IL “FLAGELLO” DI CRISTO CHE, PURIFICANDO CUORE, MENTE E CARNE, CI “DEDICA” A CRISTO E AI FRATELLI
Si avvicina la Pasquaย dei Giudei, il compimento della missione, la testimonianza della Veritร . E, profeticamente, il Vangelo di oggi rivela quello che Gesรน farร nellaย suaย Pasqua, quale martire della Veritร . Il Tempio, il luogo della presenza di Dio, era divenuto un luogo di mercato: all’adorazione e all’amore era subentrato l’interesse. Il Tempio, centro e fondamento dell’universo, era profanato. Gesรน, divorato dallo zelo divino, vi entra per riprenderne possesso, per tornare aย dedicarloย a Dio. E, per questo, compie un gesto che รจ insiemeย segnoย dell’avvento del Messia eย profeziaย dell‘autentica dedicazioneย che realizzerร nellaย suaย Pasqua. In ebraico, il termineย hebel,ย tradotto con “sferza di cordicelle”, ilย flagellumย romano dal grecoย phragellionย che compare nel vangelo, significa allo stesso tempoย corda e dolori, in particolare quelliย del parto. Gesรน prende un flagello e comincia a seminare terrore, come annunciato dai Profeti e come anche la tradizione rabbinica immaginava l’avvento del Messia. Esso infatti sarebbe stato un vero e proprioย flagelloย brandito dal Messia, e che avrebbe provocatoย doloriย frutti della purificazioneย dei vizi e dei peccati. Per questo i Giudei non si indignano per il gesto in sรฉ, ma chiedono a Gesรน il segno che legittimi il suo “fare queste cose”. Il punto su cui verte il Vangelo di oggi non รจ il Tempio ma la figura di Gesรน. E non รจ un caso che, per celebrare la Dedicazione della Cattedrale di Roma,ย “madre e capo di tutte le chiese dellโUrbe e dellโOrbe” si proclami questo brano. Non celebriamo un Tempio di mattoni, per quanto bello e importante. Celebriamo Cristo, l’autentico Tempio di Dio, la suaย dimoraย tra gli uomini. In Lui e nel suo amore infatti, siamo chiamati proprio aย dimorare,ย per vivere la vita come un’interrotta liturgia di lode.
E Gesรน, nel rispondere all’obiezione dei Giudei, rivela se stesso profetizzando laย suaย Pasqua. Essa non sarร piรน quellaย dei Giudei, un rito ormai vuoto compiuto in un luogo di mercato. Sarร la Pasqua dell’Agnello senza macchia, puro, che libererร le pecore dalla mano del nemico. Sarร la Pasqua di Gesรน cheย dedicherร ย il suo Tempio all’autentica lode nell’unico e valido sacrificio. Il flagello che ha brandito durante laย loroย Pasqua, lacererร le sue carni, e sarร perdono per ogni uomo. Il flagello che avrebbe dovuto percuotere noi, mercanti avidi e avari che hanno pervertito la santitร del tempio facendone un luogo di traffici, compromessi e adulteri, ha raggiunto il corpo senza peccato del Signore. Il nostro corpo donatoci per amare, ridotto ad una sentina di vizi, di perversioni, dove commerciare affetto, prestigio, potere, non avrebbe potuto schivare il flagello dello zelo geloso di Dio se il corpo benedetto del Signore non ne avesse catalizzato i colpi.ย “Non fu per appagare la rabbia dei demoni, la ferocia dei giudei, la brutalitร dei pagani che il corpo di Gesรน fu scarnificato ed infranto, ma per servire da medicina alla nostra salute. Oh mistero, dunque! Quanto piรน orribile fu per parte degli uomini, altrettanto piรน tenero fu per parte di Dio, il quale โ nell’eccesso della sua misericordia โ dispose che tutto servisse per la salvezza del genere umano!” (Sant’Agostino,ย Sermone CXIV, De tempore).ย
