GESU’ E’ SCESO ALL’ULTIMO POSTO IN TERRA PER FARE DI OGNI ISTANTE E ย LUOGO DELLA NOSTRA VITA IL PRIMO NEL CIELO
Come fu per Santa Teresina di Lisieux, โle nostre immense aspirazioni sonoโ, anche per noi, โcome un martirioโ: ne nascono sempre di nuove, mentre la maggior parte di esse restano frustrate. Ma anche quando riusciamo a realizzarne una, proprio nel momento di maggior soddisfazione spunta la solita insoddisfazione a ricordarci che cโรจ sempre qualcuno di piรน grande che ha realizzato qualcosa di meglio. Eh sรฌ, perchรฉ tutte le โimmense aspirazioniโ, in fondo, mirano allโunico obiettivo di diventare โi piรน grandiโ. Come Lucifero, che diceva โin cuor suo:Io salirรฒ in cielo, innalzerรฒ il mio trono al di sopra delle stelle di Dio, mi siederรฒ sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione, salirรฒ sulle sommitร delle nubi, sarรฒ simile all’Altissimoโ; e โinvece sei stato precipitato negli inferi, nelle profonditร dell’abisso!โ (cfr. Is. 14,12-15). Vogliamo il primo posto, e ci ritroviamo allโultimo; ci sforziamo per essere i piรน grandi, e ci scopriamo ogni volta piรน piccoli. Cโรจ in noi unโirrefrenabile desiderio di primeggiare destinato perรฒ a restare incompiuto. Pensate ai tifosi di una squadra di calcio: conoscete qualcuno che tifi a perdere, sperando cioรจ che la propria compagine venga umiliata da quella avversaria? No di certo, anzi. Anche un โbambinoโ si adira e protesta quando vede negare un rigore sacrosanto ai propri beniamini.
Puรฒ darsi che il padre lo abbia iniziato ad essere tifoso di quella squadra, ma quel pathos, quellโira che arriva a spaccare qualsiasi cosa trovi davanti, รจ tutta farina del suo sacco. Il rifiuto drastico dellโumiliazione e del secondo posto fa il paio con le โimmense aspirazioniโ ad essere i piรน grandi; e ciรฒ accade anche, e soprattutto, nei โbambiniโ, proprio quelli tra i quali Gesรน ha chiamato a sรฉ per parlare del Cielo. Ma se anche quel bambino รจ un superbo, che significano allora il gesto e le parole di Gesรน? Per capire dobbiamo capovolgere completamente la direzione del nostro sguardo, come guardare il mondo sottosopra, dal basso verso lโalto. Provaci un momento, ora, mentre leggi… Se non ci convertiamo, infatti, non entreremo nel Regno dei Cieli; se cioรจ non cambiamo modo di pensare e guardare i fatti e le persone, cominciando da noi stessi, non ritroveremo mai la porta del Paradiso.ย Santa Teresina di Lisieux lโha scoperta al fondo di se stessa, e per questo San Giovanni Paolo II lโha dichiarata Dottore della Chiesa, invitando cosรฌ tutti noi ad ascoltare la sua voce e guardare alla sua esperienza. Illuminata dalla Parola di Dio, Teresina aveva scoperto che lโunica via per entrare nel Regno dei Cieli era quella di sentirsi โchiamare a sรฉโ da Gesรน, come un bambino; sentirsi cioรจ amata cosรฌ come era, piccola, capricciosa, sbadata, con aspirazioni immense, confuse perรฒ con i desideri della propria carne. Aveva capito che proprio nellโorgoglio di un bambino che lotta per diventare il primo tra i fratelli ad essere considerato dai genitori, a mangiare il gelato e ad avere le scarpe da ginnastica, si cela il desiderio santo di essere amato in modo speciale ed esclusivo da Dio.
