LE NOZZE DEL PERDONO
AUTORE: don Antonello Iapicca
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Un paralitico non puรฒ muoversi. Sembra evidente, ma purtroppo spesso non lo รจ. La veritร รจ che spesso siamo come dei paralitici convinti di poter camminare e di fare, liberamente, qualunque movimento. Tentiamo di alzarci, immaginiamo di correre, danzare, nuotare, tirare calci sublimi a un pallone. Mentre la realtร รจ ben altra, schiacciati come siamo su un lettuccio di dolori.
Caduto per l’inganno del demonio, รจ ormai condannato a contemplare se stesso, i suoi sogni e i suoi ideali trasformati in idoli. Come scriveva don Giussani a proposito del peccato originale, “chiuso nell’affermazione di sรฉ prima che la realtร ”. Totalmente alienato. Chi puรฒ invocare Dio inaccessibile tra tanta folla, tante voci, muri d’orgoglio, di affetti, gente accalcata, carne mescolata, affari, lavoro, progetti, denaro. Chi potrร strappare le nostre vite paralizzate, i nostri cuori induriti dalle grinfie del demonio? Chi potrร strapparci dal crederci capaci, dal sentirci in vena, dal mostrarci a posto?
Chi strapperร noi povere prede dagli inganni dell’accusatore? Chi se non la Chiesa, con la sua fede irrorata del sangue dei martiri, da duemila anni sui sentieri della storia a cercare i paralitici di ogni generazione. Chi se non la Sposa del Signore potrร risollevarci eludendo il muro dell’anonimo cinismo e l’ipocrisia dei religiosi di facciata? La Chiesa ci conduce, assolutamente incapaci e indegni, all’incontro con il perdono, ci guida nel cammino verso Cristo, verso ciรฒ che occhio umano mai ha potuto vedere: il perdono di un peccatore, ovvero un paralitico che cammina. La Chiesa che con il magistero e la predicazione, con l’annuncio e la tenerezza ci accompagna nell’intimitร del cuore di Cristo facendoci passare attraverso il “tetto”, immagine di riparo, segno del matrimonio e della famiglia. Nella Scrittura e nelle religioni, il baldacchino รจ il segno dell’intimitร familiare, della Gloria di Dio che custodisce il talamo nuziale. La celebrazione del matrimonio nella tradizione ebraica รจ singolarmente vicina all’episodio del Vangelo di oggi.
“…Le persone presenti alla cerimonia nuziale procedono verso la “chuppร ” (la tenda nuziale), dove avrร luogo il matrimonio, secondo un ordine preciso. Lo sposo attende la sposa davanti alla “chuppร ” che simbolicamente rappresenta la dimora dello sposo. La transizione della sposa dalla casa paterna a quella del marito viene, quindi, simbolicamente rappresentata attraverso la processione di entrambi i genitori accompagnanti la sposa verso la sua nuova destinazione…. Chiariamo il significato del termine “Chuppร ”. Esso originariamente era riferito al tetto o alla camera nuziale e, qualche volta al matrimonio stesso. Nei tempi antichi la chuppร era la tenda o la stanza dello sposo a cui la sposa era portata in festosa processione per lโunione matrimoniale.
Ai tempi talmudici era dโuso che fosse il padre dello sposo ad erigerla. Il termine “chuppร ” significa, in ebraico, “protezione” e si riferisce al baldacchino o alla tenda che copriva gli sposi durante la cerimonia nuziale. Esso serve ad uno scopo legale: rappresenta lโatto decisivo con cui veniva formalmente attestata lโunione matrimoniale e la conclusione dellโatto matrimoniale iniziato con il fidanzamento. Insieme questi due atti di acquisizione, il fidanzamento ed il matrimonio, vengono chiamati chuppร veโkiddushin”. Il Vangelo di oggi ci parla delle nozze che uniscono la creatura al Creatore. La Chuppร รจ l’immagine della nube che ricorda il dono della Torah al Popolo sul Sinai, le nozze fondate sulla Parola e l’obbedienza, l’Alleanza gratuita che sigilla la primogenitura.
Il paralitico รจ immagine di un Popolo infedele, chiamato a camminare nella Torah del Signore, a vivere nella sua intimitร che รจ compierne la volontร , ma incapace di muovere un solo passo. Per questo Gesรน perdona i suoi peccati! Le gambe non si muovono perchรฉ il cuore รจ malato. E Gesรน punta diritto al cuore, per guarirlo e renderlo capace di amare, di obbedire, di vivere alla luce della Torah. Il Vangelo oggi, ci annuncia le nozze fondate sul perdono. La nostra genitrice, la Chiesa, ci conduce a Cristo – la nostra nuova destinazione – sotto la Chuppร , il tetto della misericordia nella quale diventiamo una sola carne con il nostro Sposo. E’ lรฌ, sul letto d’amore dove ci ha sposato il Signore, sulla sua Croce gloriosa, che la Chiesa ci depone ogni giorno. Ai piedi di Gesรน la essa ci fa, con un atto decisivo, suoi discepoli; nell’ascolto della Sua Parola impariamo la sua misericordia; nel riconoscerci paralitici, peccatori sempre deboli e bisognosi del suo amore, sperimentiamo la gratuitร dell’Alleanza nella quale siamo stati chiamati.
La Chiesa ci sposa a Cristo: noi poveri e con l’unica dote dei nostri peccati, Lui, ricco di ogni benedizione. Senza la sua intimitร non v’รจ salvezza, solo arroganza e falsa religione, quella degli scribi e dei farisei, di chiunque si scandalizza di fronte a Cristo e al suo potere di rimettere i peccati. Lui รจ Dio e lo certifica nel frutto del perdono: il paralitico si alza, risorge, e comincia a camminare, a compiere la volontร di Dio. E’ la Grazia del perdono che solo Dio puรฒ offrire; per questo il paralitico porta con sรฉ la memoria della sua fragilitร , la veritร del suo essere debole e incline al male. Con il “lettuccio” caricato sulle spalle, immagine anche della Croce che lo ha redento, potrร camminare nell’abbandono totale alla misericordia che lo ha salvato.



