La notte di Nicodemoโฆ una notte nella quale non fatichiamo a riconoscerci. Notte fatta di paura e di coraggio, fatta di consapevolezza ma anche di ingenuitร , fatta di chiarezza come pure di curiositร . Proprio come tante nostre notti fatte di contraddizioni, notti nelle quali ci ritroviamo al contempo timorosi e coraggiosi, inconsapevoli e lucidi, innamorati e distanti.
La notte fa da cornice alla vicenda di Nicodemo: sarร ancora in una notte che egli verrร allo scoperto per dare sepoltura al corpo del Signore.
Uomo sincero, Nicodemo. Abitato da quella che a buon diritto potremmo chiamare curiositร accademica che tuttavia lo tiene ancorato alle sue certezze, alle sue convinzioni. ร lโuomo che presume di sapere: noi sappiamoโฆ Fatica Nicodemo a seppellire il risaputo che cโรจ in lui per fare spazio a quel nuovo modo di sentire e di vivere che il Maestro di Nazaret ha reso possibile. Come รจ possibile? domanda il convinto Nicodemo. Non riesce a misurarsi con una vita e una storia che continuamente interpella e chiama a nuovi inizi, a nascite nuove.
La conversione cui deve acconsentire Nicodemo รจ quella dal sentirsi maestro al farsi discepolo. Il โnoi sappiamoโ rende ciechi e colpevoli di un peccato che resta senza perdono. Nel vangelo di Giovanni, infatti, tale peccato รจ quello di coloro che ritengono di sapere e presumono di vedere.
Forse nel suo cuore aveva dato ragione piรน volte a Gesรน ma non apertamente. Riconosce i segni e li interpreta. E tuttavia quei segni non diventano โsegnoโ. A lui come a noi Gesรน ripete che il vero problema รจ vedere il regno di Dio e perchรฉ ciรฒ accada รจ necessario rinascere dallโalto. ร necessario lasciarsi guidare dallo Spirito il quale รจ come il vento, imprevedibile. Lo riconosci allโazione negli uomini che si lasciano condurre da lui, uomini non programmati. Ciรฒ che caratterizza โchiunque รจ nato dallo Spiritoโ non รจ certo lโinquadramento ma lo sconfinamento. Mi chiedo quanto io sia un uomo prevedibile, sempre fermo allo stesso punto, ormeggiato alla stessa riva. Se รจ cosรฌ sarร forse perchรฉ non fiuto il vento da dove soffia e verso dove indirizza, non gli faccio spazio nelle vele della mia esistenza perchรฉ possa uscire al largo.
Nicodemo arriverร alla pienezza della fede solo sotto la croce, quando non si lascerร guidare dalla ricerca di segni abbaglianti ma dallo scandalo della croce, unico grande segno da accogliere. Solo allora rinascerร , dallโalto.
Al Nicodemo di turno Gesรน ripete che non รจ questione di sapere, ma di rinascere. Non puoi intravedere il regno di Dio col bagaglio del tuo sapere โvecchioโ. Se ti chiudi nel tuo passato, se scegli di essere vecchio nel cuore, neghi a Dio la possibilitร di intervenire nella tua vita con un atto creatore che determina un cambiamento in radice. In questo senso calza a proposito il detto latino: senectus ipsa morbus (la vecchiaia รจ di per se stessa una malattia). Non la vecchiaia anagrafica ma quella del cuore indurito.
Ciรฒ che Gesรน ti propone รจ un nuovo modo di essere: quello di essere nuovo, appunto. Tu, perรฒ, pensi, forse, ad una sorta di progresso, quasi una tappa successiva. Invece lui ti impone una nuova nascita. Quando Cristo si trova davanti ad un anziano (non solo di etร !) lo prepara non a morire ma a nascere, a iniziare da capo, in maniera diversa.
ร questa la vocazione di ognuno di noi: ricominciare da capo, qualunque sia lo stadio in cui ci troviamo o crediamo di essere. E di fronte a Gesรน ti riprovi a ripetere con le parole di san Giovanni della Croce: โIo non so piรน quello che soโ. Se incontri Gesรน, la prima cosa che apprendi รจ: disimparare.
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Quando si incontra Gesรน nessuno puรฒ esser piรน ritenuto maestro in Israele.
Cosa vuol dire โrinascere dallโalto, esser generato dallโaltoโ?
Nascere dallโalto: da colui che sarร levato in alto, sulla croce.
AUTORE: don Antonio Savone
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