don Andrea Vena – Commento al Vangelo di domenica 23 Novembre 2025

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Con la solennitร  diย Cristo Re dellโ€™Universoย si conclude lโ€™anno liturgico, il cammino che abbiamo cominciato nella I domenica di Avvento (1ยฐ dicembre 2024).

Lungo lโ€™anno, di domenica in domenica, siamo stati educati a coltivare una misura alta e bella della vita. Un anno che si รจ rivelato una sorta di โ€œalbum fotograficoโ€ durante il quale il Signore Gesรน, attraverso la sua stessa vita e le sue parole, ci ha educati, ci ha aiutati a focalizzare ciรฒ che รจ giusto, bello e veramente importante nella vita.

La lectio continua dopo il video.

Come accennavamo nelle domeniche precedenti, lโ€™Anno Liturgico si รจ rivelato come la nostra vita in miniatura, in scala. Un anno che ci ha condotto a rivivere, attraverso le celebrazioni dei diversi tempi e delle varie feste della nostra fede, il mistero della vita del Signore Gesรน.

Abbiamo visto, nel Natale, che Gesรน รจ il Dio con noi.
Poi abbiamo celebrato la Pasqua, che ci ha rivelato un Dio per noi.
Con la Pentecoste abbiamo celebrato il Dio in noi.
Abbiamo celebrato il tempo ordinario e i santi, e tutto questo ci ha rivelato che Gesรน cammina con noi.

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Lโ€™Anno Liturgico svela il senso e il significato della vita. Ce lo ravviva, affinchรฉ non ci perdiamo lungo il cammino, anche se talvolta la logica di Dio non corrisponde proprio alla nostra logica umana. Infatti il vangelo odierno ci presenta Gesรน, nostro Re, in Croce!

vv. 34-43 : ยซIl popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se รจ lui il Cristo di Dio, l’eletto”. 36Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto 37e dicevano: “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”. 38Sopra di lui c’era anche una scritta: “Costui รจ il re dei Giudei”.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!”.

Nel vangelo di Luca, che ci ha fatto compagnia durante lโ€™intero anno liturgico, Gesรน viene dichiarato Re scrivendolo su una tavoletta posta sulla sua Croce, croce che si rivela cosรฌ il suo trono! E Gli viene rivolta una domanda in tono di scherno: โ€œHa salvato altri, salvi se stessoโ€. Una richiesta provocatoria ripetuta tre volte: dai sacerdoti, dai soldati, da uno dei ladroni.

In queste poche parole i sacerdoti, perรฒ, si tradiscono: loro sanno che Gesรน ha salvato qualcuno, lo hanno visto! Ma, formati alla scuola della Torah, aspettavano un Messia che doveva essere forte, vincente e nonโ€ฆcome Gesรน, che per giunta muore in croce! Loro avrebbero creduto in Gesรน solo se fosse sceso dalla Croce, solo se avesse posto un gesto plateale, da vincente: โ€œSe tu sei Reโ€ฆโ€.

Queste parole ricordano le tre tentazioni di Gesรน nel deserto e Gesรน sa di essere atteso a Gerusalemme dal diavolo, che lo avrebbe messo di nuovo alla prova: โ€œDopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanรฒ da lui fino al momento fissatoโ€ (Lc 4,13). Questo รจ il momento, e Gesรน deve scegliere se essere un uomo come ogni altro uomo, debole, fragile, apparentemente vinto, oppure preferire la via del potere, del sensazionale, del miracolistico (come le tentazioni nel deserto: trasforma le pietre in pani, gettati giรนโ€ฆ).

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Deve dimostrare se fidarsi della propria forza o se affidarsi al Padre. E Gesรน ancora una volta rinuncia a vivere per se stesso, a chiedere a Dio di intervenire in modo straordinario, perchรฉ stordirebbe ancora gli uomini. Egli accetta di perdere la propria vita, sceglie di portare a termine quanto il Padre gli ha affidato. Fino alla fine. Fino a morire per la nostra salvezza. Lo fa per vivere lโ€™amore fino allโ€™estremo.

Sรฌ, Gesรน rinuncia a salvare se stesso, ed รจ solo grazie a questo suo comportamento che egli ha lโ€™autorevolezza per affermare: ยซChi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร  la propria vita per me, la salverร ยป (Lc 9,24). Ecco perchรฉ Gesรน tace di fronte a sacerdoti e soldati. Tace.

