don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 26 Novembre 2023

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Lโ€™Anno Liturgico si conclude con la solennitร  di Gesรน Re e Signore dellโ€™universo. Il cammino che abbiamo intrapresoย  dalla prima domenica di Avvento del 2022 ci ha condotto a incontrare il Signore Gesรน, lโ€™Emmanuele, il Dio con noi (Natale), il quale ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana (le domeniche del tempo ordinarioย  abbiamo meditato su questi fatti). Processato innanzi a Ponzio Pilato, รจ morto in croce per la nostra salvezza, ed รจย  risorto vincendo sulla morte e il peccato (Pasqua), รจ salito al cielo (Ascensione), ha donato lo Spirito Santo (Pentecoste)ย  e ora regna glorioso alla destra del Padre.

Un Anno che riproduce in miniatura la logica della nostra vita, che aiuta aย  comprendere che la nostra esistenza รจ tutta protesa verso lโ€™incontro con il Risorto e passa attraverso momenti carichiย  di commozioni e letizie (vedi il tempo del Natale); attraverso momenti di fatica, turbamento, sofferenza, lottaโ€ฆ (vediย  tempo di Quaresima); attraverso momenti di vittorie (vedi tempo di Pasqua) e per la gran parte attraverso tempi ordinari, ripetitivi, apparentemente noiosi ma, se colti nel loro nucleo, essi sono carichi di messaggio.

Ecco lโ€™Anno Liturgico!ย  Nella prima domenica di Avvento di un anno fa โ€“ inizio del nostro cammino โ€“ la Parola di Dio cโ€™invitava a vivere in unย  atteggiamento vigilante. Il testo che ci era stato proposto era tratto dal capitolo 24 di Matteo, versetti 37-44: ยซComeย  furono i giorni di Noรจ, cosรฌ sarร  la venuta del Figlio dellโ€™uomo. Come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano eย  bevevanoโ€ฆ fino al giorno in cui Noรจ entrรฒ nellโ€™arca, e non si accorsero di nullaโ€ฆ e travolsero tutti: cosรฌ sarร  alla venuta delย  Figlio dellโ€™Uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarร  portato via e lโ€™altro lasciatoโ€ฆยป. Un testo, dunque, cheย  non rimproverava il fatto che si lavorava, ma il fatto che qualcuno lavorava, mentre qualcun altro si lasciava appiattireย  dalle cose della vita, conducendo una vita superficiale lascia imprigionare dalle cose del momento.

Potremmo dire cheย  cโ€™era chi era guidato dalla sete del guadagno o del piacere, e chi dalla stella del buon senso e dellโ€™orizzonte ultimo.ย  Insomma, nulla viene per caso, e tutto puรฒ aiutare a crescere e migliorare. La domanda di un anno fa era: so lasciarmiย  interpellare dagli eventi della vita? Riconosco che tutto รจ dono e in ogni attimo Dio mi parla? Bussa alla porta del mioย  cuore, della mia intelligenza, della mia attenzioneโ€ฆ e chiede di essere riconosciuto? Sรฌ, perchรฉ Dio mi raggiunge dentroย  ogni incontro ed evento della vita.ย ย 

Cosรฌ, se un anno fa sembrava un testo fuori contesto, in realtร  al termine dellโ€™Anno Liturgico comprendiamo che  quellโ€™invito era finalizzato a prepararci allโ€™incontro con il Signore glorioso, Re dellโ€™Universo. Cosรฌ nella Liturgia, cosรฌ nella  vita: stiamo andando incontro al Signore che viene: รจ venuto gracile e indifeso nel Bimbo di Betlemme; viene oggi in contro a noi in ogni fratello e sorella che incrociamo lungo il cammino della vita (tema del vangelo odierno); verrร  in contro a noi un giorno nella gloria, come anche recitiamo dopo la consacrazione: ยซAnnunciamo la tua morte, Signore,  proclamiamo la tua risurrezione, nellโ€™attesa della tua venutaยป. Non sono parole buttate lร : sono il cuore della nostra  fede. La ragione ultima della nostra fede.  

