don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 2 Dicembre 2019

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PER MEZZO DELLA FEDE CHE CI DONA LA CHIESA CRISTO SCENDE NELLA NOSTRA VITA PER GUARIRE IL NOSTRO CUORE PARALIZZATO E RICREARCI COME SERVI

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Siamo stati creati in Cristo, in Colui che non รจ venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti; ma la realtร  รจ che, nati per servire, giacciamo distesi in un letto d’impotenza, incapaci d’amare e di servire. E soffriamo terribilmente. Desideriamo che la nostra vita sia quella che Dio ha pensato, ma proprio non ce la facciamo. I ricordi, le sofferenze, le angosce, i tradimenti, la solitudine, le delusioni, la morte del nostro essere piรน profondo incontrata appena abbiamo tentato di donare qualcosa di noi ci ha “paralizzati”. La libertร  dell’altro che si fa peccato, รจ oscuritร  che ci inghiotte e paralisi che ci blocca nella paura.

Per questo, alle porte di questo nuovo Avvento, la Chiesa ci pone dinanzi la figura di questo centurione, nel quale possiamo vedere ciascuno di noi. Egli ha incontrato il Signore, il Kyrios che, con una parola, ordina alla morte di far posto alla vita. Il centurione non rappresenta una fede magica; egli fa presente il cammino dentro il dolore e l’angoscia e l’approdo alla certezza di una fede adulta sperimentabile. Esperto della struttura imperiale, sapeva che l’autoritร  conferiva il potere di comandare e farsi obbedire; subalterno del Caesar-Kyrios partecipava del suo potere. Nell’incontro con Gesรน, dal profondo dell’angoscia, si fonda sulla propria esperienza per “scongiurarlo” di esercitare l’autoritร  ed il potere che gli riconosceva. Il centurione, pagano, ha sperimentato la sua impossibilitร  di fronte al male, pur avendo autoritร  e potere nella societร ; e lรฌ, in fondo alla discesa nella veritร , ha incontrato un altro Kyrios, quel Rabbรฌ galileo, al quale consegnare la sua vita per salvare quella del servo.

“Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dรฌ soltanto una parola e il mio servo sarร  guarito”: รจ cosciente della sua indegnitร , non fa parte del Popolo eletto, e sa che, per la Legge, quel rabbino non puรฒ contaminarsi ed entrare in casa sua. Ma, e qui appare la novitร  della fede, non si ferma a questo. L’amore per il suo servo, l’angoscia per la sua sofferenza, lo rende audace piรน di quanto non sia indegno. Ha a cuore la sorte del suo servo e questo lo spinge ad oltrepassare le barriere della Legge. Egli sa che Cesare, il Kyrios di Roma, puรฒ infrangere la Legge perchรฉ ne รจ lo stesso autore: una sola parola e la Legge cambia. Questa รจ la fede del centurione! Quell’Uomo รจ un Kyrios ancora piรน potente, la sua Parola puรฒ compiere quello che per l’uomo รจ impossibile, perchรฉ quella Parola รจ molto piรน della legge, รจ la vita stessa piรน forte della morte, รจ l’amore che vince il peccato. Il centurione ha sperimentato l’amore che lo ha accolto offrendosi di “andare Egli stesso a casa sua”, in un luogo impuro, e curare il servo malato; di fronte alla risposta inaspettata che rompe ogni schema legalistico, il centurione riconosce la novitร , la grandezza e la speranza che porta con sรฉ: quell’Uomo รจ disposto a sporcarsi con lui, con le sue cose, con i suoi peccati; quell’Uomo, uscendo da se stesso e non difendendo gelosamente i suoi diritti divini, vuole scendere “nella sua casa” di schiavitรน.

Quell’Uomo รจ Kyrios perchรฉ puรฒ andare oltre la Legge, e dimostra il suo potere in una forma radicalmente diversa da quella di tutti gli altri signori: Gesรน รจ tanto potente da mettere da parte il suo potere, da obbedire invece di farsi obbedire, da servire invece di farsi servire. “Io verrรฒ e lo curerรฒ!”: in queste parole รจ tracciata tutta l’esperienza del centurione, quella sconvolgente di un amore mai visto che lo spinge sino alla certezza, alla fede che gli illumina il cuore; solo un Kyrios cosรฌ puรฒ salvare il mio sottoposto, solo chi si รจ fatto servo puรฒ raggiungere, toccare e sanare il mio servo. Solo un Dio che si รจ fatto uomo come ciascuno di noi ci puรฒ davvero salvare, strappare dalle tenebre e dalla morte.Con il centurione possiamo, in questo tempo, imparare l’umiltร  che sorge dalla veritร  e implorare dal Signore la Parola capace di sottomettere all’obbedienza la nostra volontร  schiava della superbia. Perchรฉ guarire รจ tornare a servire in virtรน di un cuore che obbedisce alla volontร  di Dio. Per questo Dio si รจ incarnato proprio per compiere questa guarigione dell’uomo dal di dentro, dalla sua stessa carne paralizzata. Che il Signore ci conceda in questo Avvento di ascoltare la Parola del Signore che ha il potere di liberarci.

Commento a cura di don Antonello Iapicca

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Qui l’intervista Rai a don Antonello
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8, 5-11

In quel tempo, entrato Gesรน in Cafร rnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: ยซSignore, il mio servo รจ in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmenteยป. Gli disse: ยซVerrรฒ e lo guarirรฒยป.

Ma il centurione rispose: ยซSignore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma diโ€™ soltanto una parola e il mio servo sarร  guarito. Pur essendo anchโ€™io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: โ€œVaโ€™!โ€, ed egli va; e a un altro: โ€œVieni!โ€, ed egli viene; e al mio servo: โ€œFaโ€™ questo!โ€, ed egli lo faยป.

Ascoltandolo, Gesรน si meravigliรฒ e disse a quelli che lo seguivano: ยซIn veritร  io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede cosรฌ grande! Ora io vi dico che molti verranno dallโ€™oriente e dallโ€™occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieliยป.

Parola del Signore

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