Gesรน usa termini inequivocabili:ย “sciogliete” il “Santo dei Santi” e lo farรฒ “sorgere” in “tre giorni”. In una frase rivela la sua missione e la sua identitร .ย Egli รจ il cuore del Tempio, il Luogo della Presenza dove era custodita l’Alleanza. In esso aveva accesso una volta all’anno il solo Sommo Sacerdote, nel giorno solenne dello Yom Kippur, il giorno del perdono e dell’espiazione. Vi entrava pronunciando il Nome del Dio Altissimo, nel quale ogni peccato era perdonato. Ilย veloย che divideva il Santo dei Santi dal resto del Tempio precludendone l’accesso sarร squarciato ย in due,ย sciolto, al momento della morte del Signore. “Cristo invece… non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrรฒ una volta per sempre nel santuario, procurandoci cosรฌ una redenzione eterna… Avendo dunque, fratelli, piena libertร di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesรน, per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioรจ la sua carne; avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perchรฉ รจ fedele colui che ha promesso” (Eb. 9-10).ย Gesรน รจ il Nome di Dio che ci รจ dato per essere perdonati, oggi, come sempre.ย Nellaย suaย Pasqua ciascuno di noi รจ riconciliato con Dio, puรฒ accedere al Santo dei Santi, ed offrire la propria vita a Colui che l’ha riscattata. Per mezzo di Cristo siamo cosรฌ nuovamenteย dedicati a Dio; come nel Rito della dedicazione di una Chiesa, anche noi, unti dello Spirito nel quale Gesรน si รจ offerto al Padre, diveniamoย altari consacratiย perย dedicareย a Dio la nostra vita. Ogni giorno possiamo allora celebrare un’anticipo della liturgia celeste che canta la vittoria di Cristo sulla morte. Ogni evento, ogni persona, tutto ciรฒ che costituisce la nostra storia รจ attratta in questa liturgia dove, in noi, il Signore offre il suo corpo ed il suo sangue per salvare questa generazione. Portiamo infatti nel nostro corpo lo stesso morire di Cristo cheย scioglieย la carne perchรฉ si doni senza riserve. La carne trasfigurata e deposta nel Santo dei Santi, nell’intimitร di Dio, nel cuore di Cristo, puรฒ donarsi, puรฒ essere Tempio dello Spirito Santo. Cosรฌ possiamo vivere secondo l’esortazione di San Paolo ai fratelli della comunitร di Roma: “Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; รจ questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalitร di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontร di Dio, ciรฒ che รจ buono, a lui gradito e perfetto” (Rm. 12, 1-2).ย
Siamo chiamati a vivere il matrimonio, il fidanzamento, il lavoro, le amicizie, lo studio come un culto spirituale, elevando al Cielo la lode e il rendimento di grazie: ogni relazione, ogni attivitร รจ come un’eucarestia che ci conduce a offrirci e prendere su di noi il peccato degli altri, e a portare tutti e tutto nel Santuario del Cielo.ย โVoi siete pietre del tempio del Padre, destinateย alla costruzione di Dio Padre, portate in altro dallโargano di Gesรน Cristo, che รจ la croce, usando perย fune lo Spirito Santo… La fede รจ la vostra leva e la caritร la stradaย che vi conduce a Dio. Siete tutti compagni di viaggio, portatori di Dio, portatori del tempio,ย portatori di Cristo e dello Spirito Santo, in tutto ornati dei precetti di Gesรน Cristo”. (S. Ignazio di Antiochia,ย Agli Efesini, 9,1).ย La Chiesa รจ il Corpo benedetto di Cristo dedicato a Dio che si offre come barriera a raccogliere i flagelli destinati ad ogni generazione. Nell’insulto che oggi ci toglierร l’onore; nella calunnia che ci metterร alla berlina; nella ribellione del figlio; nell’incomprensione del coniuge; nella tentazione della concupiscenza; nella malattia che ci indebolisce; nei fallimenti della missione; in tutto, si nasconde il flagello geloso di Dio che, da un lato ci purifica giorno dopo giorno, e dall’altro lacera il nostro corpo perchรฉ il mondo, il prossimo e anche il nemico, abbia accesso alla vita. La Chiesa completa nel suo corpo quello che manca alla Passione di Gesรน, e proprio per questo ย รจย dedicataย a Dio. L’autentica dedicazione infatti si realizza attraverso i colpi della flagellazione che rendono la Chiesa, paradossalmente, bella e senza macchia; ma รจ proprio attraverso le ferite profonde inferte dai flagelli che i flagellatori possono trovare un pertugio per il quale entrare nel Cielo. La vita della Chiesa, la nostra vita, รจ racchiusa neiย tre giorniย del mistero di Cristo, tra il flagello che strazia la carne, il dolore del parto, e la nascita di una vita nuova.ย Dedicati a Dio sin dal seno materno siamo chiamati a vivere in pienezza il mistero che dedica a Dio ogni uomo, anche il piรน lontano, perduto, dedicato al demonio e alle sue menzogne.ย
