don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 23 dicembre 2018

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L’AMORE DI DIO FATTO CARNE IN MARIA VIENE ANCHE OGGI A VISITARCI

Il Signore viene a visitarci sempre attraverso una carne concreta, il seno purissimo di Maria, tabernacolo della presenza di Dio. Ambasciatrice dellโ€™amore di Dio, รจ sempre Lei che ci visita e ci dona il Signore, celato nelle Sue castissime viscere.

Lei รจ lโ€™immagine piรน fedele della storia di salvezza che Dio ha preparato per ogni uomo, lo specchio fedele di quel che accade ogni giorno nelle nostre povere vite: Dio incarnato, adagiato nel seno dโ€™una donna, disceso alla nostra vita, per impregnare del suo amore le nostre ore.

In noi รจ giร  seminato il miracolo dโ€™una vita celeste, come lo fu Giovanni per Elisabetta. Proprio ora รจ vivo in noi qualcosa che le nostre forze, le nostre opere, i nostri desideri non hanno avuto il potere di generare. Sterili siamo, come ogni uomo, incapaci di darci vita, e di donarla. Sterili per accogliere la Grazia.

Come Elisabetta intuiamo e cominciamo a sperimentare la novitร , ma abbiamo bisogno dโ€™una visita perchรฉ il miracolo di Grazia si schiuda in un canto di lode. Viviamo lโ€™amore di Dio dentro di noi, ne sentiamo spesso tutta la portata soprannaturale, proprio come una donna incinta vive ogni cosa in modo particolare, afferrata da una presenza interna, misteriosa che le appartiene e, allo stesso tempo, le sfugge.

Ma, con Elisabetta, abbiamo bisogno di Maria, immagine della Chiesa, e del โ€œsalutoโ€ che il nostro cuore attende, lโ€™annuncio della Parola capace di sciogliere in noi quello che, da sempre, la Grazia ha seminato, che muove in noi la Vita in un sussulto di gioia.

Ed รจ vero che fuori della Chiesa non vโ€™รจ salvezza, perchรฉ in ogni istante della storia che scorre in ogni angolo della terra, risuona la Parola, lโ€™unica che reca la salvezza, Cristo Gesรน, nascosto nel seno verginale di Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra.

La Chiesa, con la sua voce, abbraccia lโ€™universo in attesa della salvezza. La storia, infatti, รจ il tabernacolo del Figlio incarnato. Da quel giorno a Nazaret, quando Dio ha deposto il Suo seme nel seno di Maria, nulla รจ piรน lo stesso. Tutta la storia, passata, presente e futura รจ stata inondata dโ€™una Grazia nuova, e tutte le cose sono state rinnovate, e il Signore, lโ€™Emmanuele, ha preso dimora in ogni istante del tempo.

Tutto di noi dunque, miracolosamente, รจ stato santificato, salvato, redento. La vita non รจ piรน una corsa verso la morte, perchรฉ Il Cielo sโ€™รจ dischiuso irrevocabilmente da quellโ€™istante nascosto in una remota cittร  della Galilea.

Ogni esistenza, anche quella che appare piรน distrutta dal peccato, anche quella che odora di morte, la piรน sterile, รจ pronta ormai per essere visitata, salvata e liberata per lasciar posto a unโ€™esultanza di gioia.

Scriveva san Gregorio di Nissa: ยซLโ€™uomo che, tra gli esseri, non conta nulla, che รจ polvere, erba, vanitร , una volta che รจ adottato dal Dio dellโ€™universo come figlio, diventa familiare di questo Essere, la cui eccellenza e grandezza nessuno puรฒ vedere, ascoltare e comprendere. Con quale parola, pensiero o slancio dello spirito si potrร  esaltare la sovrabbondanza di questa grazia? Lโ€™uomo sorpassa la sua natura: da mortale diventa immortale, da perituro imperituro, da effimero eterno, da uomo diventa dioยป (Sulle beatitudini, Sermone VII).

Eโ€™ bastato un annuncio, la parola feconda che, discesa dalle labbra dellโ€™Angelo, ha deposto la Vita divina in Maria dal cui seno รจ poi rimbalzata divenendo il saluto eterno sulle labbra della Chiesa. I passi veloci della Figlia di Sion sul crinale delle montagne di Giuda sono i passi urgenti degli apostoli di ogni tempo, mossi dallo โ€œzeloโ€, il termine originale greco tradotto con โ€œin frettaโ€.

La โ€œcuraโ€ con la quale Dio ci ama attraverso lโ€™incedere degli eventi che ci visitano per accoglierci quotidianamente, rivela il suo progetto: โ€œInfatti io so i pensieri che medito per voiยป, dice il Signore: ยซpensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranzaโ€ (Ger. 29,11).

โ€œShalom!โ€ Il saluto โ€œsguainatoโ€ da Maria, secondo il senso sotteso al verbo greco salutare, giunge alla cugina come il sorriso di Dio che finalmente si affaccia dal Cielo come una spada pronta ad infilzare la tristezza della sterilitร ; la cura di Maria per la bellezza della vita sorta nel seno di Elisabetta, come lโ€™attenzione premurosa della Chiesa per ogni vagito della Grazia in ciascuno dei suoi figli, lโ€™amore compassionevole e gratuito capace di destare la gioia nel seno di tutti noi, finalmente amati e fecondati per offrire al mondo il dono ricevuto.

โ€œPace!โ€ รจ Il saluto di Maria che accende la speranza e la benedizione dimenticate nella sfiducia per ciรฒ che pensiamo come perso irrimediabilmente; la gioia della risurrezione di tutto quello che in noi era morto, e invece รจ vivo nel perdono, ed รจ bello perchรฉ โ€œvisitatoโ€ dalla Bellezza di Cristo, il frutto benedetto del seno di Maria consegnatoci ogni giorno dalla Chiesa.

La storia nostra di oggi, e di ogni giorno, ci arriva al cuore attraverso il saluto di Maria. โ€œLa maternitร  della Chiesa รจ riflesso dellโ€™amore premuroso di Dio, di cui parla il profeta Isaia: โ€œCome una madre consola un figlio, cosรฌ io vi consolerรฒ; a Gerusalemme sarete consolatiโ€ (Is 66,13).

Una maternitร  che parla senza parole, che suscita nei cuori la consolazione, una gioia intima, una gioia che paradossalmente convive con il dolore, con la sofferenza. La Chiesa, come Maria, custodisce dentro di sรฉ i drammi dellโ€™uomo e la consolazione di Dio, li tiene insieme, lungo il pellegrinaggio della storia.

Attraverso i secoli, la Chiesa mostra i segni dellโ€™amore di Dio, che continua ad operare cose grandi nelle persone umili e sempliciโ€ (Benedetto XVI, 11 febbraio 2010). E tutto si illumina, anche il passato oscuro che ci ha preparato a questo incontro. Nellโ€™ascoltare la voce di Maria, anche le debolezze, anche i peccati, brillano dโ€™una luce nuova, la stessa del Figlio risorto: โ€œPace a voi!โ€.

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