Senza privilegi
Messaggio a lungo travisato, quello della Croce. Questa festa nasce, infatti, nel segno di un cristianesimo da imporre, di una croce da esibire, da ostendere come segno di potenza e di vittoria da parte di un imperatore che avrebbe avuto la meglio sullโesercito avversario se gli scudi dei suoi soldati avessero vestito lโemblema:ย in hoc signo vinces. Ma รจ proprio cosรฌ? Di che cosa รจ segno รจ la croce? A quale realtร rimanda? ร, quello della croce, un messaggio di forza, di prevaricazione, di dominio?
O non piuttosto il segno permanente di un Dio che continua a โsvuotarsiโ, a spogliarsi di tutte le sue prerogative โ persino quelle di una divinitร dispotica โ per condividere la sorte dei crocifissi della terra?ย Senza privilegi: cosรฌ il Dio svelato dal segno della croce. Il travisamento di quel segno รจ mai superato se vogliamo difendere a spada tratta quel simbolo nei luoghi pubblici come distintivo di identitร ย controย qualcuno: lo si trasformerebbe nel suo contrario, in elemento di prevaricazione. Non รจ certo riempiendo il mondo di croci che una fede รจ salvaguardata. Quando quel segno, infatti, non dice uno stile di vita, un mondo ricolmo di croci finisce solo per essere grottesco.ย Nessuno รจ mai salito al cieloโฆย
Tante le tradizioni religiose che parlano di un personaggio che riesce finalmente a carpire il segreto di Dioย salendo al cielo. Quanto cristianesimo propagandato allโinsegna di un Dio da raggiungere, un premio da conquistare, un perenne superare se stessi. Non cosรฌ, dice Gesรน: non occorre qualcuno che per grazia specialeย salga al cieloย perchรฉ Dio stesso ha scelto di condividere con lโuomo quello che gli รจ proprio. Dio parla la mia lingua, dal basso, da uomo, come ben esprime il termineย figlio dellโuomo. Dio โsiโ dice con le mie parole, addirittura con la parola piรน bassa della terra che รจ la morte. Persino la morte, assunta da Dio, diventa significativa.
Non irrilevante, dunque, il mio linguaggio, quello che piรน mi appartiene e piรน mi esprime se Dio stesso ha scelto di farlo suo. Quando Dio parla sceglie una realtร da cui, fino a Cristo, non si poteva che allontanare lo sguardo, inorriditi. Sceglie come linguaggio per dirsi proprio lโumanamente irrilevante e inaccettabile. Scelta irreversibile e permanente. Ancora oggi. Ancora cosรฌ. Lโumanamente inaccettabile preso a prestito da Dio.
E qui noi, allora, a farci osservatori attenti perchรฉ non distogliamo lo sguardo da ciรฒ che non riusciamo a tenere in nessuna categoria di pensiero ragionevole. Il non senso puรฒ essere abitato da un diverso modo di starci: per passione dโamore.ย Dio ha tanto amato il mondoโฆย che quello che era uno strumento di morte รจ divenuto albero di vita. Il vangelo di cui siamo portatori, la lieta notizia di cui siamo debitori nei confronti del mondo รจ il riscatto dellโumanamente insignificante, dellโumanamente insopportabile (il popolo non sopportรฒ il viaggio, cosรฌ il Libro dei Numeri).
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Il serpente da cui viene la morte รจ lo stesso da cui verrร la vita, il legno della condanna รจ lo stesso da cui verrร la salvezza. Una sorta diย coincidentia oppositorum. Le cose possono essere viste da un altro punto di vista: รจ proprio quello che Gesรน insegna al maestro Nicodemo. Ecco perciรฒ lโinvito ad oltrepassare lโapparenza del segno e a far fiorire tutto ciรฒ che porta i segni della devastazione. Siamo noi che restituiamo senso nuovo alla vita e alla morte. Come il Signore Gesรน.
Chiamati perciรฒ a riscattare tutto ciรฒ che immediatamente sembrerebbe portare tracce di fallimento. Dirร Paolo cheย Dio ha scelto ciรฒ che nel mondo รจ debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciรฒ che รจ nulla per ridurre al nulla le cose che sonoโฆ (1Cor 1,26ss.). Se qualcosa vogliamo apprendere di Dio dobbiamo farlo ai piedi della croce, proprio come la madre e il discepolo amato. La croce narra di un Dio cheย รจ disceso dal cielo, segno di un cristianesimo cheย discende, si immerge, si immedesima, compartecipa. Ogni altro modo di parlare di Dio che non si riconduca al suo discendere fin nellโabisso della morte รจ semplicemente inautentico.
โLa vita cristiana รจ tutta una esegesi della kenosi (abbassamento, svuotamento) di Cristoโ (Isacco Siro). La vita cristiana, la mia vita dunque, narrazione di un Dio che si svuota. Consapevoli che la vita si guadagna donandola, si ottiene spendendola, si conquista affidandola.