don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 29 Maggio 2022

1491

Cosa dice la Parola/Gesรน

Celebriamo oggi la solennitร  dellโ€™Ascensione, anche se liturgicamente andrebbe celebrata 40 giorni dopo la risurrezione del Signore Gesรน, ossia giovedรฌ.

Prima di soffermarci sui testi di questa domenica, ancora una volta vorrei volgere lo sguardo al cammino che la liturgia ci ha fatto fin qui percorrere, per tratteggiare il volto della Comunitร  dei discepoli del Risorto. Tutto ha inizio con una pietra rotolata via dal sepolcro, di fronte alla quale prima le donne e poi alcuni discepoli, dopo un momento di smarrimento, cominciano a correre per annunciare che Gesรน รจ vivo, รจ risorto (domenica di Pasqua). Un fatto di tale portata che non รจ sempre facile comprendere/credere, come ha dimostrato la fatica dellโ€™apostolo Tommaso (II domenica di Pasqua), e quella dei discepoli che tornano a pescare (III domenica). Questo ci suggerisce che la fede, ossia lโ€™amicizia con Gesรน, non รจ un dato automatico, ma รจ un cammino progressivo, fatto di stupore, fatica, incredulitร , slancioโ€ฆ e Gesรน rispetta ogni nostra tappa interiore. Non si scandalizza della nostra fatica nel credere, ma si affianca con rispetto, aiutandoci sempre a rileggere la vita (come ha fatto anche con i due discepoli di Emmaus). Proprio perchรฉ non sempre siamo capaci di percorrere la Via indicata, Gesรน stesso si รจ fatto e si fa nostra Guida e nostro Pastore, prendendoci per mano, custodendoci tra le sue mani (IV domenica), fino a mettere nelle nostre mani, seppur fragili, il suo stesso amore, come cartina di tornasole per essere riconosciuti cristiani (V domenica). Un comandamento, quello dellโ€™amore, che prima di tutto รจ un dono del Signore rafforzato dalla promessa che saremo rivestiti dallโ€™alto, dallo Spirito Santo, colui che diverrร  nostro Maestro interiore e Consigliere ammirabile (VI domenica).

Se notiamo, il Signore in queste domeniche ci ha preparati alla vita, perchรฉ la potessimo vivere da discepoli del Risorto, assicurandoci di restare sempre con noi, Lui che รจ lโ€™Emmanuele, il Dio-con-noi. Sempre. โ€œEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondoโ€ (Mt 18,20). รˆ questa Presenza che renderร  i discepoli, e oggi noi, capaci di diffondere fino ai confini del mondo il profumo del vangelo.

Vv 46-49: In quel tempo Gesรน disse ai suoi discepoli: il Cristo patirร  e risorgerร  dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in cittร , finchรฉ non siate rivestiti di potenza dall’alto”.

In questa prima parte del brano si racconta la conclusione di unโ€™apparizione agli apostoli, quella che racconta la venuta del Signore risorto nel Cenacolo dopo che i discepoli che se ne andavano a Emmaus vi avevano fatto ritorno raccontando il loro incontro con Lui lungo la via (Lc 24, 33). E come รจ solito riportare lโ€™evangelista Luca, quando Gesรน appare โ€œapre la mente dei discepoli alla comprensione delle Scrittureโ€. Non spiega, non offre risposteโ€ฆma ricorda quanto accaduto, suscita domande-desideriโ€ฆaiutando i discepoli a rileggere la Scrittura alla luce della risurrezione. Ora che tutto รจ avvenuto, tutto si fa piรน chiaro. Tutto acquista una luce nuova. Lโ€™esperienza vissuta con Gesรน non รจ una parentesi della vita, ma Gesรน fa capire che questa diventa il fulcro dellโ€™annuncio: โ€œDi questo voi siete testimoniโ€. Di che? Del Cristo che ha patito, che รจ morto, che รจ risortoโ€ฆ e che ora, nel suo nome, manda ad annunciare il perdono dei peccati e la conversione. Questo รจ il cuore dellโ€™annuncio! Gesรน, Parola fatta carne (cfr Gv 1,14) รจ venuto per salvarci, si รจ fatto Visita di Dio (cfr Lc 1,68), non per controllarci o punirci, ma per portarci il perdono e la remissione dei peccati (cfr Lc 1,77), tanto che lโ€™intera sua vita รจ stata un farsi prossimo verso tutti, fino a innalzare gli umili e rovesciare i superbi (cfr Lc 1,46ss) fino allโ€™ultimo, quando ha promesso ad un ladrone il paradiso (cfr Lc 23,43). Di questa Visita, di questa Presenza, di questa Azione misericordiosa i discepoli sono chiamati a farsi testimoni, ma non con le loro sole forze, ma โ€œrivestiti di potenza dallโ€™altoโ€.

