ASCOLTARE UMILMENTE LA PAROLA DI DIO CHE CI SVELA IL COMPIMENTO DEL SUO AMORE NELLA NOSTRA VITAย
Gesรน Cristo รจ risorto, ed รจ infinitamente di piรน di ogni possibilitร che possiamo immaginare e offrire alla nostra vita, al nostro matrimonio, ai figli. E’ l’amore che supera ogni intelligenza, e risuscita dalla morte anche il piรน grande peccatore. Anche Erode, come accadde per Davide. Ma tra i due c’รจ una differenza fondamentale: la contrizione e l’umiliazione del cuore, che accetta le conseguenze dei propri peccati. In Davide c’era, in Erode no. Davide ascolta la parola del Profeta, e il segno della sua conversione autentica รจ proprio l’accettazione delle conseguenze del suo peccato. Il perdono di Dio non รจ uno smacchiatore, che “resetta” tutto. No, perchรฉ altrimenti accadrebbe in noi come nei computer resettati: perderemmo la memoria dell’amore di Dio, confondendolo con qualcosa di dovuto, perchรฉ perderemmo la memoria della nostra realtร . Che รจ proprio ciรฒ che ha fatto Erode decapitando Giovanni Battista. Invece nella Chiesa l’annuncio del vangelo e il perdono dei peccati, il battesimo e i sacramenti, sono solo l’inizio del cammino in una vita nuova, che segue le orme di Cristo crocifisso. Il cristiano, infatti, รจ colui che, come Davide, sa discernere nella storia le orme di Dio, e le segue, sapendo che proprio in esse vi รจ il suo amore. Un orgoglioso, come spesso siamo noi, come lo sono i nostri figli che ascoltano ma non vogliono accettare di umiliarsi, non capirร nulla, e continuerร a sbattere, come Erode, sulla realtร di un amore che sfugge al controllo e al quale solo ci si puรฒ abbandonare rinnegando noi stessi. Per questo Erode incontrerร Gesรน nel momento culminante della sua missione, nel mezzo del suo Mistero Pasquale. E non udrร altro che il suo silenzio di Agnello muto di fronte ai suoi tosatori. Di fronte a lui, come a noi, induriti nell’orgoglio. Sรฌ fratelli, quando Dio tace significa che ci sta amando sino alla fine; sa che non ascoltiamo, conosce la durezza del nostro cuore astuto di malizia. Per questo tace, nell’estremo tentativo di far crollare le barriere di orgoglio con cui difendiamo il cuore avvelenato. Il suo silenzio, che puรฒ attirare il disprezzo e la “nullificazione” di Gesรน da parte di Erode, oppure il sincero pentimento di Giobbe che apre finalmente gli occhi sull’amore di Dio e tace, per far parlare Lui.
