LA GIOIA PIENA E’ VEDERE IL PADRE NELLE OPERE CHE IL FIGLIO COMPIE NEI FIGLI DI DIO
AUTORE: don Antonello Iapicca
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Le parole di Filippo esprimono il desiderio piรน profondo di ogni uomo: “Mostraci il Padre e ci basta”. Lo diceva anche Telemaco, il figlio di Ulisse disperso nell’Odissea:ย “Se quello che i mortali desiderano potesse avverarsi, per prima cosa vorrei il ritorno del padre”.ย La vita รฉ l’attesa di nostro Padre, e chi non lo puรฒ “vedere” resta “orfano”. “Vedere”, che significa conoscere le nostre radici e scoprire un punto di appoggio per la nostra vita, perchรฉย “solo a partire da unโappartenenza posso immaginare un destino. Solo se vengo da qualche parte posso andare verso una direzione” (Claudio Rise’).ย Chi non ha visto il Padre vive dissipato e senza una meta autentica. Perchรฉ “il padre รจ colui che espone il figlio allโesperienza del dolore, ed il suo segno รจ la ferita.
Egli impone al figlio un sacrificio, lo sottopone alla prova. La natura della prova consiste nel chiedergli di affrontare la fatica delle rinunce necessarie per crescere bene, riuscire, avere buoni rapporti con gli altri ed essere davvero contento di sรฉ… La ferita inferta dal padre costringe il figlio a smettere di pensare la vita in termini infantili, quasi fosse un paradiso terrestre dove tutto รจ facile, senza fatica, dove nulla รจ richiesto per poter vivere e per avere un buon rapporto con gli altriโฆ Il segno del rapporto con il padre รจ la โferitaโ che il figlio porta con sรฉ, nel suo carattere e nella sua concezione della vita. Il padre chiede al figlio di non fare del proprio โpiacereโ la misura ultima del bene e del maleโฆ Ma perchรฉ questo accada e’ necessario che il figlio attraversi lโesperienza della prova, termine messo al bando da una cultura che ha gettato nel discredito la sensibilitร educativa maschile” (Osvaldo Poli).
Nella Chiesa possiamoย conoscere il Padre sperimentando la sua presenza, la sua misericordia e il suo amore negli eventi della sua esistenza. La prova del dolore, il crogiolo della Croce illuminato dalla predicazione, dalla Parola, dalla preghiera e dai sacramenti, forgia in noi l’immagine somigliante di nostro Padre: “SantโIreneo dice in un passo che noi dobbiamo abituarci a Dio, come Dio si e’ abituato a noi, agli uomini nell’incarnazione. Dobbiamo familiarizzarci con lo stile di Dio, cosรฌ da imparare a portare in noi la sua presenza. Con unโespressione teologica: deve essere liberata in noi lโimmagine di Dio, ciรฒ che ci fa capaci di comunione di vita con lui. La tradizione paragona questo con lโazione dello scultore, che stacca dalla pietra con lo scalpello pezzo dopo pezzo, in modo che divenga visibile la forma da lui intuita… poichรฉ in realtร ย noi possiamo riconoscere solo ciรฒ per cui si dร in noi una corrispondenza” (J. Ratzinger).
Laย “ferita”ย della Croce di ciascuno sigilla l’appartenenza esclusiva a Dio, la stessa ferita del Signore Gesรน. Siamo chiamati aย “vedere” nostro Padre, che, secondo il Vangelo di Giovanni significa “credere”, nella nostra vita. Come? “Vedendo Gesรน” suo Figlio all’opera nei nostri giorni. “Vedere il Padre” รจ fissare Gesรน ora, in questo e in tutti gli istanti, che ci attira nel suo passaggio attraverso la morte per compiere la volontร del Padre.ย Con Lui impariamo ad essere figli e ad obbedire dalle cose che patiamo, passando dall’infantilismo che fa “del proprio โpiacereโ la misura ultima del bene e del male”, alla maturitร di chi sa soffrire per compiere il bene autentico. Luiย ci insegna a vivere nel Getsemani, dove scaturisce il grido liberante: “Abbร , Padre!
Si compia in me non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi”, la tua volontร in tutto.ย Per “vedere il Padre” basta lasciarsi “ferire” dall’amore piรน forte di ogni peccato che ci trasforma in “servi” capaci di donarsi.ย “Vedere il Padre ci basta” perchรฉ significa sapere che esiste una volontร buona, giusta, bella e piena per la propria vita che coincide con il dono totale di noi stessi. Proprio questa obbedienza รจ la “stessa opera” di Gesรน Cristo in noi, che diventa anche “piรน grande della sua” perchรฉย realizzata in noi dallo Spirito Santo, che compie il Mistero pasquale di Gesรน, la sua vita celeste nella nostra terrestre. Perchรฉ Dio la realizzi dobbiamo pregare il Padre, e tutto il resto ci sarร dato! Coraggio allora, chiediamo senza stancarci nel nome di suo Figlio.