vv.50-53: Poi li condusse fuori verso Betร nia e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccรฒ da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio. Cosรฌ, mentre Gesรน โ€œveniva portato su, in cieloโ€ (cfr come Elia, 2Re 2,1-14), i discepoli si prostrarono davanti a lui.

Possiamo dire che con lโ€™Ascensione Gesรน ha concluso il suo Esodo ed รจ tornato nella Casa del Padre, la Gerusalemme del Cielo, la Terra Promessa verso cui tutti noi aneliamo. Gesรน, ricorda la lettera agli Ebrei che ascoltiamo come II lettura, โ€œnon รจ entrato in un santuario fatto da mani dโ€™uomoโ€ฆ ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favoreโ€.

Gesรน, con la sua morte e risurrezione, ha realizzato la promessa dei profeti (cfr Ger 31,31-34) e sigillato una โ€œnuova alleanza nel suo sangueโ€ (cfr Lc 22,20), scritta nei cuori, non piรน in tavole di pietra (cfr 2Cor 3,1-6). Cosรฌ, compiuta la missione, Gesรน torna al Padre, prolungando perรฒ la sua presenza nellโ€™azione dei suoi discepoli. E il salire verso il cielo viene sigillato dalla benedizione: โ€œAlzate le mani, li benedisseโ€, dove in questa benedizione cogliamo la presenza nuova di Gesรน tra i suoi.

Lโ€™Evento dellโ€™Ascensione puรฒ apparire a noi qualcosa di fuori posto, di astrattoโ€ฆma in realtร  ci dice che come Gesรน รจ salito al cielo con la sua umanitร , cosรฌ anche noi vi andremo! A riprova di questo, lโ€™ultimo atto che Gesรน compie in terra รจ proprio quello di attirare lo sguardo degli Apostoli โ€“ e oggi il nostro โ€“ verso il Cielo, per indicarci la Via nuova da percorrere nel cammino della vita quaggiรน, perchรฉ โ€œdovโ€™รจ il tuo tesoro, sarร  anche il tuo cuoreโ€ (cfr Mt 6,19ss). Si tratta allora di cambiare prospettiva: le trame della vita si comprendono in base a dove guardiamo. Fissiamo lo sguardo verso il cielo dunque, perchรฉ allora anche gli eventi della vita impareremo a capirli in modo nuovo, come Gesรน ha insegnato a fare ai suoi discepoli.

Un autore russo del Novecento, Pavel Florenskij, scriveva nel suo testamento spirituale: โ€œOsservate piรน spesso le stelle. Quando avrete un peso nellโ€™animo, guardate le stelle o lโ€™azzurro del cielo. Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, โ€ฆ intrattenetevi โ€ฆ col cielo. Allora la vostra anima troverร  la quieteโ€. E tornando alla Bibbia, ripensiamo al salmo 8: โ€œO Signore nostro Dioโ€ฆquando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa รจ mai lโ€™uomo perchรฉ te ne ricordi…perchรจ te ne curi?… Davvero lโ€™hai fatto poco meno degli angeliโ€. O al passo di Matteo: โ€œNon preoccupatevi per la vostra vitaโ€ฆguardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, nรฉ raccolgonoโ€ฆeppure il Padre vostro celeste li nutreโ€ (Mt 6,25).

