LE LACRIME DI PECCATRICE DAL CUORE UMILIATO E CONTRITO SONO IL SEGNO DELL’UNICO AMORE A CRISTO POSSIBILE ALL’UOMO
Come al fariseo Simone il Signore oggi “ha qualcosa da dirci”. Ci vuol parlare dell’amore. E, invece di dissertare e proporre slogan, racconta fatti, gesti e atteggiamenti che i suoi occhi hanno appena visto. Soprattutto ci mostra le lacrime. In poche parole, e una donna tra le peggiori, Gesรน ci dice che cosa รจ l’amore. Quello autentico, reale, e, soprattutto, possibile all’uomo. Non c’entra nulla la passione, il sentimento narrato e cantato, filmato e postato sui social networks. Come scriveva San Paolo, tutto quello che sembra amore, e di quello magnifico e sorprendente come gettarsi nelle fiamme o donare tutti i beni, รจ pura vanitร se non ha il timbro della caritร … Per questo, con l’amore c’entra invece il peccato, e la caritร di Cristo che รจ l’unica che puรฒ perdonarlo. Con l’amore c’entra il peccato originale del quale ci si รจ sbarazzati troppo presto, ingessati come siamo nella stessa ipocrita certezza di impeccabilitร di Simone. Invece il peccato esiste, eccome.
La “peccatrice di quella cittร ” รจ immagine di ogni abitante di quella cittร ; narra il Libro della Genesi che gli uomini, “emigrando dall’oriente capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono… Si dissero l’un l’altro: ยซVenite, costruiamoci una cittร e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terraยป (Gen. 11,2-4). Allontanandosi da Dio Oriente di luce perchรฉ gli uomini possano orientarsi nelle vicende della vita, gli uomini si “stabiliscono” e si “costruiscono una cittร e una torre”. Lasciano di essere nomadi e itineranti, ovvero abbandonati all’amore provvidente di Dio, e con le proprie forze cercano di farsi un nome senza Dio. Anzi, costruendo una cittร ben installata smettono di camminare e cercano di assaltare il Cielo, di innalzarsi e diventare come Dio. E’ il peccato di Adamo ed Eva, la superbia che sostituisce l’io a Dio. La “peccatrice di quella cittร ” altri non รจ che tu ed io, e ogni uomo installatosi nei beni e sedutosi sulla propria anima. Era nota, famosa, e molti ne avevano approfittato: era un segno, come uno specchio nel quale tutti potevano vedere il proprio orgoglio e il proprio cuore adultero e idolatra. Ebbene questa donna diventa l’immagine piรน fedele dell’amore, perchรฉ esso puรฒ sgorgare solo dalla veritร che si fa umiltร distillata in lacrime di pentimento.
Questa donna รจ, per questo, immagine dell’anima che non si illude, e sa che non puรฒ amare perchรฉ “peccatrice”. E’ come l’emoroissa che non puรฒ far nulla per fermare l’emorragia, come il figlio prodigo che non ha nulla e sente fame e rammenta l’abbondanza di casa. Questa donna sa che solo inginocchiata ai piedi di Gesรน e piangendo i propri peccati puรฒ sperimentare la caritร che รจ mancata alla sua vita e al suo amore adultero e di prostituta; sa che solo in essa puรฒ ritrovare la dignitร e l’identitร perdute. Esiste il peccato, e nessuno puรฒ amare superando la carne.
Abbiamo solo le lacrime con le quali abbandonarci alla misericordia di Dio; esse sono l’unico linguaggio possibile per uscire dal nostro orgoglio, e dire a Gesรน che lo amiamo, cosรฌ come siamo e possiamo, con quello che abbiamo, il pentimento e le sue lacrime. Come quelle di Pietro, traditore e apostata, con la carne peccatrice trapassata e perdonata dallo sguardo misericordioso di Gesรน. Chissร , forse questa donna avrร incrociato lo stesso sguardo, da dietro la folla, nascosta e tremante. E ora era ai suoi piedi, sperando che le sue lacrime scivolate sui piedi di Gesรน possano introdurla nel suo cuore, dove essere liberata per “andare in pace”. L’amore vero e reale e possibile a te e a me oggi non puรฒ che essere bagnato dalle lacrime. Di nessun altro nel Vangelo il Signore ha mostrato l’amore – ponendolo addirittura come esempio – se non quello della donna del Vangelo di oggi. Cosรฌ anche noi oggi possiamo versare le lacrime su Gesรน supplicando la caritร che puรฒ trasformare il nostro amore limitato al pentimento in dono e perdono che oltrepassa la soglia della morte e del peccato.
