Dehoniane – Commento al Vangelo del 26 Novembre 2018

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Il commento alle letture del 26 Novembre 2018 a cura del sito Dehoniane.


ย XXXIV settimana del tempo ordinario II settimana del salterio

Redenti

Se il succedersi delle cose e degli eventi in questo mondo assomiglia spesso a una liturgia monotona e prevedibile, dove non accade quasi mai nulla di veramente nuovo, il libro dellโ€™Apocalisse ci assicura che nel santuario del cielo cโ€™รจ invece un respiro di grandi novitร  per ogni vita che si trova attorno alla presenza di Dio: ยซIo, Giovanni, vidi: ecco lโ€™Agnello in piedi sul monte Sion [โ€ฆ]. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantavano come un canto nuovo davanti ai quattro esseri viventi e agli anzianiยป (Ap 14,1.2-3). Coloro ai quali la pasqua di Gesรน ha definitivamente rinnovatoย ย ย ย  la vita e assegnato un altro nome, vengono qualificati attraverso una potente immagine musicale come persone talmente convertite alla logica dellโ€™amore piรน grande da saper intonare ยซun canto nuovoยป con la loro stessa esistenza. Ascoltare una nuova canzone รจ unโ€™esperienza che conosciamo tutti molto bene. Si tratta di una sensazione unica, nella quale ci accade non solo di imbatterci in qualcosa di inedito, ma anche di percepire in noi qualche sfumatura interiore di cui non eravamo ancora consapevoli. La descrizione del veggente di Patmos si arricchisce di un misterioso dettaglio in cui si precisa questa sintonia profonda tra il canto nuovo intonato dai redenti e la loro sensibilitร  interiore, ormai definitivamente plasmata dalla logica del vangelo: ยซE nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. Essi sono coloro che seguono lโ€™Agnello dovunque vadaยป (14,3-4).

Nel minuscolo vangelo di oggi vediamo come tutto questo nonย  ย sia solo una raffigurazione apocalittica e poetica per raccontare lโ€™indicibile scenario del regno di Dio, ma una concreta realtร  diย ย  cui possiamo fare esperienza giร  in questo mondo. Dopo aver osservato alcuni ยซricchiยป accostarsi al tempio di Dio con il ยซloro superfluoยป (Lc 21,4), il Signore Gesรน si stupisce di fronte al gesto di una vedova, riconoscendo in esso la stessa novitร  di cui parlerร  il libro dellโ€™Apocalisse: ยซVide anche una vedova povera, cheย  vi gettava due monetineยป (21,2).

Senza poterlo sapere, la vedova povera anticipa il canto dโ€™amore dellโ€™Agnello di Dio, prefigurando con la sua generosa offerta il mistero pasquale di Cristo. Scegliendo di non tenere nulla per sรฉย  e di gettare nel tesoro del tempio tutte e due le ยซmonetineยป che aveva in tasca, questa donna ricorda ai discepoli di ogni tempo che la vita diventa un canto veramente nuovo solo quando รจ liberamente e pienamente restituita: ยซIn veritร  vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato piรน di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivereยป (21,3-4).

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Il nostro essere creature bisognose e povere puรฒ diventare, alla luce del mistero dellโ€™incarnazione, il luogo piรน autentico da cui attingere una rinnovata capacitร  di vivere non per noi stessi ma per stabilire relazioni di amore e di solidarietร  con gli altri. Dalla cultura e dallโ€™inganno del ยซsuperfluoยป si puรฒ uscire solo recuperando un desiderio di vitaย  pienoย  eย  generoso,ย  imparandoย  aย  non consegnare solo occasionalmente e parzialmente quello che siamo. Redenti e credenti lo siamo, secondo il vangelo, solo quando siamo disposti a non mentire piรน sulla grande responsabilitร  di fare della nostra vita unโ€™offerta sincera e integra, per poter seguire ยซlโ€™Agnello dovunque vadaยป (Ap 14,4).ย  La felicitร  non consiste nel riempire gli infiniti โ€“ e mai finiti โ€“ vuoti che ci portiamo dentro, ma nel saperci spendere e donare, ยซinsieme a luiยป (14,1), che ยซha gettatoยป (Lc 21,4) la sua divinitร  nella tenda della nostra umanitร , facendoci diventare ยซi redenti della terraยป (Ap 14,3). Non le persone migliori, ma le uniche capaci di testimoniare la veritร  del Padre: ยซNon fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchiaยป (14,5).

Signore Gesรน, cโ€™รจ un canto che possiamo comprendere e cantare solo noi, redenti da ogni macchia e da ogni solitudine. Un canto nuovo, capace di dare voce a tutta la vita che possiamo ancora offrire. Donaci il coraggio di tirarla fuori, la voce e la vita, di gettarla senza scuse nรฉ rimpianti, senza bugie nรฉ dilazioni nel tuo tempio vivo che sono i nostri fratelli.

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 21, 1-4
Dal Vangelo secondoย Luca

In quel tempo, Gesรน, alzร ti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: ยซIn veritร  vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato piรน di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivereยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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