AVVENTO E’ CAMMINARE DIETRO A CRISTO PER SPERIMENTARE IL POTERE DEL SUO AMORE NELLA NOSTRA DEBOLEZZA
Carne e sangue non c’entrano, i “due ciechi” che seguono di Gesรน hanno visto con il cuore ancor prima che con gli occhi; un moto dello Spirito li ha sospinti alla sequela di quel Galileo, sino a giungere alla sua “casa”; qui “gli si accostano” e Gesรน puรฒ porre loro la domanda decisiva: “Credete che io abbia il potere di farvi vedere?”.
I ciechi avevano camminato e seguito Gesรน gridando e implorando, segno del catecumenato preparatorio al battesimo. Gesรน si stava “allontanando” e per questo i due hanno cominciato a seguirlo. E non si รจ fermato, inducendoli a gridare, a gridare ancora, sino a che il suo Nome immerso nella pietร diventasse familiare.
Cosรฌ รจ anche per noi. Quando Gesรน sembra allontanarsi รจ perchรฉ, come lo Sposo del Cantico dei Cantici, vuole che lo seguiamo, che lo cerchiamo, che gridiamo a Lui. Vuole innescare in noi il bisogno e il desiderio di Lui, sino a che Egli ci diventi familiare: familiare come il bisogno che abbiamo di respirare.
Non si volta e non si ferma perchรฉ vuole rafforzarci nel santo desiderio che si fa grido, per crescere sino alla fede adulta. E’ Lui che cammina dinanzi a noi proprio quando il coniuge sembra non comprenderci, i figli non ne vogliono sapere, il lavoro si fa pesante; รจ Lui che, carico della sua Croce, scioglie il nostro grido e lo rende ogni istante piรน vero.
Proprio quando sembra che si allontani Gesรน ci chiama a seguirlo, quando sembra non dare ascolto alle nostre suppliche ci sta attirando nella sua casa, che nella Scrittura significa anche “famiglia”, nell’intimitร dei suoi fratelli!
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I “due” ciechi, infatti, sono immagine di ogni comunitร , perchรฉ dove due o piรน sono riuniti nel suo nome Gesรน รจ presente… Non si puรฒ seguire e gridare a Gesรน da soli; occorre una comunitร , come i “due” discepoli di Emmaus, come gli apostoli inviati “due a due” ad evangelizzare.
E’ necessario gridare insieme a nostra moglie, nostro marito, nostro figlio, il fidanzato, nella consapevolezza che ogni relazione autentica nasce dall’umiltร di riconoscersi entrambi ciechi e dal “credere” che Gesรน “possa fare” per ciascuno lo stesso miracolo. Cosรฌ funzionerร un matrimonio, un fidanzamento, un’amicizia, nel grido comune che apre la porta dell’intimitร con Cristo, dove essere guariti ed entrare in comunione.
Cosรฌ i “due” ciechi sono entrati nella Chiesa, la casa del Signore, il luogo dove la fede diviene adulta. Qui si puรฒ sperare contro ogni speranza carnale, qui carne e sangue cedono il passo allo Spirito perchรฉ ne prenda possesso.
Nei due ciechi si riconosce la figura di Tommaso, l’apostolo cieco che non ha visto il Signore perchรฉ incapace di credere lontano dalla comunitร , mentre quando si ritrova insieme ai fratelli vede aprirsi i suoi occhi, puรฒ riconoscere Gesรน, credere in Lui, e professare la sua fede.
Credere al potere di Gesรน รจ appoggiarsi all’esperienza del cammino di ogni catecumeno che, durante il tempo di preparazione al battesimo, conoscendo se stesso preparava i suoi occhi ad aprirsi attraverso i segni del potere di Gesรน: a poco a poco veniva strappato al mondo, alle sue concupiscenze e ai suoi criteri.
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I due ciechi non hanno creduto per una magia istantanea: gridando a Gesรน dal profondo della propria debolezza, si sono conosciuti e lo hanno conosciuto e seguito sino a confidare pienamente in Lui.
La fede, infatti, non รจ un gioco a dadi, non รจ puntare sulla ruota della fortuna. E’ partire, seguire, gridare, entrare. E’ percorrere un’iniziazione cristiana che, a piccoli passi, renda credibile l’annuncio ricevuto e apra alla confidenza.
Dal grido del proprio bisogno, dalla sofferenza e dalla morte di una vita cieca su se stessi, sugli altri e sugli eventi, alla vita piena di chi, appoggiato al potere del Signore, apre gli occhi su tutto riconoscendovi l’amorosa volontร di Dio.
L’Avvento รจ dunque questo cammino di fede, per giungere a vedere in modo nuovo noi stessi e la nostra storia come un’opera del suo amore. E’ questa la venuta di Gesรน nella storia, il Natale che rivela Dio in un bambino appena nato, il suo amore nella debolezza, la sua misericordia nei peccati, il suo potere su ogni cecitร .
Tutto, infatti, concorre al nostro bene: ogni secondo, ogni evento รจ un passo di Cristo che viene verso di noi per condurci nel suo cuore misericordioso, la Luce inestinguibile che dirada le tenebre del peccato e della morte:
“La Chiesa antica ha qualificato il Battesimo come fotismos, come Sacramento dellโilluminazione, come una comunicazione di luce e lโha collegato inscindibilmente con la risurrezione di Cristo. Nel Battesimo Dio dice al battezzando: โSia la luce!โ. In Lui riconosciamo che cosa รจ vero e che cosa รจ falso, che cosa รจ la luminositร e che cosa il buio. Con Lui sorge in noi la luce della veritร e cominciamo a capire” (Benedetto XVI, Omelia nella Veglia Pasquale, 11 aprile 2009).
E questo si tramuta “naturalmente” in annuncio. Guariti da Gesรน, i due ciechi non possono trattenere la gioia e l’esperienza della fede. Illuminati divengono luce: Dio ha fatto rifulgere il bagliore pasquale su di loro, sono ormai Luce in Cristo.
Cosรฌ รจ la nostra elezione: siamo chiamati a seguire il Signore, a gridare il suo Nome, a sperimentare il suo potere, ad entrare nella sua casa. A crescere nella fede e nella comunione della Chiesa, per vivere spargendo la sua fama in ogni luogo della nostra esistenza, per pura gratitudine, perchรฉ รจ lo stupore che genera la missione e compie nel bene ogni esistenza.
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