Entriamo cosรฌ nel testo di Matteo, che bene sintetizza e chiarisce chi รจ il cristiano e quale responsabilitร  lo attende al  termine del cammino:  

vv. 31-32 ยซQuando il Figlio dellโ€™uomo verrร  nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, si siederร  sul trono della sua  gloria. Davanti a lui verranno riuniti tutti i popoli. Egli separerร  gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore  dalle capreโ€ฆยป.  

Egli ยซgiudicherร ยป perchรฉ รจ Re. Ad animarlo nel suo agire sarร  lo stile del pastore, descritto nel libro di Ezechiele (primaย  lettura): ยซIo stesso cercherรฒ le mie pecore e le passerรฒ in rassegna… le radunerรฒ da tutti i luoghiโ€ฆ le condurrรฒ al pascoloโ€ฆ Andrรฒ in cerca della pecora smarritaโ€ฆ Giudicherรฒ tra pecora e pecora, fra montone e capriยป. Come fa il pastore, cosรฌ farร ย il Figlio dellโ€™Uomo/Gesรน al termine della vita, il quale non รจ un re cattivo, ma รจ proprio il buon pastore. vv. 34-36: ยซAllora il re dirร  a quelli che saranno alla sua destra: โ€œVenite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditร ย  il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perchรฉ ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avutoย  sete e mi avete dato da bere, ero stranieroโ€ฆnudoโ€ฆmalatoโ€ฆin carcereยป.A quanti erano alla sua sinistra, invece, disse:ย 

ยซVia, lontano da me, maledetti nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perchรฉ ho avuto fame e  non mi avete dato da mangiareโ€ฆยป (vv. 41-43).  

Se facciamo un attimo di attenzione, il giudizio ultimo non verterร  tanto su questioni morali, liturgiche, teologicheโ€ฆ No, la salvezza dipende dallโ€™aver o meno servito i fratelli e le sorelle, dipende dalle relazioni che sono stato capace diย  costruire o ignorare, come emerge dalle risposte che Gesรน darร  ad entrambi i gruppi: ยซQuando mai ti abbiamo vistoย  affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assettato e ti abbiamo dato da bere?…ยป (vi. 38-39.44): ยซTutto quello cheย  non avete fatto a uno di questi piรน piccoli, non lโ€™avete fatto a meยป (v. 45).

Potremmo dire che il ยซpoveroยป รจ lโ€™ottavoย  sacramento! รˆ lโ€™ottava esperienza certa nella quale incontriamo e serviamo il Signore, anche se non lo riconosciamoย  direttamente: ยซLโ€™amore รจ da Dio: chiunque ama รจ generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio,ย  perchรฉ Dio รจ amoreยป (cfr 1Gv 4,7-9). Alla fine saremo dunque giudicati sullโ€™amore che abbiamo coltivato verso quanti ilย  Signore stesso ci avrร  fatto incontrare: ecco che torna il tema della prima domenica di Avvento: le mie relazioni e occasioni le ho vissute lasciandomi interpellare da esse o ho vissuto in modo superficiale le cose, accontentandomi del minimo: ยซSignore, quando ti abbiamo visto?ยป (Mt 25,37.38.39). Ecco la domanda ultima che rivolgeremo con animoย  colmo di stupore: ยซQuando?ยป. Alla fine scopriremo che la vera fede รจ lo stupore che sgorga dallo spalancare gli occhiย  di fronte al Signore che si presenta a noi in mille sorprese e occasioni.ย ย 

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Scopriremo allora che avremo fatto molti gesti dโ€™amore senza neppure rendercene conto, e avremo altresรฌ commessoย  omissioni senza rendercene conto! Una cosa รจ certa: non sono i gesti liturgici, teologici o morali a essere soppesati,ย  dicevamo poco sopra, ma i gesti concreti e quotidiani: dar da mangiare, da bere, vestire, visitareโ€ฆ Dentro ogni gestoย  cosรฌ umano siamo chiamati a riconoscere la presenza di Dio. Non che non serva pregare, partecipare ai sacramenti,ย  crescere in una vita buonaโ€ฆ Tutto questo serve, ci aiuta, ci sostiene per imparare ad ยซamare come Cristo ha amatoย  noiยป (cfr Gv 15,9).