Accanto a queste due categorie โ€“ sacerdoti e soldati, potere religioso e militare-politico โ€“ ci sono due ladroni. Il primo si unisce alla provocazione, chiedendo a Gesรน di salvarsi e salvarli! In fondo si tratta di un uomo disperato che esprime la sua paura, il suo dolore, il suo dramma. Che grida la cosa piรน ovvia e naturale: โ€œSe sei Dio, perchรฉ la sofferenza?โ€; โ€œSe sei Dio, facci scendere da questa croce!โ€.

Parole che in fondo si riflettono in tante nostre domande, in tante nostre preghiere di fronte al male e alla sofferenza, di fronte alle tentazioni e alle fragilitร . E anche qui Gesรน tace. Come tace con noi, quando viviamo questi momenti.

Infine, cโ€™รจ il ladrone definito โ€œbuonoโ€, anche se forse non era proprio cosรฌ buono visto che รจ finito in croce. Eppure lui reagisce: โ€œNon hai alcun timore di Dioโ€ฆโ€. Questo ladrone vede che in Gesรน cโ€™รจ un innocente in croce: โ€œNoi siamo condannati perchรฉ abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di maleโ€. E conclude dicendo: โ€œGesรน, ricordati di me quando entrerai nel tuo regnoโ€.

Il buon ladrone dice due cose: la prima, che Gesรน sta andando verso un Regno nel quale desidera arrivare anche lui; ma nel dire questo il ladrone fa capire che la โ€œCroceโ€ รจ passeggera, non รจ lโ€™ultima parola. E chiama Gesรน per nome. Intuisce che di questโ€™uomo innocente, che arriva a perdonare chi lo sta crocifiggendo, puรฒ fidarsi. E si affida. Capisce che in quel Crocifisso sfigurato cโ€™รจ un Re. Sa di potersi fidare. E si affida.

Chiede attenzione, accoglienza, spazio. Non avanza pretese, ma lo fa con umiltร , riconoscendo il suo male, come il pubblicano al tempio (cfr Lc 18, domenica 23 novembre). E, come lui, torna a casa giustificato.
Infatti per la prima volta Gesรน risponde: โ€œOggi sarai con me in paradisoโ€. Oggi, con Me. Il ladrone ha chiesto attenzione e accoglienza, ha chiesto di โ€œstare con Luiโ€. E il paradiso ha inizio proprio con โ€œlo stare con Gesรนโ€, nello stare in relazione con Lui!

Qui inizia il Paradiso, in questa relazione dโ€™amore con Dio. Quella relazione che Gesรน in queste ultime domeniche ha focalizzato nellโ€™aiutarci a puntare sulle cose essenziali, fede-preghiera. Perchรฉ il Signore non cambia le cose, ma cambia lo sguardo. Non cambia le situazioni โ€“ neanche le croci โ€“ ma dona lo sguardo nuovo per vivere in modo nuovo anche le tribolazioni, le croci.

Gesรน non ci salva dalle croci, dalle sofferenze ma ci salva nella Croce e nella sofferenza. Vi entra Lui stesso, perchรฉ nessuno si senta solo e abbandonato quando incontra queste esperienze della vita. Affronteremo sofferenze, dolori, luttiโ€ฆcroci. Ma non saremo mai soli, perchรฉ Gesรน vi รจ entrato per noi e con noi, pur di farci compagnia, pur di sostenerci, pur di illuminare ogni attimo. Questo รจ il potere di Gesรน. Ed รจ regnando in questo modo, che ci salva. Anche dalla morte.

Nelle parole del buon ladrone troviamo cosรฌ il segreto per vivere giร  โ€œoggiโ€ il nostro pezzetto di Paradiso: โ€œStai con me, Signore, mio Re. Ricordati di me, non dimenticarti di me Signore, e aiutami a permetterti di regnare nei miei pensieri, nei miei sentimenti, nelle mie azioni quotidiane. Sii tu il mio Re, oggi. รˆ sarร  giร  oggi Paradiso.

Perchรฉ รจ paradiso quando aiuto il povero e il debole; รจ paradiso quando soccorro chi รจ nella necessitร ; รจ paradiso quando mi impegno per la pace, la giustizia, la veritร . รˆ paradiso ogni volta che faccio quanto Gesรน mi insegna.

Oggi lโ€™anno liturgico si conclude con questa solennitร , con questo Vangelo. Cosa celebriamo? Cosa possiamo celebrare piรน del Natale, della Pasqua, della Pentecoste? Oggi celebriamo il fatto che noi siamo con Lui, nel Suo Regno.

Per gentile concessione di don Andrea Vena. Canale YouTube.

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