don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 11 Ottobre 2020

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Quanto piรน รจ manifesta lโ€™incomprensione tanto piรน grande รจ il suo amore, quanto piรน รจ palese il rifiuto tanto piรน รจ rincarata lโ€™offerta.

Cosรฌ avevamo commentato domenica scorsa lโ€™atteggiamento del padrone della vigna. E oggi ne abbiamo la conferma: inviteresti mai a nozze chi รจ insorto contro di te per un salario ritenuto ingiusto o chi ti dice sรฌ e fa no o chi addirittura finisce per eliminare i tuoi inviati, tuo figlio compreso? E, invece, a quanto pare, il nostro Dio la pensa diversamente: quanto piรน รจ manifesta lโ€™incomprensione tanto piรน grande รจ il suo amore, quanto piรน รจ palese il rifiuto tanto piรน รจ rincarata lโ€™offerta.

Ogni scusa รจ buona per far festa, diciamo di chi ama banchettare e non perdere alcuna occasione. Questa affermazione, tuttavia, puรฒ essere a buon diritto applicata al nostro Dio: ogni scusa รจ buona. Oggi, certo, perchรฉ si tratta delle nozze del figlio del re, ma il vangelo รจ come percorso da continui motivi di festa e di gioia: il figlio perduto e ritrovato, la dramma ritrovata, la pecora, la perla preziosa, il tesoro nel campo e poi Matteo, Zaccheo, Lazzaro risorto e tanti altri. Persino lโ€™addio e la separazione fisica dai suoi sono vissuti nellโ€™ambito di una cena. Ogni scusa รจ buona, se รจ vero che si รจ meritato persino lโ€™appellativo di โ€œmangione e beoneโ€. Ma perchรฉ mai questa voglia di non perdere occasione per far festa? Addirittura, in talune circostanze, dirร  che โ€œbisognava far festaโ€. Perchรฉ noi siamo fatti per questo, per la festa, siamo fatti per la gioia, per la comunione, per lโ€™amicizia: dipendesse da lui dovrebbe essere festa ogni giorno perchรฉ ogni giorno egli vorrebbe celebrare e vivere la comunione con noi. A una festa, di solito, non inviti il primo che capita ma coloro con i quali hai o vorresti intrattenere legami di amicizia. Davvero โ€œtutto รจ prontoโ€: Dio ha preparato ogni cosa, nulla รจ lasciato al caso; da parte tua รจ richiesta soltanto lโ€™accoglienza di questa possibilitร  e di questa offerta.

E, invece, a un Dio sempre in vena di feste fa riscontro un uomo incapace di mettersi sulla sua lunghezza dโ€™onda, un uomo che finisce per essere di ghiaccio persino di fronte alla bellezza. Dio manda inviti ma gli invitati non hanno alcuna intenzione di muovere un passo e di prendere in considerazione una tale opportunitร . Addirittura sembra quasi che lโ€™invito a nozze susciti un tale sdegno da malmenare i latori della proposta: lโ€™indifferenza diventa fastidio e il fastidio si traduce in ostilitร  vera e propria. Proprio cosรฌ, cโ€™รจ sempre qualcuno pronto a fare il guastafeste e a mandare allโ€™aria i migliori intenti di celebrare occasioni senza ritorno: quante altre volte capiterร  di essere invitato alle nozze del figlio del re?

Proprio un tale rifiuto non sarร  senza conseguenze non solo per te ma anche per la cittร  degli uomini. Il no opposto allโ€™amore non lascia le cose come stanno: ha sempre una valenza sociale che talvolta si caratterizza come vera e propria distruzione. Rifiutare una vera offerta dโ€™amore equivale a fare di me il punitore di me stesso.

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Perรฒ, per quanto tu possa credere che il tuo rifiuto sia un impedimento alla realizzazione di quellโ€™evento, ti sbagli di grosso. Dio ricomincia altrimenti con altri invitati, nessuno escluso: agli aventi diritto subentrano coloro che immeritatamente si ritrovano a essere quelli che danno prova di ciรฒ a cui giunge lโ€™amore. โ€œI doni di Dio e la chiamata di Dio sono irrevocabiliโ€ (Rm 11,29): lโ€™offerta non si esaurisce e il pranzo non รจ sospeso. E cosรฌ pubblicani e peccatori, emarginati ed esclusi, io, tu, noi tutti ci ritroviamo a essere inattesi commensali di Dio. Che grazia! Quale dono!

Il fatto che lโ€™invito sia portato ai crocicchi delle strade e vengano chiamati buoni e cattivi, non รจ qualcosa da prendere alla leggera. La misericordia di Dio non puรฒ diventare un motivo di disimpegno o una garanzia di impunitร . Che siano chiamati buoni e cattivi e che Dio ci prenda cosรฌ come siamo e dove siamo (ai crocicchi delle strade), deve diventare motivo per una vera e propria trasformazione tanto da farci trovare vestiti di quella โ€œveste formata dalle opere giuste dei santiโ€ (cfr. Ap 19,8). La grazia a caro prezzo, infatti, non puรฒ essere accolta a buon mercato.


AUTORE: don Antonio Savone
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