don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 6 Ottobre 2025

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GESU’ SI E’ FATTO ERETICO PER FARSI PROSSIMO DI OGNI ERETICO E OFFRIRGLI COSI’ LA POSSIBILITA’ DI ACCOGLIERE IL PERDONO

Nel Vangelo di oggi Gesรน risponde, attraverso la parabola, alla domanda piรน importante: facendo cosa (secondo la traduzione letterale del testo che prevede un gerundio) erediterรฒ la vita eterna?

La forma verbale usata da Luca esprime l’attualitร  del fare, lo scorrere dell’operare nel tempo, orientando la domanda del Dottore della Legge sulla questione fondamentale: in quale attivitร  sperimenterรฒ una vita che non si esaurisce, in che modo usare del tempo perchรฉ esso non divori il mio fare? Che cos’รจ che mi consente l’accesso all’ereditร  della vita eterna?

Ma l’ereditร  non รจ qualcosa da conquistare, รจ un diritto naturale, spetta al figlio come un dono dell’amore paterno. Per un dotto israelita doveva essere chiaro che l’ereditร  consisteva nella Terra, il compimento dell’Alleanza tra Dio e il suo Popolo. Lui l’ha inaugurata, Lui l’ha realizzata giorno dopo giorno, Lui l’ha rivelata; il Popolo l’ha accolta per poi perรฒ infrangerla ripetutamente. E Dio ha perdonato, una, mille volte.

Per questo l’Alleanza รจ molto piรน di un contratto, รจ un legame sponsale, un divenire l’uno parte dell’altro: l’Alleanza รจ amore, al punto che per Israele lo stesso matrimonio รจ detto berit. Anche la traduzione che ne รจ derivata, testamento, rimanda all’idea di una ereditร . Compresa nel contesto nuziale, essa acquista i connotati della dote, del dono che, in questo caso, lo sposo, fa alla sposa per le nozze.

Esse si celebrarono sul Sinai dove la voce dell’Innamorato aveva rivelato il suo tesoro piรน prezioso, regalandolo alla sua amata: la Torah. Essa รจ la gioia e la vita, il cammino da intraprendere per essere proprietร  dell’Amato, la Parola da fare e ascoltare per essere sua sposa. Fare e ascoltare, fare per avere l’ereditร : il fare รจ amare, e amare รจ la condizione per ascoltare.

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Si comprende allora perchรฉ Gesรน inviti il Dottore della Legge ad aprire la Torah e a cercarvi la risposta: il facendo cosa รจ tra quelle pagine. E, subito, di getto, il Dottore della Legge proclama un versetto tratto dallo Shemร  unendolo a un altro del Levitico, dal cosiddetto codice di santitร . Ha risposto bene, questo amore รจ la sintesi della Torah, il fare per ereditare, legato indissolubilmente all’ascoltare. Si ascolta quando si ama.

E’ stata questa l’esperienza di Israele, e per questo il Signore ripete al Dottore della Legge le stesse parole dello Shemร : “Fa questo e vivrai!”. Ma proprio in questo si rivela l’inciampo dell’interlocutore di Gesรน: egli “lo mette alla prova”, non lo ama. Non comprende di essere dinanzi all’Amato, all’Autore dell’Alleanza, all’ereditร  fatta carne, alla stessa vita eterna che cercava di ottenere.

Gli si offriva con amore e lui scappava, cercando di giustificare se stesso, di farsi giusto (giustificarsi, che non significa discolparsi) continuando a mettere alla prova il Signore con la domanda “e chi รจ il mio prossimo?”. “I Farisei tendevano ad escludere i non farisei; gli esseni pretendevano che si odiassero tutti i “figli delle tenebre”; i rabbini dichiaravano che si dovevano “sotterrare” tutti gli eretici, i delatori e gli apostati e non estrarli da sotto terra, e un proverbio popolare molto conosciuto escludeva dal comandamento dell’amore il nemico personale” (J. Jeremias, Le parabole di Gesรน).

Il Dottore della Legge tende una trappola a Gesรน per vedere chi egli consideri come prossimo: se segue la tradizione di Israele oppure trasgredisce e allarga i confini minando cosรฌ l’unitร  e la specificitร  del Popolo: “ma tu Maestro? Chi รจ il prossimo per te? Quello che dice essere la Legge o anche qualcun altro?”. Per farsi giusto cerca di rendere ingiusto Gesรน, di farne un eretico.

Gesรน si identifica proprio con il samaritano, con l’eretico, e rivela l’impensabile: Dio si รจ fatto eretico per amore! La domanda al termine del racconto รจ la chiave di tutto il brano: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che รจ incappato nei briganti?”; costituisce la risposta alla domanda precedente su chi fosse il mio prossimo.

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Il prossimo รจ proprio il samaritano eretico, e non l’uomo incappato nei briganti!!! Un eretico, Gesรน รจ il prossimo da amare come se stessi perchรฉ ci ha amati piรน di se stesso! Lui si รจ fatto prossimo, cioรจ vicino a ciascuno di noi, incappati nei briganti e spogliati di tutto, lasciati mezzo morti sul ciglio della vita.