Vivere fissando il cielo non significa allora vivere fuori dalla realtร  o, come si dice, vivere con la testa tra le nuvole! Vivere fissando il cielo significa avere il Cielo come Meta e Gesรน come Maestro, perchรฉ รจ il solo che ha tracciato la Via per salirvi. Guardare al Cielo significa lasciarsi orientare dalle cose di Dio. Vivere fissando le stelle del cielo significa ricordarsi che Dio รจ Padre e fa ogni cosa con amore. Significa che la nostra vita รจ un puntino di fronte lโ€™immensitร  del creato, eppure siamo fatti poco meno degli angeli! Significa comprendere che al di lร  di quanto viviamo, siamo fatti per il Cielo! Saremo deboli, fragili, traditori o rinnegatori, peccatoriโ€ฆ ma nessuno ci toglie che siamo fatti per il cielo! Questo siamo chiamati a portare agli altri: qui, oggi siamo chiamati a far risplendere quei cieli nuovi e terra nuova che Gesรน ha inaugurato e oggi affidato alle nostre mani. Farlo dentro questa vita concreta, reale: โ€œVoi restate in cittร โ€, dice Gesรน nel vangelo (v. 49b). La vita quotidiana chiede di farsi tempio affinchรฉ ciascuno, nel rispetto della vocazione ricevuta, possa divenire segno, scheggia di Dio dentro la famiglia, il lavoro, il tempo libero. Ma ci sentiamo dire di โ€œtornarcene in sacrestiaโ€, qualcuno dice! Ma non possiamo farlo, perchรฉ Gesรน per primo รจ uscito dalla sacrestia del cielo! Non sono cose che vi riguardano, dice qualcun altro: ma ogni cosa che riguarda la vita, lโ€™umanoโ€ฆriguarda noi perchรฉ prima di noi ha riguardato Gesรน. Siamo โ€œrivestiti dallโ€™altoโ€ perchรฉ chiamati a riproporre Gesรน nella vita, ed รจ a Lui solo che un giorno dovremmo render conto, mica a quanti incontriamo. Non dobbiamo fare quello che ci dicono gli altri, ma quello che Gesรน ci dice! E ogni nostra azione รจ e sempre sarร  accompagnata dalla benedizione di Dio: โ€œMentre li benediceva, si staccรฒ da loro e veniva portato su, in cieloโ€ (v 51). Questโ€™azione รจ continua, non si ferma mai. Il Signore ci accompagna con la sua benedizione, e noi siamo chiamati a divenire benedizione per gli altri. Allora comprenderemo ancora di piรน il nostro ritrovarci alla domenica attorno allโ€™Eucaristia, quando ci ritroviamo insieme per narrare quanto Dio ha compiuto tra noi durante la settimana; quanto noi, purtroppo, siamo stati di ostacolo a Dioโ€ฆ e qui chiediamo perdono. Ci poniamo cosรฌ ancora una volta in ascolto della Parola, affinchรฉ il Signore faccia luce in noi, per poi partecipare alla sua unica offerta, nel pane e nel vino che diventano corpo-sangue, cibo per il cammino verso il Cielo. E cosรฌ, forti di questo Avvenimento cosรฌ antico e cosรฌ nuovo, partire, andareโ€ฆLa Messa รจ finita: non perchรฉ tutto si conclude, ma perchรฉ tutto ha inizio: andate, ha inizio la missione. Ha inizio il compito di portare agli altri raggi di luce e di speranza, di pace e di serenitร  forti del fatto che siamo โ€œrivestiti dallโ€™altoโ€ (v. 49). E allora, occhi verso il cielo e piedi ben radicati a terra, per amare in terra come Gesรน ci ha amati.

Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน

Dio onnipotente, concedi che i nostri cuori dimorino nei cieli, dove noi crediamo che oggi รจ asceso il tuo Unige- nito, nostro redentore. Egli รจ Dio e vive e regna con teโ€ฆ

ย 

Faโ€™ che tenga la testa tra le nuvole

ย 

Signore Gesรน, in questo giorno

contemplo il tuo salire al cielo alla destra del Padre.

Sei tornato da dove sei venuto:

sei sceso tra noi nel Piccolo di Betlemme, hai camminato con noi

come lโ€™uomo di Nazaret per insegnarci lโ€™unica Via che con Veritร 

porta alla Vita del cielo.

Ora mโ€™inviti a gettare il cuore lร ,

dove sei andato a prepararmi un posto, sapendo che ogni atto dโ€™amore quaggiรน รจ un gradino verso orizzonti lontani.

Verso il cielo. Meta della vita. Allora, Signore Gesรน,

faโ€™ che tenga la testa tra le nuvole, non perchรฉ distratto,

ma perchรฉ attratto da Te, che sei lassรน!

Quindi, Signore Gesรน,

aiutami a desiderare il Paradiso!


Il commento al Vangelo di domenica 29 maggio 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.