Per questo, esattamente come gli adulti, ottenuto il giocattolo che desiderava ardentemente, dopo averci giocato cinque minuti, un bambino lo lascia in un angolo, mosso da altri e nuovi desideri.ย Perchรฉ nulla ci puรฒ appagare se non il cuore del Padre nel quale essere accolti come i primogeniti.ย
Ma Lucifero ci ha ingannato con la sua luce di menzogna trascinandoci con lui, in un posto lontanissimo da nostro Padre, quello che รจ diventata la nostra casa, la famiglia, lโufficio, la scuola, lโospedale e il parco giochi. Lโultimo posto dove non sopportiamo vivere perchรฉ lรฌ dentro, la luce sinistra di Lucifero ci fa sentire troppo piccoli e deboli per realizzare le nostre aspirazioni ed essere felici. Tutte le nostre sofferenze, infatti, sono in realtร delle frustrazioni generate dal fallimento (significato originale del termine ebraico โpeccatoโ) della volontร di Dio su di noi, amare cioรจ nellโamore in cui ci ha creati. Ma Dio non ci ha abbandonato nella morte, e Teresina lo aveva sperimentato proprio laggiรน, nel posto piรน irrilevante del Carmelo. Nel buio dellโinfermeria, come nella solitudine delle scale da lavare o della cucina dove pelare le patate, aveva incontrato lo Sposo! Lโultimo posto, infatti, รจ quello dove รจ sceso Gesรน, per riportare in Cielo chi in esso รจ caduto. Per amore si รจ umiliato, รจ diventato cioรจ un bambino, il piรน piccolo, per sedersi accanto a tutti noi, bambini piccoli che senza Dio passiamo da una frustrazione allโaltra. Se Gesรน รจ sceso allโultimo posto vuol dire che quello รจ diventato il primo accanto a Dio! Ecco il segreto della piccola via scoperta da Teresina: il mondo capovolto, convertito a Dio dal suo stesso amore che ha fatto risplendere il Cielo nelle pozzanghere che sono le nostre esistenze.
Quello che abbiamo sotto gli occhi nel mondo, le lotte che ci sfiancano ogni giorno per ottenere un posto davanti alla massa, รจ solo la parodia triste e tragica della realtร ; la veritร รจ la piccolezza fragile di un bambino, della creatura che dipende in tutto dal suo Creatore,ย amata proprio per la suaย piccolezza. Piรน รจ debole, goffo e insicuro, piรน รจ oggetto di tenerezze e attenzioni. Non si puรฒ non amarlo, anche quando sbaglia, cade, urla e strepita o si chiude nel silenzio dei sogni infranti. Teresa aveva sperimentato che Dio cerca, predilige e ama la piccolezza, la nostra realtร senza ipocrisie. Per questo, convertirciย รจ cambiare verso allo sguardo del nostro cuore, โdiventare come bambiniโย nel senso letterale di โtornare al principioโ, riaccadere qui sulla terra nella storia di ogni giorno come una creazione che nasce dalย pensiero originale di Dio su ciascuno di noi. Significaย accettare la nostra piccolezza, come Teresa che ha aveva trovato il primo posto allโultimo del convento, quello dove accogliere lโamore dello Sposo che ci fa grandi nel suo Regno. Eโ il testacoda che redime lโuomo sedotto da Lucifero, il mistero dellโamore di Dio che puรฒ intuire e sperimentare come una primizia solo chi ha percorso un lungo cammino di umiliazione e veritร nel grembo misericordioso della Chiesa. Come accadde a Dante al termine del โcammin di nostra vitaโ, quando, giunto nel Paradiso, contemplando lโimmagine della โLuce etternaโ di Dio, โdentro da sรฉ, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige, per che โl mio viso in lei era tutto messoโ; spiega Franco Nembrini: โdice Dante: quando ho fissato il cuore di Dio, lโintimitร di Dio, la sua natura piรน profonda, laggiรน ho visto un volto dโuomoโฆ
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Ma a me piace pensare che voglia dire anche: ho riconosciuto in quel volto il mio. Ho visto lรฌ la mia vera immagine, la mia vera identitร โ. Convertirsi รจ dunque fare lโesperienza di Dante nel Paradiso, quella che ha fatto Teresina nel posto che, secondo il mondo, non cโรจ che frustrazione: mentre pelava le patate, o aiutava una suora anziana che la trattava male, o soffriva i dolori lancinanti della tubercolosi, nella tomba di ogni emozione, nel buio del silenzio di Dio, quella โbambinaโ pregustava il Cielo. Sapeva dโessere la piรน grande nel cuore di Dio, anche se Egli taceva e la lasciava senza consolazioni, perchรฉ quello era il posto dei peccatori dove lo Sposo era disceso per unirsi alla sua sposa. Lรฌ, nel tuo e nel mio posto, lโultimo perchรฉ vero, โgiร volgeva il mio disio e โl velle, sรฌ come rota chโigualmente รจ mossa, lโamor che move il sole e lโaltre stelleโ: in un letto dโospedale, nella precarietร della missione, allโultimo posto dove gli eventi ci umiliano e ci fanno bambini, lโAmore di Dio che muove lโuniverso, volge, โconverteโ a Dio il nostro desiderio, le โimmense aspirazioniโ, e la volontร perchรฉ si muovano in comunione con il Cielo, nello stesso amore con cui Dio riempie e dร vita a tutto. Coraggio, Gesรน ti chiama a sรฉ proprio perchรฉ bambino, e cosรฌ, in quella pozzanghera che รจ questa giornata, che รจ la tua vita e quella di chi ti รจ accanto, saprai contemplare il Cielo che vi รจ voluto discendere in Cristo fatto carne della tua carne. ย
AUTORE: don Antonello Iapicca
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