don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 17 Dicembre 2019

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UNA LUNGA STORIA D’AMORE DISTESA SUI RAMI DELLA CROCE

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Una lunga storia d’amore รจ quella di Dio con il suo popolo e con l’umanitร  intera: una linea retta che ha trapassato debolezze e peccati, con pazienza e sempre rinnovata misericordia. La linea tinta con il sangue di Cristo, pensato sin da quando iniziava a scorrere il sangue in Adamo, e il mio, e il tuo. Il sangue divino che รจ giunto, nella pienezza dei tempi, a farsi una cosa sola con il sangue umanissimo dei suoi fratelli piรน piccoli, quello dei peccatori. Per questo la Novena di Natale inizia con un percorso a ritroso seguendo le gocce del sangue di Cristo, colate una dopo l’altra sul selciato della storia calcato da ogni uomo. “Egli – infatti – รจ colui che fu ucciso in Abele, e in Isacco fu legato ai piedi. Andรฒ pellegrinando in Giacobbe, e in Giuseppe fu venduto. Fu esposto sulle acque in Mosรจ, e nell’agnello fu sgozzato. Fu perseguitato in Davide e nei profeti fu disonorato.

Egli รจ colui che si incarnรฒ nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salรฌ alle altezze dei cieli. Egli รจ l’agnello che non apre bocca nato da Maria, agnella senza macchia. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Egli risuscitรฒ dai morti e fece risorgere l’umanitร  dal profondo del sepolcro” (Melitone di Sardi). Iniziamo dunque la Novena scorrendo la “genealogia di Gesรน”, per contemplare, nel cammino del suo seme umano, l’intensitร  e la profonditร  dell’amore di Dio che non ha mai lasciato l’uomo solo con la sua superbia. Il termine usato da Matteo per definire la genealogia – ghรฉnesis – lo incontriamo, infatti, nella Lettera di Giacomo: “(Chi non mette in pratica la parola) somiglia ad un uomo che osserva il proprio volto – alla lettera la forma del suo essere, in uno specchio -” (1 Gc. 1,23). La storia del Popolo รจ tutta in questa Parola: chiamato a guardare a Dio, ad abbandonarsi alla sua promessa colma d’amore fedele, ha costantemente disatteso l’ascolto e l’obbedienza e si รจ trovato a contemplare il proprio volto, la forma del suo essere corrotto, inconsistente, vuoto. Come ciascuno di noi: quante ore passate a contemplarci allo specchio, costretti a sbattere contro la nostra stoltezza, sperimentando quel senso d’inappagamento, di non risolto, di effimero che sbiadisce ogni istante, relazione e gesto.

Ma รจ proprio qui che Dio ha deciso di piantare la sua tenda. In questa fila di nomi, i nostri, fin dentro le nostre storie perdute; ci รจ venuto a cercare nell’intreccio di caratteri difficili, peccati, complessi, disfatte e vane glorie. Per questo abbiamo bisogno, nella Novena che ci separa dal Natale, di vedere i passi che abbiamo posato nel fango accanto a quelli del Signore. E giungere cosรฌ alla nostra realtร  di questo tempo, e scoprire che proprio essa รจ la grotta di Betlemme, il destino al quale conducevano le orme del Signore. L’incarnazione di Dio significa, infatti, la pienezza dei tempi di ogni storia, il momento speciale nel quale ogni esistenza incontra la sua salvezza. E di colpo, quello che era solo abbondanza di peccati รจ trasformato in Grazia sovrabbondante. Cominciamo oggi il cammino che, come accadde ai pastori di Betlemme, ci condurrร  alla Grotta che รจ il cuore della nostra vita, per contemplarvi l’amore che la riscatta: “Bisogna riconoscerlo, la genealogia carnale di Gesรน รจ spaventosa. Pochi uomini hanno avuto forse tanti antenati criminali, e cosรฌ criminali. Particolarmente cosรฌ carnalmente criminali. รˆ in parte ciรฒ che dร  al mistero dellโ€™Incarnazione tutto il suo valore, tutta la sua profonditร , un arretramento spaventoso. Tutto il suo impeto, tutto il suo carico di umanitร . Di carnale. Quantomeno per una parte, e per una gran parte” (C. Peguy).