Nel mezzo della missione della Chiesa appare la figura del tetrarca Erode. Egli รจ immagine di ogni potere mondano sul quale si riversa, come uno tsunami, l’annuncio del Vangelo. Ma anche noi siamo tetrarchi della porzione di vita che ci รจ stata assegnata: in famiglia, al lavoro, nella comunitร cristiana, spesso ci comportiamo come Erode, ingannati dalla menzogna di satana che ci fa astuti come lui, che Gesรน appunto chiamava “la volpe”. Una volpe travestita da dio che, illudendosi di decidere da sรฉ cosa sia bene e cosa sia male, tradisce il suo Creatore per unirsi alla carne; e, una volta scoperto e smascherato dal profeta, decapita la Veritร che lo avrebbe salvato. Perchรฉ ogni volta che si fa tacere la Parola profetica che illumina la nostra vita uccidiamo noi stessi, condannandoci alla sterilitร , come, secondo la Scrittura, accade a chi prende in moglie la sposa del proprio fratello. Chi taglia con la Veritร prende la sua vita e la getta nella pattumiera. Che astuzia, vero? Confessiamolo oggi, รจ la stessa che bussa al nostro cuore ogni volta che ascoltiamo il Vangelo e, come Erode e il mondo, sentiamo parlare dell’avvenimento cristiano, e ci imbattiamo nei segni della fede offerti dalla comunitร cristiana. Restiamo “perplessi”, come paralizzati in una strada senza uscita. E’ questo, infatti, il senso originale del termine greco, che deriva da “aporia”: “aporรฌaย significa letteralmenteย dubbio. L’aporia รจ la difficoltร irrisolvibile che fa riferimento a un determinato procedimento razionale. E’ unaย impasseย logica legata ad uno stato oggettivo del problema, nel quale la realtร che si mostra nell’esperienza entra in conflitto con la realtร mostrata dalla logica” (Dizionario filosofico). La logica dei nostri pensieri secondo il mondo si scontra con il Cielo che si fa carne nella Chiesa, e per questo non riusciamo ad afferrare la promessa che ci viene fatta con la predicazione. Cristo infatti, si accoglie umilmente, non si afferra. E’ sรฌ come uno dei profeti, risponde cioรจ a quello che il nostro cuore, illuminato dalla predicazione, desidera, ma non come noi vorremmo o ci aspetteremmo.ย
Gesรน Cristo รจ risorto, ed รจ infinitamente di piรน di ogni possibilitร che possiamo immaginare e offrire alla nostra vita, al nostro matrimonio, ai figli. E’ l’amore che supera ogni intelligenza, e risuscita dalla morte anche il piรน grande peccatore. Anche Erode, come accadde per Davide. Ma tra i due c’รจ una differenza fondamentale: la contrizione e l’umiliazione del cuore, che accetta le conseguenze dei propri peccati. In Davide c’era, in Erode no. Davide ascolta la parola del Profeta, e il segno della sua conversione autentica รจ proprio l’accettazione delle conseguenze del suo peccato. Il perdono di Dio non รจ uno smacchiatore, che “resetta” tutto. No, perchรฉ altrimenti accadrebbe in noi come nei computer resettati: perderemmo la memoria dell’amore di Dio, confondendolo con qualcosa di dovuto, perchรฉ perderemmo la memoria della nostra realtร . Che รจ proprio ciรฒ che ha fatto Erode decapitando Giovanni Battista. Invece nella Chiesa l’annuncio del vangelo e il perdono dei peccati, il battesimo e i sacramenti, sono solo l’inizio del cammino in una vita nuova, che segue le orme di Cristo crocifisso. Il cristiano, infatti, รจ colui che, come Davide, sa discernere nella storia le orme di Dio, e le segue, sapendo che proprio in esse vi รจ il suo amore. Un orgoglioso, come spesso siamo noi, come lo sono i nostri figli che ascoltano ma non vogliono accettare di umiliarsi, non capirร nulla, e continuerร a sbattere, come Erode, sulla realtร di un amore che sfugge al controllo e al quale solo ci si puรฒ abbandonare rinnegando noi stessi. Per questo Erode incontrerร Gesรน nel momento culminante della sua missione, nel mezzo del suo Mistero Pasquale. E non udrร altro che il suo silenzio di Agnello muto di fronte ai suoi tosatori. Di fronte a lui, come a noi, induriti nell’orgoglio. Sรฌ fratelli, quando Dio tace significa che ci sta amando sino alla fine; sa che non ascoltiamo, conosce la durezza del nostro cuore astuto di malizia. Per questo tace, nell’estremo tentativo di far crollare le barriere di orgoglio con cui difendiamo il cuore avvelenato. Il suo silenzio, che puรฒ attirare il disprezzo e la “nullificazione” di Gesรน da parte di Erode, oppure il sincero pentimento di Giobbe che apre finalmente gli occhi sull’amore di Dio e tace, per far parlare Lui.ย
AUTORE: don Antonello Iapicca
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