BAMBINI POSTI NEL MEZZO DELLA VERITA’ DOVE GESU’ CI ABBRACCIA PER UNIRCI A LUI
Il Signore ci “istruisce”, senza ingannarci. Camminando dinanzi a noi ci indica il nostro destino, non diverso dal suo. Non fa sconti sentimentali, non annacqua le parole. Per dirci oggi la serietร del peccato Gesรน ce ne mostra le conseguenze, e il suo amore per noi, tanto grande da far paura. Gesรน ne giร aveva parlato. “La prima volta…. satana uscรฌ allo scoperto, con un’opposizione netta, “questo non ti accadrร mai…”. Questa volta si nasconde nell’incomprensione, e fa seccare il seme nel mutismo di un cuore di pietra” (S. Fausti, Ricorda e racconta il Vangelo).
Quante volte ci ritroviamo come pietrificati dinanzi agli avvenimenti! Il timore di capire e di accedere al mistero celato dietro gli eventi ci paralizza la lingua, perchรฉ la mente non le invia nessun impulso, gelata dalla paura, quella terribile della morte, di scoprire una veritร che abbiamo rimosso, che non abbiamo voluto credere: il male รจ vero, quello capace di uccidere la speranza, la fiducia, ogni relazione.
O, piรน banalmente, la paura che sperimentiamo al mercato, o sul tram: quando qualcuno ci parla di un evento luttuoso vorremmo tagliar corto, non approfondire, voltare lo sguardo a cercare la vita. In un ospedale, al capezzale di un malato terminale, le parole ci escono a brandelli, caricature fuori luogo di pronte guarigioni, di future mangiate, vacanze e lunghe passeggiate in montagna. Di fronte alla morte, l’unico che ci viene da dire sono speranze illusorie balbettate come una pacca sulla spalla mentre il cuore gela. Eufemismi. Il cancro รจ diventato un ” brutto male”. E guai ad evocare la morte, perchรฉ la morte mette paura.
E diventa ancor piรน incomprensibile quando appare come un segno d’amore: la morte che Gesรน annuncia ai suoi discepoli e a ciascuno di noi, la consegna della propria vita alle mani degli assassini, รจ il suo amore vero, perfetto, autentico. Non si comprende la morte di Gesรน se non si accoglie il suo amore che ne รจ la causa prima e fondamentale. Lo ha detto Lui, e tutti i passi evangelici che ne fanno riferimento lo illustrano inequivocabilmente: รจ Lui che ha consegnato la sua vita per amore, molto prima che altri gliela togliessero.
Risuona infatti in tantissimi testi il verbo โconsegnareโ (โparadรฌdomiโ). Gesรน รจ consegnato: il tradimento di uno dei suoi apostoli lo consegna agli avversari. Il sinedrio lo consegna al potere romano. Pilato lo consegna alla Croce compiendo cosรฌ quanto Gesรน ha preannunciato. Eppure nella trama di consegne di cui sarร fatto oggetto emerge qualcosa di infinitamente piรน grande di una semplice sequenza sfortunata di eventi, come quelli di cui spesso anche noi crediamo di essere vittime.
Prima ancora d’essere consegnato da mani umane, รจ il Figlio stesso a consegnarsi, per amore: ยซQuesta vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per meยป (Gal 2,20). Consegnandosi al Padre e alla sua volontร , Gesรน si รจ consegnato a ciascun uomo, perchรฉ tutti fossimo riconsegnati al Cielo, in un unico e perfetto amore: ยซPadre, nelle tue mani affido il mio spirito!ยป e ยซChinato il capo consegnรฒ lo Spiritoยป.
La sua offerta lo consegna alla solitudine, al cuore d’ogni dolore, alla madre della nostra paura. Gesรน si consegna alla morte, all’assenza di Dio, alla patria del peccato di cui tutti facciamo dolorosa esperienza. E, consegnando lo spirito, grida l’estrema solitudine: ยซMio Dio, mio Dio, perchรฉ mi hai abbandonato?ยป. Il Padre e il Figlio uniti in un’unico, infinito amore, un dolore lancinante che spinge il perdono a bussare alla porta della nostra tomba, quella di oggi.
