don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 12 Febbraio 2022

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La pagina evangelica รจ una vera e propria sfida per noi, attraversati dagli interrogativi che forse piรน volte rimbalzano nel profondo del nostro cuore: come essere pane, come essere balsamo per le tante ferite dei nostri giorni?

Lโ€™annuncio evangelico di oggi, ci viene in aiuto, descrivendo accuratamente quale potrebbe essere la soluzione piรน ovvia, ossia lโ€™atteggiamento del disinteresse e del rifiuto, lโ€™atteggiamento del tenere le distanze e perciรฒ di abbandonare lโ€™altro a se stesso.
Perseguire una simile strada avrebbe tutte le ragioni dalla sua:

il deserto, ossia il fuori luogo. In un deserto non si puรฒ dare da mangiare ad una folla intera. Il deserto evoca lโ€™atteggiamento di chi si mette il cuore in pace perchรฉ la condizione in cui ci si trova รจ motivo per non vedere, non sentire, non cogliere ciรฒ che possa dare fastidio;
il ritardo, ossia il fuori tempo. Cโ€™รจ sempre gente fuori orario alla mensa della vita e questi in genere sono coloro la cui condizione ha tolto persino la percezione del tempo;

il congedo: non resterebbe che congedarli! Il congedo esprime qui lโ€™atteggiamento delle dimissioni. Dโ€™altronde, chiedono i discepoli, โ€œcome si potrebbe sfamarli di pane, qui, in un deserto?โ€. Non possiamo farci nulla.

Ci sarebbero tutte le buone ragioni per disfarsi di quella gente. Ognuno si arrangi. Del resto sono giร  diverse ore che il maestro si sta spendendo per quella folla. Non cโ€™รจ piรน tempo da perdere.
Ma Gesรน va oltre e allโ€™atteggiamento spontaneo del disinteresse contrappone lโ€™atteggiamento dellโ€™accoglienza, che si traduce nellโ€™offrire pane in abbondanza a ciascuno.
Invece di disfarsi di questo enorme fastidio, altrove (cfr. Mt) chiederร  anche ai discepoli di farsene carico: โ€œDate loro voi stessi da mangiareโ€. La situazione si complica.
โ€œQuanti pane avete?โ€.

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Gesรน chiede di partecipare alla sua compassione con questa reale povertร  e pochezza: ciรฒ che conta non รจ quello che abbiamo o che possiamo dare ma quanto siamo disposti a coinvolgerci. Per Gesรน non รจ un problema la nostra pochezza. Essa, lasciata a se stessa, o trattenuta per paura come per lโ€™uomo della parabola dei talenti, puรฒ diventare miseria. Se consegnata alla preghiera e alla benedizione di Cristo, e alla larghezza delle sue mani che non sanno fare altro che spezzare e distribuire, diventa ricchezza moltiplicata e condivisa.
La domanda seria nella nostra vita non รจ allora che cosa possiamo fare o dare, ma se siamo disposti a non trattenere e a condividere.
Non siamo chiamati a dare qualcosa di nostro, ma noi stessi.

โ€œHo spezzato il mio corpo come se fosse pane โ€“ scrive nel suo Diario Etty Hillesum, lโ€™ebrea olandese morta nel 1943 ad Auschwitz โ€“ e lโ€™ho distribuito agli uomini. Perchรฉ no? Erano cosรฌ affamati, e da tanto tempoโ€.
Gesรน ci dice: non nasconderti dietro la tua pochezza. Ognuno dia quel poco che รจ, quel poco che ha. Toccherร  a me moltiplicare.
Una via dโ€™uscita รจ possibile lร  dove qualcuno comincia a non trattenere solo per sรฉ e prova a far entrare lโ€™altro e i suoi bisogni allโ€™interno della propria attenzione.

Il voler moltiplicare le risorse non puรฒ accadere senza prima aver messo a disposizione ciรฒ che sei e ciรฒ che hai. Accade sovente, infatti, che si voglia moltiplicare senza dare.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM