Passa il Medico che ci guarisce con la medicina della chiamata a seguirlo sul cammino della conversione
Tutto era accaduto proprio lรฌ, dove Matteo era in quell’istante, immerso nel suo impuro lavoro di esattore e taglieggiatore. Lรฌ, in quel vomito di vita sfuggito da tutti, si รจ posato un raggio di luce, lo sguardo di Gesรน; Lui, l’unico ad amarlo cosรฌ comโera, al punto di volerlo con sรฉ. Non si era preparato Matteo, probabilmente neanche si aspettava quell’incontro. Era lรฌ come ogni giorno, nessuna particolare e buona disposizione.
Eppure proprio quella banalitร ordinaria del male รจ divenuta il grembo di un incontro decisivo. Questa รจ l’opera dellโamore infinito di Cristo, trasformare la morte in vita e una tomba in giardino. L’assoluta eccezionalitร di questa esperienza ha generato in Matteo l’eccezionale: “la conversione”. Lui, il traditore reietto, chiamato ad essere apostolo; come non โseguireโ l’Unico che lo aveva guardato con misericordia, strappandolo all’inferno?
Come non โlasciare tuttoโ per Cristo che, nel suo amore, gli aveva giร donato tutto ciรฒ che il suo cuore desiderava? Per Matteo convertirsi aveva significato assaporare la libertร , altro che rinuncia! Il perdono immeritato e gratuito aveva acceso in lui la gratitudine; per questo “prepara” a Gesรน โun grande banchetto nella sua casaโ, immagine di ogni Eucarestia che sigilla e canta il suo amore.
Immediatamente quella che era stata la “sua” diventa la “loro” casa, di Matteo e Gesรน, ma non solo; la loro intimitร non si chiude per darsi egoisticamente soddisfazione, ma si apre e dilata sino ai confini della terra.
Come accade in ogni relazione fondata in Cristo, matrimonio, fidanzamento, amicizia, “l’amore diventa cura dell’altro e per l’altro. Non cerca piรน se stesso” (Benedetto XVI). “Con loro” due, infatti, โera seduta una grande folla di pubblicani e di altra gente (pagani)โ: ovunque giunge un cristiano – ovvero chi ha sperimentato lโamore di Cristo che lo ha โalzatoโ (stesso verbo che designa anche il risorgere) – appare una nuova creazione.
La presenza anche solo di un discepolo di Gesรน genera nei luoghi piรน impensati il miracolo della Chiesa; dov’era stato peccato, lamento e lutto, lโassemblea festosa dei “malati” guariti dal “Medico” e dei “peccatori” accolti, perdonati e convertiti innalza il suo canto di benedizione a Dio per la sua misericordia.
Anche per noi รจ preparato lโincontro decisivo con Gesรน. Lui รจ vicino, giungerร di certo in questa Quaresima, unica e diversa da tutte le altre, forse lโultima, non sappiamo. Non importa se non lo stiamo aspettando, ancora oggi intenti ai nostri loschi traffici con cui taglieggiamo e ricattiamo marito, moglie, figli, amici e colleghi per spremergli sino allโultima goccia lโaffetto.
Importa il suo amore capace di generare in noi lo stupore, la porta regale della conversione. Importa non “mormorare” come gli “scribi e i farisei” ciechi sui loro peccati; e lasciarci curare quando, con una liturgia, con la parola del marito o di un amico, magari con gli occhi di tuo figlio spalancati nello stupore, lo sguardo di compassione e misericordia del nostro “Medico” planerร su di noi.
Che il Signore ci conceda di accoglierlo come Matteo, perchรฉ sradichi vizi e peccati dai nostri cuori e vi effonda il suo Spirito d’amore. Che in questa Quaresima possiamo convertirci davvero, e obbedire alla chiamata di Gesรน โlasciando tuttoโ, ma proprio tutto, per “seguirlo” annunciando il Vangelo.
Ne va della salvezza di nostro figlio, del collega, dellโamico! Stanno aspettando la nostra conversione per โsedersiโ con noi e Cristo alla mensa della misericordia.
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