E’ scandaloso, ma รจ andata proprio cosรฌ: il Padre ha voluto consegnare suo Figlio per noi, non รจ stato un incidente a cui Dio, con la resurrezione, ha messo fine. Uomini empi hanno ucciso Gesรน, ma proprio quell’empietร con cui l’uomo raggiungeva il limite estremo della lontananza tra Dio e la sua creatura diveniva lo strumento con cui Dio stesso raggiungeva quel luogo di solitudine e angoscia, l’ultimo gradino dell’inferno, per riscattarvi il peccatore peggiore, il piรน lontano da Lui: โIl dramma tra lโuomo e Dio raggiunge qui il suo acme, poichรฉ la perversa libertร finita getta tutta la sua colpa su Dio come sullโunico imputato e capro espiatorio, e Dio se ne lascia totalmente colpire non solo nellโumanitร di Cristo, ma nella sua stessa missione trinitaria, dove nel mistero dellโottenebrazione e della alienazione tra Dio ed il Figlio portatore del peccato, compare lโonnipotente impotenza dellโamore di Dioโ (Von Balthasar, Teodrammatica).
La consegna alla morte per amore, il dolore per amore: ยซIl Padre, Dio dell’universo, paziente e misericordioso, sente egli stesso in certo modo il dolore… Il Padre stesso non รจ senza dolore! Se qualcuno lo implora egli รจ preso da pietร e compassione; soffre attraverso l’amore; ha sentimenti che non potrebbe avere secondo la sua natura sublime. Riguardo a noi egli sente il dolore umanoยป (Origene, Hom. in Ezech. 6,6).
L’incomprensibile si svela oggi dinanzi a noi. ยซIn questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma รจ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccatiยป. Gesรน รจ inchiodato sulla Croce per un amore che ha esigito la morte, il salario d’ogni peccato. Come l’amore d’una madre esige il dolore del parto. E molto di piรน. Amore divino, geloso, compassionevole, pietoso, misericordioso.
La morte di Gesรน ci parla dunque di noi, dei nostri peccati, che hanno esigito la morte di Gesรน. Senza la sua morte saremmo ancora nei peccati dice san Paolo. Senza la sua morte il suo amore non ci avrebbe raggiunti, salvati. risuscitati, perchรฉ il peccato conduce alla morte, sempre. E lรฌ, nella morte, doveva giungere il suo amore, per distruggere la radice della paura.
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E lรฌ, nel freddo silenzio del terrore, oggi possiamo incontrarlo per mezzo dello Spirito Santo, quando Gesรน, al culmine della sua passione, dopo aver gridato la sua incarnazione nella nostra carne morta, ยซChinato il capo, consegnรฒ lo Spiritoยป (Gv 19,30). Siamo peccatori: ยซE neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccatiยป. (San Francesco d’Assisi, Admonitio, 5, 3).
Ecco perchรฉ l’annuncio di Gesรน terrorizza i discepoli e tutti noi; ecco perchรฉ la morte ci fa paura: il peccato ha avvelenato la nostra vita, e non lo possiamo accettare, siamo abituati a dare la colpa a tutto ciรฒ che si trova fuori di noi, alle circostanze, agli eventi sfortunati e alla malvagitร altrui. Discutiamo sempre su chi sia il piรน grande, il piรน perfetto, ed รจ un’immagine delle relazioni avvelenate di chi non accetta la propria debolezza, la realtร dei propri peccati.
L’orgoglio che, scalando prestigio, potere e affetto, camuffa l’estrema indigenza di un cuore malvagio. Non possiamo accettare di essere smascherati come peccatori, empi che hanno ucciso davvero Cristo. Causerebbe un terremoto nella nostra vita, certezze e rendite di posizione evaporerebbero come neve al sole, non potremmo piรน discutere e lottare per essere i piรน grandi, non ne avremmo diritto, l’evidenza ci getterebbe piuttosto all’ultimo posto.
Dovremmo umiliarci, e guardare con occhi diversi la nostra storia, la moglie, il marito, i figli, i genitori, noi stessi. E, come peccatori, sperimentare un perdono che non abbiamo mai conosciuto, e ricevere l’amore scandaloso, gratuito, divino, che ci “farebbe bambini”, pura accoglienza perchรฉ pura debolezza.
L’amore infatti รจ consegnato per essere accolto, e Gesรน cerca un bambino che accolga il suo dono. L’umiltร di sapersi piccoli, gli ultimi, non per una virtรน morale, ma perchรฉ รจ proprio cosรฌ. Un bambino รจ quello che รจ. L’annuncio di Gesรน oggi fa luce su chi noi siamo veramente.