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APPROFONDIMENTI
Trattato sul salmo 64 ; PL 9, 416
ยซEgli parlava del Tempio del suo Corpoยป
Il Signore disse : ยซ Questo รจ il mio riposo per sempre ยป e ยซ qui abiterรฒ, perchรฉ lโho desiderato ยป (Sal 131, 14). Eppure Sion e il suo tempio sono stati distrutti. Dove starร il trono eterno di Dio ? Dove sarร il suo riposo per sempre ? Dove sarร il suo tempio perchรฉ egli vi abiti ? Ci risponde lโapostolo Paolo : ยซ Siete il tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voi ยป (1 Cor 3,16). Questa รจ la dimora di Dio, questo รจ il suo tempio : sono pieni della sua dottrina e della sua potenza. Sono il soggiorno della santitร del cuore di Dio.
Questa dimora tuttavia viene edificata da Dio. Se fosse costruita da mano dโuomo, non resisterebbe, e neppure se fosse fondata sulle dottrine umane. Le nostre vane fatiche e le nostre inquietudini non bastano a proteggerla. Il Signore procede ben diversamente : non lโha fondata sulla terra, nรฉ sulle sabbie mobili ; essa poggia sui profeti e sugli apostoli (Ef 2,20) ; viene costruita senza sosta con pietre vive (1 Pt 2,5). Si svilupperร fino alle dimensioni ultime del corpo di Cristo. Senza tregua la sua edificazione prosegue : intorno ad essa si elevano numerose case che verranno radunate in una grande e beata cittร (Sal 121,3).
Lanspergo il Certosinoย (1489-1539), religioso, teologo
Omelia per la dedicazione della chiesa; Opera omnia,1,702s
ยซVoi siete il tempio di Dio e lo Spirito di Dio abita in voiยป (1 Cor 3,16)
La dedicazione che oggi ricordiamo riguarda in realtร tre case. La prima รจ il santuario materiale… Certamente si puรฒ pregare ovunque e non c’รจ un luogo in cui non si possa pregare. Tuttavia รจ giusto aver consacrato a Dio un luogo particolare dove tutti noi, cristiani di questa comunitร , possiamo riunirci, lodare e pregare Dio insieme e ottenere cosรฌ piรน facilmente ciรฒ che domandiamo, grazie a questa preghiera comune, secondo la parola: ยซSe due o tre fra voi sulla terra si accorderanno per chiedere qualsiasi cosa, l’otterranno dal Padre mioยป (Mt 18,19)…
La seconda casa di Dio รจ il popolo, la comunitร santa che trova la sua unitร in questa chiesa, ย ย cioรจ voi che siete guidati, istruiti e nutriti da un solo pastore o vescovo. E’ la dimora spirituale di Dio di cui la nostra chiesa, questa casa di Dio materiale, รจ il segno. Cristo si รจ costruito questo tempio spirituale per se stesso… Questa dimora รจ composta dagli eletti di Dio passati, presenti e futuri, riuniti dall’unitร della fede e della caritร , in questa Chiesa, una, figlia della Chiesa universale, una sola cosa con la Chiesa universale. Considerata singolarmente dalle altre Chiese particolari, essa รจ una parte della Chiesa, come lo sono tutte le altre Chiese. Queste Chiese tuttavia formano tutte insieme l’unica Chiesa universale, madre di tutte le Chiese… Celebrando la dedicazione della nostra chiesa, non facciamo altro che ricordare, con azioni di grazia, inni e canti di lode, la bontร che Dio ha manifestato chiamando questo piccolo popolo a conoscerlo…
La terza casa di Dio รจ ogni anima santa donata a Dio, consacrata attraverso il Battesimo, divenuta tempio dello Spirito Santo e dimora di Dio… ย Celebrando la dedicazione di questa terza casa, ricordi semplicemente il favore ricevuto da Dio quando ti ha scelto per venire ad abitare in te attraverso la sua grazia.
