don Antonello Iapicca – Vangelo del giorno – 13 Gennaio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Mc 2, 13-17

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GESU’ PASSA E CI ATTIRA A SEGUIRLO NELLA SUA PASQUA CHE CI LIBERA DAL PECCATO E CI CONDUCE ALLA COMUNIONE

Una voce, uno sguardo, e una parola, tutto accaduto proprio lรฌ, dove Matteo era in quello stesso istante, immerso nel suo impuro lavoro di esattore. Aveva ricevuto in appalto dal procuratore romano la riscossione delle tasse, il portorium, il diritto di dogana e pedaggio che doveva pagare chi viaggiava al confine fra le tetrarchie di Erode Antipa e di Erode Filippo, piรน o meno un dirigente di Equitaliaโ€ฆ E, molto probabilmente, taglieggiava i contribuenti, come un mafioso.

Basta pensare cosa evochi in noi questa parola per capire che vita facesse Matteo, mafioso e collaborazionista, peggio di un kapรฒ in un campo di concentramento. Impuro come il lebbroso, a contatto con i romani, con il cuore e il corpo. Come il paralitico, inchiodato alla sua sedia a rubare e a rovinare i suoi fratelli. E lรฌ, in quel vomito di vita, un raggio di luce, come ha inimitabilmente dipinto Caravaggio.

Una voce, uno sguardo e una parola: รจ il Signore, l’unico Signore, l’unico Dio perchรฉ l’unico che si sia chinato su quel relitto d’uomo, un aguzzino venduto e traditore, specie di peccatore tra le piรน turpi. Gesรน, lโ€™unico a cercarlo, nel guardarlo, chiamarlo, amarlo cosรฌ come Matteo era, senza moralismo, senza alcun giudizio. Lo ha amato al punto di volerlo con sรฉ.

E chi si prenderebbe ora, cosรฌ su due piedi, un mafioso in casa? Chiamare Matteo, infatti, รจ stato come consegnare ad un ladro l’amministrazione della propria banca: Gesรน ha consegnato i suoi tesori, le sue cose piรน preziose ad un approfittatore, ad un impuro e indegno peccatore. L’ assoluta eccezionalitร  di questa esperienza ha generato in Matteo l’eccezionale, la conversione. La Grazia ha acceso la gratitudine.

Come non seguire l’unico che lo aveva amato, l’unico che lo aveva guarito e strappato all’inferno? Matteo ha toccato un amore piรน grande d’ogni altro, qualcosa di mai visto, sentito, vissuto, qualcosa che ti prende fin dentro, nel piรน profondo di te stesso, e ti trascina con sรฉ, in una pace mai sperimentata, una tenerezza mai immaginata, lโ€™amore celeste che non รจ presente nella natura, lโ€™amore di Dio che puรฒ essere solo donato e accolto con umiltร . Mathaios, traduzione greca dellโ€™ebraico Mattai che significa โ€œdono di Dioโ€, รจ immagine di ogni uomo che ha sperimentato la gratuitร  dellโ€™amore di Dio nel fondo dei propri peccati, e lo ha accolto con stupore e gratitudine.

Lasciare tutto allโ€™istante per Matteo ha significato la guarigione del cuore, come per la suocera di Pietro, il lebbroso e il paralitico; si รจ sentito immediatamente libero, e cosรฌ, seguire Gesรน รจ stato lโ€™inizio di una vita libera, altro che rinuncia. Lasciare tutto รจ, semplicemente, aver trovato l’Unico per cui vivere รจ bello, vero, santo; รจ essere rapiti dall’amore che รจ impossibile anche sognare, ma al quale tutto, in ogni uomo, tende invincibilmente.

Lascia tutto chi ormai ha tutto, perchรฉ appartiene a Gesรน, e il resto torna al posto che gli compete, sciolto dallโ€™assolutezza che gonfia di inautenticitร  persone e cose sino a farne degli idoli tirannici. Matteo lascia tutto subito perchรฉ giร  ha ricevuto tutto, istantaneamente.

Nel tutto di Gesรน, infatti, รจ ridonata, trasfigurata, anche ogni altra persona, e il lavoro, gli amici, gli affetti. Per questo il primo passo di Matteo liberato ha condotto quellโ€™amore celeste nella sua terra, a casa sua: seguire Gesรน รจ infatti, prima d’ogni altra cosa, โ€œinvitarloโ€ alla nostra vita, alla nostra storia. Il primo frutto dell’incontro con Cristo, per Matteo รจ stato trasmettere l’eccezionalitร  della propria esperienza ai suoi amici. Come in una sorta di pellegrinaggio della memoria sin dentro le profonditร  della propria storia,

Matteo conduce Gesรน proprio ai luoghi, alle persone, alle cose che un istante prima aveva lasciato, per scoprire che ogni istante e ogni rapporto della sua vita รจ stato guarito. La parola di misericordia lo ha rigenerato, e ora Matteo puรฒ guardare a se stesso e alla sua storia con occhi nuovi.

Laddove รจ abbondato il peccato ha sovrabbondato la Grazia. L’indegno ha riacquistato dignitร , e quello che era stato messo a servizio dell’iniquitร  รจ ormai donato per la Giustizia: i rapporti sanati, gli sguardi purificati, i pensieri illuminati, ogni azione santificata.

L’amore di Gesรน ha guarito Matteo integralmente, lo ha liberato da ogni paura, il passato non lo schiaccia, il presente non lo avvelena, il futuro non lo angoscia. E’ vivo Matteo, รจ un uomo, รจ di Cristo: non ha piรน bisogno di accumulare compulsivamente per riempire il vuoto scavato dal peccato, ma ora puรฒ offrirsi a chi aveva sottratto ingiustamente, donando Cristo, il suo tesoro piรน grande, inesauribile perchรฉ custodito nei Cieli.

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Gesรน viene per โ€œchiamare i peccatori e i malatiโ€ a gustare il suo amore gratuito, che solo chi non ha denaro e meriti puรฒ accogliere; chi suppone dโ€™essere giusto in mezzo a tante ingiustizie non puรฒ comprendere, si scandalizza che lโ€™amore โ€œsi adagi a mensa con i peccatoriโ€, confonde la misericordia con il male, si chiude nei propri giudizi, e finisce con il prendere il posto di Matteo, escluso dalla comunione con Dio, nella quale invece il pubblicano รจ stato riaccolto.

Ma Cristo viene anche oggi alla nostra vita, sin dentro i nostri peccati. Non importa se non lo stiamo aspettando, se siamo intenti ai nostri loschi traffici. Importa il suo amore, importa l’esperienza, vera e reale, del suo perdono. Importa la libertร . Essa รจ per noi, incastonata negli occhi misericordiosi e compassionevoli di Gesรน, risuona nella sua parola annunciata dove anche oggi stiamo per buttar via la nostra vita: Lui viene a trasformare il nostro tavolo di gabelliere in una mensa imbandita per chi ci รจ accanto.

Ci โ€œalzaโ€ dal peccato per โ€œstenderciโ€ a riposare e saziarci intorno al banchetto che Lui stesso ha preparato, come nellโ€™ultima cena, come sulle rive del Lago di Tiberiade quando, risorto, รจ apparso ai suoi apostoli. E, intorno a quella mensa, chiamare tutti a partecipare della stessa vittoria, annunciando il Vangelo che “chiama” alla pienezza della vita e non delude, mai.

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