La veritร sulla nostra piccolezza emerge dall’enormitร del suo amore. Dinanzi alla Croce non possiamo che scoprirci bambini, infinitamente piccoli. Dinanzi al peccato il suo amore svela la nostra identitร : mendicanti d’amore. Come san Francesco, che infatti ai piedi della Croce รจ stato abbracciato da Gesรน, perchรจ Lui prende in braccio i piccoli, i poveri, i peccatori.
La sua Croce รจ il suo abbraccio consegnato a ciascuno di noi, il suo perdono, il suo amore. ยซNon sono che una fanciulla, incapace e debole, tuttavia รจ la mia stessa debolezza che mi dร l’audacia di offrirmi Vittima al tuo Amore, o Gesรน! Una volta solo le vittime pure e senza macchia erano gradite al Dio Forte e Potente.
Per soddisfare la Giustizia Divina, erano necessarie vittime perfette, ma alla legge del timore รจ succeduta la legge d’Amore, e l’Amore mi ha scelta per olocausto, me, debole e imperfetta creatura… Questa scelta non รจ forse degna dell’Amore?… Si, perchรฉ l’Amore sia pienamente soddisfatto, bisogna che Egli si abbassi, che si abbassi fino al nulla e che trasformi in fuoco questo nulla… ยป (Santa Teresa di Lisieux).
Ecco il segreto: l’amore si fa bambino perchรฉ noi si diventi bambini: indifeso perchรฉ smettiamo di difenderci, piccolo perchรฉ abbandoniamo i miseri sogni di grandezza. La storia che oggi ci crocifigge, che ci fa paura, รจ il suo amore che si fa fanciullo, che dal Cielo discende sulla terra, e si fa vita nostra, ore e lavoro, famiglia e amicizia, amore che si fa carne nella nostra carne: aspra nelle conseguenze del peccato, ma che reca, misteriosamente, proprio laddove dovrebbe uccidere e gettare all’inferno, l’amore capace di riscattare, il perdono che rigenera e trasforma il nulla nella pienezza di gioia e pace.
Accogliere la storia in ogni suo aspetto, perchรฉ in essa Gesรน si fa bambino, da abbracciare, come si abbraccia la Croce. E cosรฌ scoprirsi figli del Padre che lo ha inviato. Abbracciare Gesรน laddove Egli stesso abbraccia la nostra vita, la piccolezza che ci fa autentici, l’indigenza che ci fa suoi prediletti. Fin dall’infanzia il demonio ha tenuto schiavo ciascuno di noi, all’infanzia ci riconduce il Signore; laddove l’abbiamo perduta, Egli ci riconsegna l’innocenza che crede oltre ogni evidenza, che ci fa consegnare l’intera nostra esistenza alla sua misericordia.
Il suo amore che ci fa servi, gli ultimi di tutti, non perchรฉ nella nostra presunta magnanimitร ci spogliamo di una grandezza inesistente, ma perchรฉ amati nella piccolezza e per questo primi nell’amare, nel donare se stessi gratuitamente, perchรฉ gratuitamente abbiamo ricevuto tutto.
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NEL NOME DEL SIGNORE VI CHIEDIAMO UN AIUTO PER LA MISSIONE
CARISSIMI, QUEST’ANNO VI CHIEDIAMO, NEL NOME DEL SIGNORE, OLTRE ALL’AIUTO PER LE NECESSITร QUOTIDIANE DELLA MISSIONE, DI ESSERE CON NOI NELL’AVVENTURA DELL’ACQUISTO DELLA CASA DELLA MISSIONE DI TAKAMATSU.
AIUTATECI COME POTETE, ANCHE A TROVARE NUOVI BENEFATTORI PER CONTINUARE AD ACCOGLIERE LE PERSONE E ANNUNCIARE LORO IL VANGELO NELLA CASA CHE PER 21 ANNI ร STATA LA CASA DELLA MISSIONE DI TAKAMATSU.
GUARDATE IL VIDEO SULLA CASA, SCARICATE IL CALENDARIO DEL 2024 E IL LIBRO SULLA CASA DOVE SCOPRIRETE ALCUNI MOMENTI DELLA NOSTRA STORIA E, ACCOMPAGNANDOCI CON LE PREGHIERE, OFFRITE QUANTO IL SIGNORE VI ISPIRI.
Don Antonello
QUI LA LETTERA DI PRESENTAZIONE E LE INDICAZIONI PER LE OFFERTE
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