ci mette in guardia quando ci ricorda di temere colui che ha il potere di far perire e il corpo e lโanima nella Geenna (cfr. Mt 10,28). Che cosa accade quando a corrompersi รจ la nostra anima prima ancora che il nostro corpo? Accade che si smarrisce il senso di Dio e si perde quello della propria identitร di creature e della propria dignitร di figli. Quando ciรฒ avviene ci si ritrova vittime di una sorta di indolenza che tutto giustifica senza avvertire alcuna capacitร di indignazione e, perciรฒ, di capacitร di reagire. La corruzione interiore finisce per convincerci di una sorta di soddisfazione che talvolta puรฒ essere coniugata anche con una vita religiosa tutta esteriore. La corruzione interiore, quasi per un istinto di sopravvivenza, finisce per farci vivere la relazione con lโaltro come un ostacolo e non come una responsabilitร e una opportunitร .
Se cosรฌ stanno le cose, ci verrebbe da gridare con san Paolo: โSono uno sventurato! Chi mi libererร da questo corpo votato alla morte?โ (Rm 7,24). A noi che sperimentiamo tutta la fatica nel riuscire a compiere il bene, viene svelato che possiamo essere liberati solo dallo Spirito del Signore. ร lui, infatti, che plasma ogni giorno di piรน lโuomo nuovo pensato secondo Dio nella giustizia e nella santitร vera. Chi piรน di Maria si รจ lasciata guidare dallโazione dello Spirito? Ha vissuto sulla terra ma radicata nella relazione con il suo Dio che le ha consentito di riconoscere i vari appelli nascosti in eventi che non poche volte avevano tutto il carattere del drammatico e del contraddittorio. Quando a guidarci non รจ piรน lo Spirito del Signore nulla ha piรน lโeloquenza di un senso, tutto si equivale, eventi luttuosi ed eventi lieti.
Nel contemplare Maria assunta in cielo รจ come se fossimo aiutati a vivere davanti alla porta dellโeternitร .
Se non smarriamo la meta che ci sta davanti possiamo vivere il tempo che ci รจ dato nella dedizione e nella fiducia.
Se non smarriamo la bellezza per cui siamo fatti, difficilmente saremo catturati da ciรฒ che รจ effimero.
Se non smarriamo la destinazione verso cui siamo incamminati, scopriremo che nulla e nessuno puรฒ colmare la nostra sete di grandezza, nulla รจ talmente piccolo da essere irrilevante e nulla รจ talmente vile da non conoscere perdono.
Se non smarriamo lโapprodo da raggiungere, la vita non sarร mai un pellegrinaggio senza meta o una navigazione senza porto.
AUTORE: don Antonio Savone
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