I fatti con i quali oggi il Signore ci parla dimostrano inequivocabilmente le due possibili relazioni con Lui. Una supponente, che lo cerca sรฌ, e lo invita a pranzo, addirittura pregandolo di condividere la mensa, ma con il cuore lontano. L’atteggiamento di Simone, che si ferma sulla soglia dell’intimitร , che resta imprigionato nella sua pretesa giustizia di fariseo, in quella sottile e subdola certezza che la visita in fondo gli sia dovuta, quasi un tributo. Il suo cuore non si stacca dal suo io, nessuna lacrima solca il suo viso, crede di conoscersi ed invece รจ prigioniero della menzogna. E giudica, appoggiandosi sulla propria conoscenza delle Scritture, guidato solo dai propri criteri, quelli fondati su regole e “precetti di uomini” buoni solo ad ingrassare l’uomo vecchio, accecato nell’orgoglio. Simone รจ con Gesรน a mensa, ma รจ puro formalismo, ed il suo ego lo catapulta in una posizione di superioritร e sufficienza che gli fa dimenticare anche le regole elementari dell’accoglienza. Crede di compiere la Legge e i precetti, ma tralascia l’essenziale che รจ l’accoglienza di un ospite, con i riti che qualunque ebreo era solito compiere; neanche questa semplice attenzione aveva, neanche il minimo…. Parla con parole carnali, pensa con pensieri mondani, e il suo rapporto con Cristo rimane superficiale.Non puรฒ immaginare che Gesรน conosca il cuore, e sappia intercettarvi l’umiltร nascosta tra i peccati e l’arroganza mascherata di perbenismo.
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Gesรน sa perfettamente “chi e che specie di donna รจ quella che lo sta toccando”: รจ “una peccatrice”, come Simone, ma, a differenza di questi che, pur avendolo a casa gli resta indifferente, lo “tocca” per amore: lo “tocca” per consegnargli la sua impurezza… E’ la “specie” di donna che piace a Gesรน… Di donne come Lui Egli si innamora perdutamente, pazzo di tenerezza da riversare su tante ferite… Immonda e indegna, che il solo toccarla infetta e rende impuri. Lei lo sa, conosce la propria assoluta indegnitร , i peccati sono lรฌ, tra le sue mani, evidenti. E un dolore acuto a percuoterle il petto, un’angoscia mortale. Questa donna ha toccato la morte. “Cinquecento denari di debito”, non basterebbe una vita a restituirli. Lei sa che non ha amore a sufficienza per riparare al non amore che ha seminato morte nella sua vita e in quella di tanti altri. Non basterebbero lavoro e fatica, neanche sfiancarsi tutti i giorni che le rimangono sarebbe sufficiente a rifondere il debito. Non ha altro che le lacrime, e proprio quelle sono, per Gesรน nostro “creditore”, il debito che possiamo restituire. E’ inutile cercare di rabberciare le situazioni e di restituire quello che ormai abbiamo sottratto. Certe situazioni sono passate, certe occasioni di amare non tornano piรน. Perรฒ possiamo piangere ai piedi di Gesรน, implorando che sia Lui a perdonare e donare la “pace” laddove abbiamo innescato guerre, e ripiani Lui per noi il debito contratto con i nostri “creditori”.
Per questo la donna non resiste, e, nonostante sappia di non potersi avvicinare a Gesรน, “si avvicinรฒ dunque non al capo, ma ai piedi del Signore; lei che aveva a lungo battuto la strada del vizio, cercava di seguire le orme segnate dai piedi santi del Signore. Cominciรฒ a versare lacrime, che sono come il sangue del cuore, quindi lavรฒ i piedi del Signore con l’umile confessione dei propri peccati” (S. Agostino). E dal fondo del dolore e del pentimento, la “fede” – ovvero il cammino che l’aveva condotta sino a quel pezzo di terra ai piedi di Gesรน come al fonte battesimale, con la speranza che l’impossibile di una vita nuova potesse divenire possibile – la spinge ad inginocchiarsi dinanzi a Lui. A differenza degli altri “commensali” che “cominciarono a dire tra sรฉ: ยซChi รจ quest’uomo che perdona anche i peccati?ยป” lei non si chiede chi sia. Lei non ha tempo per pensare, deve inginocchiarsi, piangere e spandere la sua vita su quei piedi che hanno condotto Dio cosรฌ vicino ai suoi peccati. Gli occhi della sua anima guardano Gesรน, e lo vedono adagiato a mensa e ne intuiscono il destino, il sepolcro nel quale sarebbe adagiato, la tomba nella quale ella stessa giace a causa dei propri peccati. Gli occhi di questa donna vedono oltre, e, come la Maddalena al mattino di Pasqua, contemplano la vittoria sulla morte di Gesรน, la pietra rovesciata e il suo sorgere dal sepolcro. Lei conosce quel sepolcro, per questo, con l’audacia figlia dell’amore, cerca Colui che, solo, puรฒ spalancare la sua tomba e ridonarle la libertร . E, ai piedi di Gesรน, sperimenterร il perdono, “la pace” nella quale “andare”, il frutto squisito del Regno dei Cieli donato agli apostoli da Cristo risorto. Le sue lacrime hanno toccato il cuore di Gesรน di un amore puro, e, scese sui suoi piedi, li hanno mossi ad entrare nel suo sepolcro e a dischiuderle le porte alla libertร e alla vita.
