don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 6 Agosto 2020

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IL SILENZIO DI GESU’ NEL QUALE E’ GESTATA LA “FEDE GRANDE” DELLA CHIESA

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Come il Buon Pastore alla ricerca della sua pecora perduta, Gesรน esce dai confini di Israele per cercare la sposa adultera e idolatra, che si รจ allontanata dalla santitร  dell’unione sponsale per la quale รจ stata creata. Ogni uomo infatti, di qualunque cultura e di qualunque religione sia, รจ da sempre pecora sua. Solo Lui conosce personalmente ciascuno di noi, e sa bene dove andarci a cercare. Per questo Gesรน varca i confini di Israele, spingendosi nella “zona di Tiro e Sidone”, situata a nord-ovest della Galilea, i cui abitanti adoravano i Baal e le Ashere, attraverso riti che, per ottenere la fertilitร , si tingevano di aspetti sessuali e orgiastici. Gesรน si introduce in territorio nemico, tra i cananei che hanno da sempre insidiato Israele, per scendere tra i sette popoli pagani, immagine dei sette peccati capitali hanno rapito il cuore dell’uomo. “Si ritira” in terra pagana perchรฉ aveva un appuntamento d’amore a tutti sconosciuto: vi doveva incontrare quella “donna Cananea, che veniva da quella regione”: Lui era lรฌ per lei.

Tutti noi, oggi, abbiamo una “figlia straziata dal demonio”: la schiavitรน a qualche peccato, l’impossibilitร  di accettare quel fatto, qualcosa insinuata dal demonio ferisce l’immagine di Dio e rattrista lo Spirito Santo. E proprio lo Spirito geme in noi che non capiamo e non sappiamo, come il grido di questa donna. Ma viene oggi Gesรน, Vviene per noi, come se fossimo l’unica persona su questa terra. Anzi, รจ giร  accanto a noi; Lui vicino a noi cambia tutto, e questa terra pagana, e il tormento provocato dal demonio, ci diventano all’improvviso alieni, scopriamo che non ci appartengono, e il dolore che abbiamo nascosto, prorompe in un grido: “Pietร  di me, Signore, figlio di Davide!”. Ma proprio in questo momento nel quale ci si aspetterebbe la risposta e l’intervento di Gesรน, accade l’impensabile: alla nostra preghiera Gesรน oppone il silenzio, e “non ci rivolge neanche una parola”. Niente, se non una risposta che sembra la fucilata di un estremista: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa dโ€™Israele!”.

Ma come, io qui gridando e implorando, e Tu rispondi cosรฌ? E’ il momento in cui tante anime capricciose e infantili disperdono il grido innescato dalla fede e lo trasformano in imprecazione e bestemmia. Ma proprio questo รจ l’incrocio decisivo per la nostra vita! Possiamo lasciare ancora libertร  all’orgoglio dell’uomo vecchio, e credere all’ennesima menzogna del demonio, oppure ascoltare, umilmente, senza scappare dalla realtร , come la donna cananea che, per questo, si era “prostrata” dinanzi a Gesรน. Al culmine della sofferenza aveva compreso che proprio a lei era stato inviato il Signore; in un lampo che suppone un lungo cammino di umiliazione, aveva scoperto d’essere lei una delle pecore perdute di Israele. Aveva abbandonato l’immagine originaria nella quale era stat creata; invece del figlio di Dio aveva generato una figlia per il demonio, invece di una vita santa, ne aveva vissuta una immonda. Ma ora, nonostante i peccati che l’avevano gettata fuori dalla famiglia di Dio, come รจ accaduto al figlio prodigo, riconosce in sรฉ stessa una relazione che nulla avrebbe potuto cancellare.

E a questa relazione originaria precedente il peccato originale si appella, anche se, come il figlio minore, non si sente piรน degna d’essere chiamata figlia ma solo un “cagnolino”; ma, come lui, anche lei sa che, in casa di suo Padre, puรฒ mangiare le “briciole” che cadono dalla tavola dei figli. Sa che una briciola di quel pane รจ capace di salvare sua figlia, di riportare la sua anima alla dignitร  perduta. E questa รจ la “fede grande”, la fede adulta della Chiesa, la “donna” che ha conosciuto se stessa sperimentando l’amore rigenerante del suo Sposo, e ha avuto l’audacia della fede per avvicinarsi, lei pagana, a un rabbรฌ ebreo, nella certezza invincibile che non l’avrebbe rifiutata. La risposta di Gesรน non รจ dunque un rifiuto, ma l’annuncio della veritร  che prepara e accende la fede nel suo amore infinito. Per questo Gesรน, prima di guarirci, ci rivela che siamo noi “le pecore perdute” del suo gregge illuminando come, con la nostra libertร , abbiamo scolorito in noi l’immagine di Dio; il suo silenzio ci fa rientrare in noi stessi, nella veritร  che apre all’umiltร  e alla compunzione, rende contrito il cuore per aiutarci a credere che Lui รจ “capace di trasformare un cagnolino in una pecora di Israele” (San Beda).

A Gesรน non interessa somministrarci un antidolorifico, Lui ci rivuole come fratelli, per farci vivere come figli di suo Padre. Per questo, i suoi silenzi che sembrano non esaudire le nostre preghiere sono il segno del suo amore infinito; proprio quando non parla, ci ama piรน intensamente perchรฉ ci illumina la veritร  per spingerci nel cammino che ci conduce a prostrarci davanti a Lui nudi e senza difese, consapevoli di non avere alcun diritto, per gustare pienamente la gratuitร  della sua misericordia. Nulla ci puรฒ rendere indegni del Suo amore. Nulla tranne la superficialitร  della superbia. Accogliamo la Veritร , per accogliere, nella Chiesa, la fede adulta che si nutre del pane di vita. La fede che ci ottenga “quello che desideriamo”, perchรฉ il nostro desiderio sarร , in tutto, quello di essere e vivere come pecore del suo gregge. Allora, “all’istante” saremo “guariti” nell’intimo e, di nuovo sposati a Lui nell’amore e nella fedeltร , potremo amare e dare frutti di vita eterna per il mondo.

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AUTORE: don Antonello Iapicca
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