don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 26 Aprile 2019 – Gv 21, 1-14

- Pubblicitร  -

GETTARE NELLA VITTORIA DI CRISTO LE NOSTRE SCONFITTE

Link al video

Gli apostoli avevano “visto” il Signore risorto, e “gioito” nel contemplare le sue “mani e il costato” che testimoniavano che Egli era proprio il loro Maestro crocifisso tre giorni prima sul Golgota. Avevano visto molti segni miracolosi che Gesรน fece in loro presenza; ascoltato le parole con le quali li univa a sรฉ e alla sua missione: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”; ricevuto lo Spirito Santo per mezzo del quale rimettere i peccati.

E cosรฌ, ricolmi dello Spirito Santo, “dopo questi fatti”, Simon Pietro, Tommaso detto Dรฌdimo, Natanaรจle di Cana di Galilea, i figli di Zebedรจo e altri due discepoli partirono per la Galilea, dove “si trovavano insieme” quando “Gesรน si manifestรฒ di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberรฌade”. Sono state fatte molte ipotesi sulla presenza in Galilea degli apostoli, ma io sono persuaso che essi vi si trovassero in obbedienza all’invio del Signore. Avevano sperimentato lo “scandalo” di Gesรน e la “dispersione del gregge”, ma, proprio per averlo visto risuscitato e aver ricevuto lo Spirito Santo, erano certi che li avrebbe preceduti in Galilea, il luogo della missione. Non a caso Giovanni presenta sette apostoli insieme a Pietro: “รจ il simbolo della Chiesa che viene mandata alle Nazioni, mentre i Dodici era il simbolo della Chiesa che veniva mandata alle dodici tribรน di Israele.

Nelle cittร  pagane c’era sempre un consiglio, la “bulรฉ”, il “Buletรฉrion”, il consiglio dei sette saggi della cittร  che prendevano le decisioni, e adesso abbiamo sette discepoli che sono quelli mandati ai pagani” (F Manns). E cosa fanno? “Vanno a pescare” con Pietro, in obbedienza alle parole con le quali Gesรน, proprio dopo la pesca miracolosa sulle stesse rive del Mare di Tiberiade, aveva profetizzato a Pietro e agli altri apostoli la missione di pescatori di uomini. Eccoli dunque agli albori della missione nata dalla Pasqua, gettando le reti per pescare i pagani. Ma dovevano impararla come opera di Gesรน, scoprendo attraverso la propria debolezza che essa suppone un combattimento quotidiano: anche se “il Battesimo, donando la vita della Grazia in Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l’uomo verso Dio… le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell’uomo e lo provocano al combattimento spirituale” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 405).

Con Pietro dobbiamo imparare a passare ogni giorno da “io vado a pescare” a “getto il mio io nell’Io sono di Gesรน”. Per questo ci attendono notti di fallimenti dove sperimentare la sconfitta della superbia, l’unico impedimento alla missione. Comprendi allora perchรฉ, nonostante la Pasqua, non riesci ancora a perdonare quella persona: la vuoi pescare con gli strumenti e la perizia del pescatore secondo la carne, incapace di pescare le persone… Sei triste nonostante la Chiesa stia celebrando la gioia? Perfetto, รจ il passaggio fondamentale, il segno che il Vangelo si sta compiendo, non il contrario! Coraggio, perchรฉ anche oggi la luce dell’alba ci viene incontro per strapparci alla menzogna. Non importa se, in quel fratello che non accettiamo, ancora non riconosciamo Gesรน: importa la sua presenza e la domanda che essa ci impone: “Hai qualcosa da mangiare?”. Come dire: “Com’รจ andata la pesca? Hai amato sino a gettarti in mare per pescare dalla morte chi ti รจ accanto?”.