La compunzione, quella trafittura che prende il cuore e lo lacera nel pentimento รจ la fonte dell’amore. La veritร che si fa umiltร e mendicanza di misericordia schiude il cuore all’intimitร . E’ paradossale ma รจ cosรฌ. L’amore vero sorge sempre da un cuore che mendica misericordia nella consapevolezza della propria indegnitร . Un cuore umile incapace di esigere, chinato a ricevere le briciole come la Cananea, certa che un solo frammento di quell’amore รจ capace di colmare ogni fame. E’ il cuore che sa di non avere altra possibilitร , che riconosce in Cristo l’unico che non si scandalizza, Dio fatto carne perchรฉ la carne piรน corrotta possa essere trasformata in Dio. “Ama di piรน” chi ha piรน bisogno d’amore, e per questo piange e si fa audace e spende tutto se stesso e ogni suo bene pur di conoscerlo e riceverlo. “Ama di piรน” chi ha compreso di non avere neanche un frammento d’amore e si inginocchia piangendo per supplicare dall’Amore fatto carne quella briciola con cui potrebbe amare.
Cosa ci manca per avere questo cuore? Perchรฉ siamo ancora cosรฌ stolti da ritenerci giusti? Ancora non abbiamo compreso che, in molti, forse in tutti i casi, sono le lacrime ad avere partite vinta. Lacrime di moglie a scorrere sui piedi del marito, e lacrime di marito a scorrere sui piedi della moglie. Oggi, nel bel mezzo di una lite che si protrae da settimane, prender su e inginocchiarsi, senza parole, di fronte al fratello, coniuge, genitore o figlio che sia, e cominciare a piangere nel ricordo struggente dei nostri peccati. Solo la memoria che non fa sconti sulla veritร sul nostro passato e sulla debolezza del nostro cuore puรฒ far sgorgare lacrime di pentimento autentico. Saranno queste lacrime a cancellare il ricordo dei peccati del prossimo, e a purificare ogni relazione. E accanto alle lacrime l’olio prezioso e profumato, i nostri beni – tutti perchรฉ no? – e quanto abbiamo di piรน importante, forse il tempo, i criteri, i progetti… noi stessi finalmente offerti al fratello. La conversione, infatti, spazza via idolatria e avarizia, e ci fa liberi per amare d’amor puro che non cerca contraccambio, e ci fa consegnare all’altro gratuitamente e senza misura.
Non dimentichiamolo mai, di fronte a noi vi รจ Cristo, adagiato nella carne e nella vita del fratello. Anche quando l’altro ci รจ nemico, in lui vi รจ Cristo fatto peccato nei suoi peccati, cosรฌ come nei nostri. Allora, come la “peccatrice di quella cittร ”, anche noi peccatori delle nostre cittร possiamo con fiducia prostrarci ai piedi di Cristo che viene a visitarci attraverso il fratello, nel luogo e nel momento che non ci aspetteremo. Non temiamo nulla se non la superbia, e gettiamoci ai piedi del fratello: incontreremo in lui lo sguardo d’amore e di perdono di Gesรน. Impareremo cosรฌ che la comunione autentica tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli, nasce solo dalle lacrime versate insieme e dalla comune debolezza accolta e amata da Cristo.
Siamo alle fonti del cristianesimo. Non esiste vita spirituale laddove non รจ scoccata la scintilla di un incontro tra le lacrime e il perdono. La coscienza del proprio peccato e la consapevolezza dell’indegnitร ha condotto, misteriosamente, questa donna ad inginocchiarsi dinanzi a Gesรน. L’inganno della superbia di Simone invece, lo allontana e lo fa precipitare in un abisso ben piรน grave dei peccati commessi da questa peccatrice. L’orgoglio infatti getta nell’abisso del non-amore, dell’ipocrisia che sbarra la strada alla misericordia, e dove non c’รจ amore a Cristo regna la morte. Tra Dio e l’uomo, tra Gesรน e ciascuno di noi vi รจ una sola relazione possibile: l’amore. Amore che si fa lacrime di compunzione nell’uomo e Parole di perdono in Dio. E questo รจ capace di fare della piรน grande peccatrice di ogni cittร , di te e di me, un uomo nuovo, capace di inginocchiarsi dinanzi agli altri per lavare loro i piedi. Gesรน, infatti, era presente in quella donna che, profeticamente, per amore, si era prostrata ai suoi piedi. Era Lui che, prima ancora di ogni suo gesto, si era abbassato piรน in basso di lei, prendendo il rifiuto, il disprezzo, contaminandosi, per amore, con i suoi peccati. Lui le avrebbe lavato i piedi, unendola a sรฉ sino a farne un altro se stesso; in questo gesto che abbraccia le lacrime della donna e l’annientamento di Gesรน appare la donna nuova, la Chiesa, Madre che rigenera ogni peccatore nelle sue viscere colme di lacrime misericordiose.
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