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LA DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE. PIERO BARGELLINI
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La colonna della flagellazione
NellโEnciclopedia della Bibbia, O. Garcรฌa de La Fuente ha fatto la storia della colonna a cui fu legato il Signore per la flagellazione, come si โcontemplaโ nel secondo Mistero del Rosario. (cfr Enciclopedia della Bibbia – LDC p. 441). Secondo lui, gli evangelisti sono dโaccordo nellโaffermare che Gesรน fu sottoposto al tormento della flagellazione per ordine di Ponzio Pilato (cfr Matteo 27,26, Marco 15,15, Giovanni 19,1), perรฒ non entrano in ulteriori particolari. Non parlano nรฉ della colonna, nรฉ di cinghie o fruste: nemmeno dicono come praticamente avvenne il castigo. La tradizione primitiva sโincaricรฒ di informarci su molti di questi dettagli e, piรน precisamente, sulla colonna a cui fu legato il Salvatore.
Su questo particolare esistono tuttavia due tradizioni che si riferiscono a due colonne distinte, che presuppongono due diverse flagellazioni, una compiuta dai Giudei nella casa di Caifa, e lโaltra dai soldati romani nel Pretorio di Pilato.
La prima risale al secolo IV ed รจ testimoniata dal Pellegrino di Bordeaux che vide la colonna tra le rovine della casa di Caifa. Nel 386 Santa Paola e il poeta Prudenzio, con Teodosio nel 530, riferiscono dโaverla vista nella chiesa del Cenacolo, dove era stata trasportata dalla casa di Caifa. Altre testimonianze riferiscono i dettagli delle macchie di sangue, delle impronte delle sue dita, delle mani, delle braccia e del petto del Signore escludendo lโidentificazione con la colonna del Pretorio. Col secolo X scomparve quella reliquia: probabilmente venne distrutta dai Musulmani; ed รจ un peccato perchรฉ a quella stessa colonna forse furono legati per essere flagellati anche San Pietro e San Giovanni (cfr Atti 5,40).
La tradizione della colonna della flagellazione avvenuta nel Pretorio di Gerusalemme รจ piรน tardiva, ma ha per sรฉ il favore degli evangelisti che conoscono solo una flagellazione, e il parere degli esegeti moderni che ammettono unโunica flagellazione, realizzata appunto nel Pretorio o davanti al Pretorio di Pilato. Dal secolo XI si cominciano a venerare come reliquie insigni vari pezzi di questa colonna, disseminati in distinte localitร , come la basilica di Santa Prassede a Roma, la โcappella degli improperiโ nel Santo Sepolcro, la cappella di Santa Maria nella chiesa del Santo Sepolcro, nella chiesa del Salvatore degli Armeni a Gerusalemme e il pezzo di colonna venerato nella chiesa dei Santi Apostoli di Istanbul.
Lโinterpretazione del Secondo Mistero Doloroso del Rosario si รจ estesa al campo ascetico della penitenza popolare โ sono noti i Flagellanti del Medioevo e i โFuientesโ di Madonna dellโArco a Napoli โ e della sofferenza volontaria nelle mortificazioni e della โdisciplinaโ che si davano i santi, anzi allo stesso fenomeno del martirio ricercato e desiderato per unirsi al dolore patito dal Redentore durante la sua Passione.
