don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 21 Gennaio 2019

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CHIAMATI A DIGIUNARE SULLA CROCE CHE, UMILIANDOCI, CI DESTA ALL’ATTESA DELLO SPOSO

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E’ inutile illuderci che sulla terra si possa conquistare quello che รจ riservato al Cielo. Se pensiamo cosรฌ, e cosรฌ affrontiamo le giornate, il fidanzamento e il matrimonio, lo studio e il lavoro, le vacanze e le difficoltร , significa che il demonio ci sta ancora ingannando. Come hanno fatto le ideologie, inghiottendo intere generazioni nell’abbaglio che sia possibile fare della terra un paradiso. E oggi, dopo essersi sbriciolate nell’urto con la realtร , molti tentano di riciclarle facendo indossare loro i panni della salute e della qualitร  della vita, dei diritti, dellโ€™emancipazione e dell’autodeterminazione, per attirarci nel miraggio di un mondo senza dolore, fatica e sudore. E senza la morte, che, in un paradosso tipico del demonio, si pensa di cancellare dando la morte alle persone e alle situazioni che la ricordano con piรน evidenza. Divorzio, aborto ed eutanasia sono l’inganno legalizzato che seduce la nostra incapacitร  di entrare nella sofferenza che la vicenda terrena suppone, trascinandoci perรฒ in sofferenze sempre piรน grandi. Fateci caso, รจ come una droga: piรน cerchi di scappare dal dolore combattendolo, piรน cresce; piรน cerchi di esorcizzarlo conย evoluzioniย culturali eย conquisteย civili, piรน allarga il suo cratere. Perchรฉ la terra non รจ non sarร  mai il Paradiso.

E’ contaminata dal peccato e le sue conseguenze amare sono proprio il dolore, la fatica e il sudore che vorremmo cancellare o perlomeno evitare. Impossibile, e non perchรฉ Dio non esiste e se esiste รจ un mostro che castiga. E’ l’esperienza personale che ce lo dice: se un bambino si avvicina al fuoco e disobbedisce allungandovi la mano, si scotta. E’ un castigo? No, รจ una conseguenza. Ma proprio attraverso il dolore della scottatura il bambino capisce di essere diverso dallโ€™adulto, di avere dei limiti e molto di imparare da sua madre. Cosรฌ il dolore, il sudore e la fatica sonoย le conseguenze del peccato di Adamo ed Eva e di ciascuno di noi,ย non i castighi che Dio ha inflitto all’uomo. Ma sono ancheย la prova che Egli esiste e non ha smesso di amarci, perchรฉ ci lascia liberi sino in fondo, e non a corrente alternata come accade tra di noi. Mentre proprio il dolore ci rivela che non siamo Dio e non possiamo eludere o piegare la realtร  a nostro piacimento. Ma ciรฒ significa soprattutto che la nostra salvezza passa di lรฌ, dal dolore, dal sudore e dalla fatica. Dalla nostra storia di oggi, cosรฌ com’รจ, precaria, ferita, incompiuta perchรฉ lontana dal Paradiso. La nostra vitaย รจ un lungo โ€œdigiunoโ€ in attesa di consumare le nozze per le quali siamo stati creati. Stiamo, infatti, vivendo iย โ€œgiorni nei quali lo sposo ci รจ toltoโ€: non sperimentiamoย quasi quotidianamente la delusione per le speranze che sembrano andare in fumo? La precarietร  economica, fisica e spirituale ghermisce l’esistenza non lasciandole nulla a cui appoggiarsi.

Ecco, proprio quando laย Croce ci accoglie, nudi e indifesi come Adamo ed Eva lontani dal Paradiso il โ€œdigiunoโ€ si rivela come laย condizioneย essenziale perย vivereย autenticamente nell’attesa del compimento. Non mangiare, non fumare, non guardare la televisione, spegnere internet e social networks, insomma digiunare da qualcosa, non รจ solo una pratica pseudo-ascetica che, spesso, fa della religione un’idolatria dellโ€™ego; quanti di noi preti saziamo la nostra libido con iย selfie spiritualiย che ci scattiamo dopo una celebrazione, un incontro, unโ€™omelia, un buon consiglio offerto…

Digiunare, invece,ย รจ un’esigenza, una questione di vita o di morte; รจ come il grido del popolo di Israele schiavo in Egitto. E’ย l’ascesi autentica che ci fa scendere nella veritร  per essere attirati nel suo compimento. Perchรฉ dopo il peccato originale Dio ha profetizzato che la salvezza sarebbe giunta proprio nelle sue amare conseguenze. Il dolore della donna nel partorire e la frustrazione nei rapporti con lโ€™uomo verso il quale la muove lโ€™istinto dโ€™amore, insieme con la fatica e il sudore dellโ€™uomo per lavorare e mangiare, sono la realtร  da cui ripartire e convertirsi: sono, infatti, le attivitร  che uniscono misteriosamente la creatura al suo Creatore. Ma, attraversate da dolore e fatica sono ancheย le feriteย che le ricordano la propria origine generando in essa, come nel figlio prodigo, la nostalgia della casa paterna.

