don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 12 Novembre 2021

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Le liturgie di fine anno liturgico come quelle dellโ€™ormai imminente tempo di Avvento si incaricano di consegnare ai credenti come una sorta di duplice invito. invito a vegliare per recuperare lโ€™altra faccia delle cose. Invito motivato: infatti, sembra quasi che nella vita sia facile cadere in una sorta di torpore e di insipienza che Gesรน cristallizza nel non accorgersi.
รˆ successo ai tempi di Noรจ, dice Gesรน, quando non si accorsero della serietร  dellโ€™ora. Succederร  allo stesso modo per la venuta del Figlio dellโ€™uomo.

La possibilitร  di salvarsi รจ alla nostra porta e bussa quotidianamente interpellandoci. Da che cosa dovremmo essere salvati? Proprio dalla mancanza di uno sguardo profondo, anzitutto. Non era forse questo ciรฒ che mancava alla generazione contemporanea di Noรจ? Ad avere la meglio su quegli uomini non fu chissร  quale malvagitร  (facevano cose irreprensibili) ma lโ€™indifferenza: vivevano come se nonโ€ฆ Nessuno era piรน in grado di dare un senso a quello che faceva, nessuno ricercava la veritร  di ciรฒ che stava vivendo: lโ€™illusione di credere che per una vita degna di essere vissuta basti il lavoro (mangiavano, bevevano) e gli affetti familiari (prendevano moglie, prendevano marito).

Non รจ forse il rischio che corre questa nostra generazione? Quello di essere soltanto assorti nella soddisfazione dei propri bisogni, paghi soltanto della felicitร  della propria casa tanto da farci sommergere dal diluvio dellโ€™appagamento? La soddisfazione ossessiva dei propri bisogni finisce, non poche volte, per saturare lโ€™organo del desiderio. Non siamo forse talmente zavorrati da tutto quel sistema di sicurezza che abbiamo inventato per escogitare ogni possibile imprevisto, da rischiare di andare a fondo?ย […]

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AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM

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