Tutto ciรฒ รจ collegato con lโinsegnamento di San Paolo circa la teologia della Croce e la necessitร di completare in noi ciรฒ che paradossalmente mancรฒ ai patimenti del Crocifisso: รจ dottrina difficilissima da praticare nelle malattie e, in genere, durante ogni sofferenza della vita interiore. Pensiamo con raccapriccio alla rassegnazione della beata Giuseppina Bakita, la schiava sudanese che, ancora nellโOttocento, veniva fatta flagellare dal suo padrone, un generale turco, ogni qualvolta costui aveva degli alterchi con la moglie e la suocera, in un assurdo sfogo consolatorio dโinaudita ferocia.
Anche qui si rinnova la simbologia della colonna, che rappresenta la virtรน della Fortezza, come si puรฒ ammirare nellโaffresco di Luigi Morgari nella chiesa di Champoluc, in Val dโAosta, dove una colonna marmorea viene indicata come sostegno di tutto lโedificio spirituale di chi tende alla santitร .
Recentemente una giornalista dellโEuropeo, recatasi a visitare le chiese ortodosse custodite nel Kremlino, a Mosca, notava con meraviglia che sulle colonne a base degli archi stupendi, erano affrescate molte figure di santi e sante cristiane. Domandรฒ allora perchรฉ mai usassero dipingere le colonne con delle immagini di santi. Rispose con certo sussiego un funzionario: โProbabilmente, perchรฉ sono loro a sostenere le volte della Chiesa, non le sembra?โ. E la giornalista ne convenne. Lo stesso si deve dire dellโinserzione del mistero di Gesรน flagellato alla colonna nella serie delle scene della Redenzione: su questa sofferenza volontaria di Cristo si appoggiano tutte le volte degli archi religiosi: Gesรน ha sparso il suo sangue anche prima dโessere crocifisso, nellโAgonia dellโorto, nella coronazione di spine, soprattutto nellโingiustificata e immeritata flagellazione.
Oltre alla colonna piรน o meno alta, nella Flagellazione del Signore si notano le corde che lโimmobilizzarono nel crudele tormento, come si vede nel dipinto venerato da Santa Teresa dโAvila, che lo chiama โCristo dagli occhi belliโ. Di corda a nodi erano fatti alcuni strumenti di flagellazione, come ne parla San Paolo che fu piรน volte fustigato dagli Ebrei, mai dai Romani perchรฉ era cittadino romano. Le sferze usate erano formate da cinghie e fruste di cuoio, mentre le verghe erano rami di salice, di spine o di fibre puntite. Non si conoscono i flagelli usati dagli Ebrei ai tempi del Salvatore.
Si conosce invece il flagello romano detto โflagrumโ che era costituito da un certo manico flessibile, munito di due o tre strisce di cuoio, appesantite allโestremitร da frammenti dโosso o di piombo. Un patologo francese, il Vignon, provรฒ a colpire, con un โflagrumโ ricostruito ai nostri giorni, un cartone ondulato, ottenendo un risultato impressionante, se si pensa prodotto sulla pelle umana.
Cโe chi ha tentato di contare le piaghe inferte dai colpi di flagello sullโUomo della Sindone: pare che se ne vedano 121.
Bisogna meditare spesso su questo mistero del Rosario, che ci rivela quanto siano costati di sofferenza al Signore per i nostri peccati, ma soprattutto a quale prezzo lโamore misericordioso di Dio ha voluto aiutarci.
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P. Reginaldo Frascisco
CHRISTE CUNCTORUMย
Antico inno liturgico per la Dedicazione della Chiesa
Canto ambrosiano del sec. V
Christe, cunctorum dominator alme
mente Supremi generate Patris,
supplicum voces pariterque carmen
cerne benignus.
Cerne, quod templi, Deus ad decorem
plebs tua supplex resonet per Aedem,
annuo cujus redeunt colenda
tempore festa.
Haec Domus surgit tibi dedicata
rite, ubi sumit populus sacratum
Corpus ex aris, bibit et beati
Sanguinis haustum.