Destata ancor piรน violentemente dalla morte, la conseguenza piรน grave del peccato. Tutti di fronte ad essa ci troviamo atterriti pensando che non sia possibile che finisca tutto cosรฌ. Certo che no! Ma Dio non ha voluto cancellare i nostri passi erranti nella libertร ; i peccati commessi sono un fatto, non cโ€™รจ possibilitร  diย reset. Non sarebbe giusto e farebbe di noi dei burattini senza testa e cuore. Ma Dio ha fatto di piรน: รจ entrato Lui stesso nelle conseguenze dei nostri peccati per trasformarle in possibilitร  di bene. Eโ€™ ciรฒ che ha compiuto Gesรน nel suo Mistero Pasquale: per amore di ogni peccatore รจ entrato nel dolore, nella fatica, nel sudore e nella morte per farne un cammino alla risurrezione e alla vita eterna. E ce lo offre oggi e ogni giorno come la possibilitร  di una vita nuova, come โ€œvino nuovo in otri nuovi!โ€. Altro che โ€œtoppe di panno grezzo su vestiti vecchiโ€, come sono tanti nostri tentativi moralistici, superficiali e ipocriti di conversione, entusiasmi emotivi che evaporano alla prima difficoltร . Gesรน รจ infinitamente piรน realista dei โ€œdiscepoli di Giovanni e dei fariseiโ€ e di tutti noi. La sua Parola ci tira giรน dai sogni improbabili di redenzione e riscatto dal grigiore e dai fallimenti, impedendoci di scappare nellโ€™alienazione che ci propone il demonio. Per โ€œtornareโ€ alla Patria perduta occorre invece โ€œconvertirciโ€, cambiare cioรจ radicalmente il modo di pensare e di essere e imparare a โ€œdigiunareโ€, che, per Gesรน e i suoi discepoli, significaย amare. Per un cristiano il digiuno รจ “naturale” perchรฉ รจ il segno con il quale afferma di accettare di essere peccatore e di aver bisogno della storia cosรฌ comโ€™รจ, perchรฉ sa che รจ lโ€™unico cammino alla salvezza e alla gioia.ย Solo entrando nel dolore che suppone ogni relazione autenticamente umana, e accettando la fatica di ogni giorno possiamo partecipare con Cristo al suo Mistero Pasquale. Per questo il digiunare autentico, al quale ci si allena con il digiuno esteriore che sottomette la carne, รจ quello che si compie nel cuore. Eโ€™ fare silenzio di fronte alle ingiustizie, non resistere al male che gli altri ci procurano, non intraprendere la via del divorzio, non reclamare quello che ci รจ stato tolto. Solo cosรฌ anche il peccato e le sue conseguenze sono trasformate in “porte di speranza”, vie alla salvezza. Ma per vivere cosรฌ occorre partecipare al digiunare della Chiesa,ย sposa e vedova allo stesso tempo:ย essa, infatti, esplode di gioia intorno alla mensa eucaristica, ma contemporaneamente digiuna nell’attesa della parusia. Vive delย Memorialeย del suo Signore, l’eucarestia, presenza viva del suo Sposo amatissimo.

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Nel mezzo del banchetto pasquale rinnovato ogni settimana erompe in un grido di nostalgia e speranza:ย Marร n athร ,ย con il quale afferma la certezza che ilย Signore nostro viene,ย ma cheย si puรฒ leggere ancheย marana tha,ย Signore nostro, vieni! Con la comunitร  cristiana, il digiuno realizzato nella storia sarร  il nostroย Marร n athร , il grido che implora il ritorno dello Sposo per saziare la fame dโ€™amore che nulla e nessuno รจ capace di saziare. E spera in ogni circostanza che ci porti con Lui, nel posto che ha preparato per noi nel Paradiso.

Mc 2, 18-22
Dal Vangelo secondoย Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesรน e gli dissero: ยซPerchรฉ i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?ยป.
Gesรน disse loro: ยซPossono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo รจ con loro? Finchรฉ hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarร  loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.
Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherร  gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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