I sacramenti sono incontro con il Signore vivo e risorto, sono palestra e nutrimento di vita: ma poiย  tutto questo va vissuto nel quotidiano; diversamente รจ tempo perso! Lo spiega chiaramente Gesรน: ยซNon chiunque miย  dice: โ€œSignore, Signoreโ€, entrerร  nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontร  del Padre mio che รจ nei cieliยป. Qualcuno miย  dirร โ€ฆ ยซSignore, Signoreโ€ฆยป ho recitato tanti rosari ogni giorno, ho partecipato alla Messa ogni giorno, ho fatto tanteย  novene, pellegrinaggiโ€ฆ ma, aggiunge Gesรน, ยซIo dichiarerรฒ: โ€œNon vi ho mai conosciuti!โ€ยป (cfr Mt 7,21-23). Non basta dunque pregare, partecipare alle celebrazioni se tutto questo non si fa vita quotidiana, non diventa offerta: ยซQuesto รจ ilย  โ€œmioโ€ corpoยป, cioรจ la mia vita donata agli altri, come Gesรน.ย ย Perchรฉ il Signore Gesรน alla fine della vita domanderร  a ciascuno: ยซSei stato un buon pastore, come io lo sono stato conย  te?ยป. E ancora: ยซTi sei preso cura di me che ero quel povero, quellโ€™affamato, quel carceratoโ€ฆ?ยป. Ecco perchรฉ l’indifferenza รจ il peccato piรน grande: questo vivere ripiegati solo su se stessi, quando invece dovremmo essere come il buonย  Samaritano (cfr Lc 10,25ss).

Farsi prossimi, vicini รจ la logica di vita che ci viene chiesta, รจ lo stile di vita nuova e buonaย  che Gesรน ha inaugurato e chiede a noi, oggi, di portare avanti. Fare spazio al prossimo significa allora fare spazio a Dio!ย  Gesรน ha fatto spazio a ciascuno di noi, si รจ messo a nostro servizio dandoci un esempio (cfr Gv 13): questo รจ essere reย  secondo il vangelo. Un ยซreยป che non pretende che gli altri si inginocchino di fronte a lui, ma รจ lui stesso a inginocchiarsiย  di fronte e a noi; non attende che la pecorella smarrita torni a casa, va lui a cercarla. Ecco perchรฉ conviene lasciarsiย  governare da Lui, anche se poi Lui chiede di fare come Lui ha fatto! Certo che รจ difficile, perchรฉ nel nostro tempo essereย  โ€œreโ€ รจ ben altro, ma spetta a noi decidere da quale parte stare: se viviamo impauriti di cosa dirร  il mondo, se non ciย  scrolliamo di dosso le attese di chi ci mostra โ€œaltroโ€โ€ฆnon saremo mai liberi e non riusciremo mai a testimoniare la veritร ย  del vangelo; ma se sceglieremo la veritร  del vangelo, che รจ Gesรน stesso, allora sรฌ che saremo veramente liberi: ยซLa veritร ย  vi renderร  liberiยป (Gv 8,32).

Quando? Lo ricorda san Paolo: ยซPoi sarร  la fine, quando egli consegnerร  il regno a Dio Padre,ย  dopo aver ridotto al nulla ogni Principato e Potenza e Forza. Eโ€™ necessario che egli regni finchรฉ non abbia posto tutti i nemiciย  sotto i suoi piedi. Lโ€™ultimo nemico ad essere annientato sarร  la morteยป (seconda lettura). Come a direโ€ฆ attenzione aiย  poteri che vogliamo servire, perchรฉ alla fine tutti verranno posti sotto i piedi di Colui che solo รจ il vero e Re e Salvatore:ย  Gesรน Cristo, nostro Signore.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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