L’ostilitร  e il giudizio che ancora coviamo risponde per noi, vero? No, non abbiamo nulla da offrire. Abbiamo tentato di amare, ma i pesci sono scappati sentendo odore di egoismo e superbia. Davvero puoi rispondere “no” a Gesรน? Davvero accetti il fallimento e dici “no” al tuo uomo vecchio? Sarebbe l’indizio che stai risorgendo con Cristo. Non a caso Gesรน chiede ai discepoli se hanno del “Prosphagion” – “companatico”, cioรจ qualcosa che accompagni il pane, che รจ il cibo sostanziale. Per compiere la missione occorre accettare di non esserne gli artefici, ma solo dei servi che non sono piรน grandi di Colui che li ha mandati. Ciรฒ significa consegnare a Lui i fallimenti del nostro io “ferito” nella sua “natura indebolita e incline al male”; per scoprire che proprio la nostra debolezza costituisce “il companatico” di cui ha bisogno il Signore per accompagnare la sua missione di Pane della vita. E come si fa?

- Pubblicitร  -

Ascoltando la predicazione che ci illumina e per obbedire e gettare la nostra vita in Lui, proprio laddove non abbiamo pescato nulla. Che significa, ad esempio, tornare dal fratello che non abbiamo perdonato nell’umiltร  di chi conosce la propria debolezza, gettando per questo la rete dalla parte destra della barca, il lato del tribunale dove anticamente sedeva l’avvocato. Occorre cioรจ lasciarci ispirare e accompagnare dallo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose e compie in noi l’amore sino alla fine di Cristo. Come il discepolo amato sperimenteremo allora che “รจ il Signore” ad agire misteriosamente per mezzo della nostra debolezza nelle persone e negli eventi che incontriamo nella missione.

Scopriremo anzi che ha operato ancor prima che uscissimo in mare per pescare; i centocinquantatrรฉ grossi pesci presi nel mare della missione, infatti, sono anch’essi il companatico , ovvero il pesce arrostito nell’amore che Gesรน ha giร  preparato per noi sulla riva della Pasqua perchรฉ accompagni la sua carne fatta pane che non si corrompe. Non a caso in ebraico “Kaal Aawa”, che significa “la comunitร  dell’amore”, ha, secondo la Ghematria (tecnica rabbinica che assegnava ad ogni lettera un valore numerico), ha il valore numerico di centocinquantatrรฉ (Copyright F. Manns).

La comunitร  cristiana unita a Lui nell’Eucarestia รจ il companatico che Gesรน ha pensato e scelto per accompagnarlo nella sua missione attraverso le generazioni. Siamo cioรจ come la rete gettata in mare: รจ Lui che sa dove, come e quando. Ci รจ chiesto solo di restare sulla barca dove, pescati anche noi nella rete della comunione che non si spezza perchรฉ donata dallo Spirito Santo, obbedire alla Parola del Maestro.

Fonte e approfondimenti

[box type=”info” align=”” class=”” width=””]Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.[/box]

[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]

Gesรน si avvicinรฒ, prese il pane e lo diede loro, e cosรฌ pure il pesce.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 21, 1-14

In quel tempo, Gesรน si manifestรฒ di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestรฒ cosรฌ: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dรฌdimo, Natanaรจle di Cana di Galilea, i figli di Zebedรจo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: ยซIo vado a pescareยป. Gli dissero: ยซVeniamo anche noi con teยป. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.

Quando giร  era l’alba, Gesรน stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesรน. Gesรน disse loro: ยซFiglioli, non avete a da mangiare?ยป. Gli risposero: ยซNoยป. Allora egli disse loro: ยซGettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteยป. La gettarono e non riuscivano piรน a tirarla su per la grande quantitร  di pesci. Allora quel discepolo che Gesรน amava disse a Pietro: ยซรˆ il Signore!ยป. Simon Pietro, appena udรฌ che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perchรฉ era svestito, e si gettรฒ in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.

Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesรน: ยซPortate un po’ del pesce che avete preso oraยป. Allora Simon Pietro salรฌ nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrรจ grossi pesci. E benchรฉ fossero tanti, la rete non si spezzรฒ. Gesรน disse loro: ยซVenite a mangiareยป. E nessuno dei discepoli osava domandargli: ยซChi sei?ยป, perchรฉ sapevano bene che era il Signore. Gesรน si avvicinรฒ, prese il pane e lo diede loro, e cosรฌ pure il pesce. Era la terza volta che Gesรน si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

[/box]

Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...