Tanti accorrono per consegnargli le loro infermitร . E Gesรน se ne fa carico. Tuttavia, cโรจ qualcuno che accorre a lui non per condividere quel cammino, ma per tendergli un inganno. Argomento della discussione: il matrimonio. Sul versetto del Dt circa il ripudio della donna, si scontravano due interpretazioni, una piรน liberale, una piรน rigorosa. Tu, da che parte stai? ร lecito, non รจ lecito, quando รจ lecito?
Ma Gesรน โ ecco il vangelo per noi โ non ci sta a restringere il problema della relazione uomo-donna nellโorizzonte piuttosto angusto del lecito e del non lecito, emettendo sentenze. Pagina di respiro per la ย chiesa tutta che troppo spesso rimane irretita nel legiferare allontanandosi dallโesempio del suo Maestro che porta lโattenzione su un orizzonte piรน alto, quello della relazione, e sul senso che la abita, perchรฉ in quel senso che la abita sta il disegno iniziale di Dio.
Gesรน ci riporta allโin principio. Quanto abbiamo bisogno di essere ricondotti lร , allโin principio, noi che troppo spesso cediamo, a proposito di matrimonio, alla logica farisaica e ci ergiamo a giudici, distribuendo condanne e abbassando lโorizzonte a una diatriba sul lecito e sullโillecito. Da una parte non troviamo ascolto, ma dallโaltra tradiamo lโesempio di Gesรน, che apre orizzonti, invita a essere intelligenti, invita a scrutare il senso recondito delle cose.
Alla mentalitร ristretta degli interlocutori di ogni tempo che vorrebbero imprigionarlo nelle casistiche (che non sapranno mai interpretare la vita che รจ piรน grande e piรน sfaccettata di tutte le nostre casistiche), Gesรน risponde ponendo lui una domanda su che cosa sta scritto nella bellezza del disegno dellโin principio: โallโinizio della creazione Dio li creรฒ maschio e femminaโฆโ.
Secondo Gesรน di questo dovremmo parlare. E lui va con la mente ai racconti della creazione lร dove รจ scritto che ย โIl Signore disse: Non รจ bene che lโuomo sia soloโ. Allโinizio cโรจ sempre la tenerezza del nostro Dio che ha compassione della nostra solitudine. Dice addirittura che รจ un male, non รจ un bene la solitudine. E non si limita a dirlo. Come spesso facciamo noi, che magari lo diciamo che non รจ bene la solitudine, e poi lasciamo lโaltro nella solitudine. Lui fa un gesto: โgli voglio fare un aiuto che gli sia simileโ. Traduzione infelice: non รจ clonando una nostra riproduzione che si vince la solitudine. Guai se cerchi uno come te, sarai ancora solo.
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โIn principioโ Dio non crea un essere simile ma โuno che sta di fronteโ.
La relazione, allโinizio, รจ questo: โuno che ti possa guardare in voltoโ e che tu possa guardare in volto, uno che ti stia di fronte con la sua diversitร , che รจ fatica perchรฉ ti chiama a uscire, ma รจ anche bellezza, perchรฉ รจ scoperta, รจ comunione, รจ viaggio. Questo sta allโinizio e, se allโinizio non cโรจ questo, se lโ altro per te รจ tra le cose di cui disporre o uno che deve riprodurre la tua immagine, non cโรจ il disegno delle origini, non cโรจ sacramento. La possibilitร della comunione sta nellโaccettare la sfida della diversitร .
โPer questo lโuomo lascerร suo padre e sua madreโ. Interessante il verbo โlasciareโ. Una sfida, questa: lasciare il sicuro, la terra in cui stai, il paese conosciuto, per un viaggio che non puoi immaginare. Abbandonandoti. Triste e spenta quella esistenza che si muove solo se ha una garanzia in mano. La vita ha nel suo dna โlโabbandonarsiโ.
Dopo questo brano Gesรน ci proporrร ย il bambino, non certo per la sua innocenza che non potremmo imitare, ma per la sua capacitร di abbandono. ร cosรฌ che si cresce nella vita. Se da piccoli non ci fossimo affidati, saremmo ancora al punto di partenza. ร dando fiducia che noi cresciamo e viviamo.
Lโinvito a lasciare, a rischiare, ad aver fiducia. Pena lโintristirsi in un porto da cui non si ha mai il coraggio di partire.
Oltre lโorizzonte corto del lecito e del non lecito, la fatica ma anche la bellezza, della relazione. Quando questa avviene, avviene ciรฒ che sta allโinizio, avviene il disegno di Dio.
AUTORE: don Antonio Savone
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