Hic sacrosancti latices nocentum
diluunt culpas, perimuntque noxas:
chrismate invictum genus et creatur
christicolarum.
Hic salus aegris, medicina fessis,
lumen et caecis datur: hic reatu,
Christe, nos solvis; timor atque moeror
pellitur omnis.
Daemonis saevis perit hic rapina:
pervicax monstrum pavet, et retendtos
deserens artus, fugit in remotas
acyus auras.
Hic locus Regis vocitatur aula
nempe coelestis, rutilansque coeli
porta, quae vitae patriam petentes
accipit omnes.
Turbo quem nullus quatit, aut vagantes
diruunt venti; penetrantque nimbi,
hanc domum tetris piceus tenebris
Tartarus horret.
Ergo te votis petimus sereno
annuas vultu; famulos gubernes,
qui tui summo celebrant amore
gaudia templi.
Nulla nos vitae cruciet procella:
sint dies laeti placidaeque noctes
nullus ex nobis, pereunte mundo,
sentiat ignem.
Hic dies, in quo tibi consecratum,
conspicis Templum, tribuat perenne
gaudium nobis, vigeatque longo
temporis usu.
Laus poli summusm resonet Parentem
laus, Patris Natum pariterque Sanctum
Spiritum dulci moduletur hymno
omne per aevum. Amen.
Traduzione: CRISTO SIGNORE DI TUTTI
O Cristo, Signore di tutti e datore di vita, generato dalla mente dellโaltissimo Padre, guarda benevolo le voci e la preghiera di coloro che ti supplicano umilmente. Guarda, o Dio, come il tuo popolo supplichevole faccia risuonare nel tempio il suo canto per onorare la Chiesa, nella ricorrenza annuale in cui ne celebriamo la festa. Questa casa sorge a te debitamente dedicata, in essa il popolo prende dallโaltare il Corpo consacrato e si abbevera del beato Sangue. Qui le sante acque sciolgono le colpe di coloro che hanno errato e ne annullano le pene; con lโunzione viene generata la stirpe invincibile dei cristiani. Qui viene data la salute agli infermi, lโaiuto ai deboli e la vista ai ciechi: qui, o Cristo, ci liberi dalla colpa; ogni paura e tristezza รจ cacciata via. Qui รจ annullata la presa feroce del demonio: il mostro caparbio ha paura, e abbandonando le membra che teneva imprigionate, veloce fugge nelle profonditร dellโabisso. Questo รจ il luogo realmente chiamato corte del Re celeste, porta splendente del cielo, che accoglie tutti coloro che cercano la patria della vita. Nessun turbine lo scuote, nรฉ lโabbatte il vortice dei venti, nรฉ vi penetrano le tempeste; ha orrore di questa casa il Tartaro oscuro di profonde tenebre. Perciรฒ ti chiediamo che tu dica sรฌ alle nostre suppliche con volto sereno; custodisci i tuoi servi che con grande amore celebrano le gioie del tempio. Nessuna tempesta turbi la nostra vita: siano i giorni lieti e calme le notti, nessuno di noi provi il fuoco, quando il mondo perisce. Quando giorno in cui guardi il Tempio a te consacrato ci elargisca gioia perenne e rimanga solido per il nostro uso in un lungo spazio di tempo. Risuoni la lode al Padre supremo del Cielo e si moduli con dolce canto la lode al Nato dal Padre e ugualmente alla Spirito Santo per tutti i secoli. Amen.

Qui l’intervista Rai a don Antonello
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 2, 13-22
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Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesรน salรฌ a Gerusalemme.
Trovรฒ nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, lร seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciรฒ tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettรฒ a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciรฒ i banchi, e ai venditori di colombe disse: ยซPortate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!ยป.
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I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: ยซLo zelo per la tua casa mi divorerร ยป.
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Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: ยซQuale segno ci mostri per fare queste cose?ยป. Rispose loro Gesรน: ยซDistruggete questo tempio e in tre giorni lo farรฒ risorgereยป.
Gli dissero allora i Giudei: ยซQuesto tempio รจ stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?ยป. Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
ย
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesรน.
Parola del Signore