Il sacerdote e il levita, guide del popolo, non hanno forza, nรฉ spirito per farsi prossimo al dolore dell’umanitร , neanche dei propri fratelli. Il samaritano invece sรฌ, conosce il dolore dal di dentro, sa che cosa significa essere rifiutato, percosso, gettato fuori mezzo morto. Ha conosciuto sino in fondo le conseguenze del male e puรฒ avere compassione e “gli si spezza il cuore”; il Vangelo usa la parola che in ebraico indicava in origine il grembo materno e la dedizione materna. Vedere l’uomo in quelle condizioni lo prende ยซnelle viscereยป, nel profondo dell’anima.

E’ Lui che si china come il Buon Pastore, conosce la sua pecora e se la carica sulle sue spalle, e la riconduce all’ovile, la “locanda” della parabola; e “si prende cura di lui”, attraverso le sue stesse ferite, le piaghe dalle quali siamo stati redenti: il vino, il sangue sgorgato dalle sue membra crocifisse, e l’olio, il suo Spirito vivificante effuso spirando sulla Croce. E’ Lui che paga il prezzo del nostro riscatto con la sua stessa vita, i suoi averi, le sue grazie, le monete lasciate al locandiere. E’ Lui che ci affida alle cure della Chiesa, la madre premurosa che ci accompagna nel cammino di conversione e risurrezione.

E’ solo Lui, l’unico Dio, in mezzo a tanti dei stranieri falsi e ingannatori, identificati, con la durezza della veritร , nel sacerdote e nel levita: sono loro i veri eretici, le monete false che non salvano nessuno, i mercenari che le pecore del Signore non seguiranno, i falsi profeti che nessuno amerร .

Gesรน ha visto l’uomo, ogni uomo della storia, come Adamo gettato fuori dalla Vita, e lo ha amato. Ha amato te, tua moglie, tuo figlio, ieri quando ti tradivano, odiavano, disobbedivano, non ti prendevano in considerazione, non ti gratificavano con lodi e attenzioni. Gesรน ti ha amato cosรฌ come sei, e ha visto lo splendore in quel grumo di sangue gettato sul ciglio di una strada. Ha visto la vita nella morte che ci ha colto, l’unico che ha saputo vedere vita, vita bella e piena, amore e dono di sรฉ in un povero disgraziato incapace di tutto, ferito e abbandonato. Cosรฌ ci ha visto mentre peccavamo!!!!

Per questo, l’amore che eredita la vita eterna รจ pura gratitudine che sgorga da un cuore amato senza condizioni e senza limiti; l’amore di un’amata che, stordita da tanto amore, apre il suo cuore e lo consegna all’amato innamorato. Gesรน si รจ innamorato di quell’uomo sfinito e incapace di tutto: di tuo figlio caduto nella droga, che non va piรน in Chiesa, divorziato e adultero; di te e di me, pieni di pus e ferite.

E, come il poveraccio della parabola, anche noi, proprio perchรฉ mezzo morti, possiamo “fare e ascoltare”: grazie alla debolezza e non alle capacitร , siamo, infatti, caricati sulle spalle di Gesรน. Cosรฌ, amando Cristo nostro prossimo nel suo stesso amore riversato in noi, diveniamo prossimi di tutti.

Con Lui saremo eretici per i moralisti che schiacciano i i piccoli sotto i cingoli dell’esigenza, e per il mondo libertino e relativista, feroce con chi sgarra e non obbedisce alle sue regole “tolleranti”. Sรฌ, occorre divenire eretici, caricarci dell’obbrobrio di Cristo e uscire dalla cittร , come Lui ha caricato noi. Nessuno รจ piรน di Colui che lo ha inviato: hanno chiamato Belzebรน Lui, chiameranno cosรฌ anche noi.

Ma solo cosรฌ potremo sfiorare con la misericordia il cuore di quanti, accanto a noi, stanno fuori dalle regole, forse bestemmiando il nome di Gesรน con la propria vita. Amarli dove Cristo ci ha amato, nell’eresia, in quella parte che proprio non riusciamo a mandare giรน, di noi stessi e dell’altro, perchรฉ contesta la nostra religione, quello cioรจ che abbiamo posto a fondamento della vita, della famiglia, della comunitร  cristiana.

Solo dopo esserci innamorati del prossimo che si รจ fatto eretico per amare gli eretici, sporco e contaminato per avvicinarsi agli impuri, peccato per toccare e salvare i peccatori, potremo avventurarci nelle zone corrotte degli altri, per caricarceli sulle spalle e riportarli all’ovile dove affidarli alla madre.

Siamo chiamati a non frustrare la follia dell’amore di Dio. Ad accogliere l’umile creativitร  dello Spirito Santo che ci fa liberi, sino al punto di diventare eretici come Gesรน perchรฉ tutti si salvino. Un padre e una madre eretici per amore, preti eretici per zelo, ecco di che cosa hanno bisogno i peccatori! Cristiani che “puzzano” dell’odore delle pecore perdute al nostro fianco, per abbracciarle nel profumo di Cristo.

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