C’รจ Abramo nella nostra storia, la promessa che ci ha dato vita; c’รจ Davide, l’elezione e il peccato della concupiscenza perdonato mille volte; c’รจ l’esilio, quello di ogni giorno vissuto lontano da Dio e scivolato senza amore. E ci sono quei volti che ci assomigliano rammentandoci la fedeltร  di Dio: Isacco, l’impossibile che Dio ha tante volte realizzato nella nostra vita; Giacobbe, l’astuzia subdola per volgere tutto a nostro favore e piegata dalla Croce di ogni giorno; Rut, la straniera e pagana bagnata dalla Grazia come noi strappati al mondo perchรฉ accolti con misericordia nella Chiesa, dove abbiamo trovato l’unico Sposo che aveva diritto di sposarci; Salomone, scelto come noi per edificare un Tempio al Signore, che ha gettato alle ortiche primogenitura e sapienza sedotto e stritolato nei tentacoli della bellezza effimera, eppure amato da Dio con pazienza e fedeltร ; e i mille altri volti, sino a Giuseppe, sino a Maria, la Chiesa nostra Madre che ci ha accolti nel suo grembo di misericordia, e ci sta gestando nella Veritร  e nella tenerezza sino a oggi.

Attraverso di Lei siamo entrati a far parte di una famiglia santa, dove non siamo “piรน stranieri nรฉ ospiti, ma siamo diventati concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef. 2,18). Dio ha compiuto la sua promessa! Non importa se l’abbiamo dimenticata, e abbiamo vissuto da straccioni pur essendo Figli di Dio. Oggi, nell’amore fatto carne, brilla lo splendore della misericordia che riscatta e santifica la nostra carne. Oggi Gesรน รจ di nuovo generato in noi dallo Spirito Santo, perchรฉ impariamo, da Abramo e Maria, l’inizio ed il compimento della nostra storia, ad ascoltare e a obbedire alla Buona Notizia. Viene di nuovo il Salvatore, alza lo sguardo nella liturgia, porgi l’orecchio alla Parola, intensifica la preghiera, accostati ai sacramenti, alla confessione, e lascia a Cristo i tuoi passi sozzi di peccato. E vai a cercare le persone che hai cacciato fuori dalla tua “genealogia”: facevano parte di te, e un giudizio, un’invidia, un rancore li ha cancellati. Ma ora hai capito, ogni persona che la volontร  di Dio ha unito alla tua storia, รจ un’orma insostituibile del cammino di Cristo verso di te. Anche loro sono parte della grotta dove Lui ha scelto, per amore, di nascere per far rinascere.

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Commento a cura di don Antonello Iapicca

Qui l’intervista Rai a don Antonello
Busshozan shi ko 31-1
Takamatsu, Kagawa 761-8078
Japan


LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI

Genealogia di Gesรน Cristo, figlio di Davide.
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 1, 1-17 Genealogia di Gesรน Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generรฒ Isacco, Isacco generรฒ Giacobbe, Giacobbe generรฒ Giuda e i suoi fratelli, Giuda generรฒ Fares e Zara da Tamar, Fares generรฒ Esrom, Esrom generรฒ Aram, Aram generรฒ Aminadร b, Aminadร b generรฒ Naassรฒn, Naassรฒn generรฒ Salmon, Salmon generรฒ Booz da Racab, Booz generรฒ Obed da Rut, Obed generรฒ Iesse, Iesse generรฒ il re Davide. Davide generรฒ Salomone da quella che era stata la moglie di Urรฌa, Salomone generรฒ Roboamo, Roboamo generรฒ Abรฌa, Abรฌa generรฒ Asaf, Asaf generรฒ Giรฒsafat, Giรฒsafat generรฒ Ioram, Ioram generรฒ Ozรฌa, Ozรฌa generรฒ Ioatร m, Ioatร m generรฒ ร€caz, ร€caz generรฒ Ezechรฌa, Ezechรฌa generรฒ Manasse, Manasse generรฒ Amos, Amos generรฒ Giosรฌa, Giosรฌa generรฒ Ieconรฌa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconรฌa generรฒ Salatiรจl, Salatiรจl generรฒ Zorobabele, Zorobabele generรฒ Abiรนd, Abiรนd generรฒ Eliachรฌm, Eliachรฌm generรฒ Azor, Azor generรฒ Sadoc, Sadoc generรฒ Achim, Achim generรฒ Eliรนd, Eliรนd generรฒ Eleร zar, Eleร zar generรฒ Mattan, Mattan generรฒ Giacobbe, Giacobbe generรฒ Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale รจ nato Gesรน, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. Parola del Signore

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